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Al Rifugio Vivione da Schilpario

Interessante itinerario con partenza e arrivo a Schilpario, in provincia di Bergamo
Al Rifugio Vivione da Schilpario

Tour in A35 Brebemi: Cortenuova

Cortenuova: un gioiello storico da scoprire
Tour in A35 Brebemi: Cortenuova

Costa Volpino

Sorge in una posizione che si potrebbe definire “strategica” tra l’inizio della Valcamonica ed il punto di affluenza del fiume Oglio nel lago d’Iseo. Per queste ragioni, già dal X sec. vi sorsero strutture atte alla difesa della popolazione da nemici, come gli Ungari, interessati al territorio. Con il tempo queste fortificazioni sono diventate maestosi castelli, contesi tra l’esercito di Bergamo e quello di Brescia, durante una lunga guerra che si concluse con la vittoria dei bresciani. Quando nel 1158 Federico Barbarossa giunse in Italia, stabilì che i castelli dovevano tornare sotto la provincia di Bergamo e sigillò il tutto con un atto di pace tra bresciani e bergamaschi. Conclusa quell’epoca, per quasi quattro secoli, a partire dal 1427, i territori di Costa Volpino, Lovere e limitrofi passarono invece sotto la dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia, che vi assicurò la pace, agevolandone sviluppo economico e sociale. L’economia locale è tipicamente industriale e commerciale, sviluppatasi durante la fase del boom economico italiano di metà ’900. Le cave antiche del pregiato marmo volpinite, del gesso di Volpino e del marmo statuario sono ancora oggi in uso. Il territorio del comune di Costa Volpino è suddiviso in sette piccoli centri storici, che vanno a comporre altrettante frazioni. Tra di esse si ricordano il borgo di Corti, d’origine medievale, ingranditosi nel XX sec. fino al lago d’Iseo: area nella quale sono stati costruiti il Palazzo Municipale e la nuova chiesa parrocchiale, necessaria anche per il cospicuo aumento del numero di abitanti. Vi si trova poi la frazione di Piano, sviluppatasi negli anni Sessanta con la definizione di un centro moderno e industriale. Molto caratteristico è il gruppetto di case denominato “Pizzo”: un miscuglio di antico e di nuovo, un luogo nel quale il passato si incrocia col presente. Sopra un ampio terrazzo, in passato interamente coltivato, sorge Qualino, il quale offre un panorama completo del lago d’Iseo e della bassa Valcamonica. Il centro è di origine medievale ed è suddiviso in piccole contrade, con ballatoi e loggiati in legno. Infine Volpino, d’origine romana, la cui antica denominazione indicava una zona abitata da volpi. Attualmente il piccolo borgo conserva ancora antiche abitazioni con portoni ed arcate in perfetto stile medievale. Situato sopra un’imponente corno di roccia, deve però la sua notorietà proprio alla presenza di attività estrattive di volpinite, un tipo particolare di gesso che ha preso il nome dal paese stesso, utilizzata in coloreria e nell’industria cementifera. Nel settembre 2015 in località Bersaglio è stata inaugurata la prima area sosta camper attrrezzata dell'alto lago d'Iseo.

East Lombardy

La Lombardia Orientale, Regione Europea della Gastronomia 2017

Rocche, castelli e torri sul Lago d'Iseo

Il lago d’Iseo segna il confine tra Bergamo e Brescia e fin dall’epoca medievale, oltre ad essere una risorsa economica per la popolazione locale, costituiva un’area di confronto politico.   Era, infatti, il punto in cui si manifestavano appieno i contrasti tra le due realtà cittadine, specialmente nell’alto lago per il controllo dei traffici commerciali provenienti dalla Valle Camonica e nella tratta a sud, dove si generava lo scontro per la giurisdizione del territorio della signoria di Calepio. Monte Isola, al centro, era a contatto tra queste due realtà in una posizione di controllo dei traffici sul lago che si svolgevano soprattutto attraverso il canale di Tavernola. Le differenze politiche si accompagnano a differenti forme insediative e architettoniche: sulla sponda bergamasca, infatti, sorgevano edifici fortificati in un contesto prealpino montuoso e piuttosto aspro; sulla sponda orientale, invece, i centri si sviluppano in aree collinari dove non sempre sorgevano strutture di controllo. Sul piano dell’articolazione ecclesiastica la sponda bresciana era divisa tra le pievi di Iseo e Sale Marasino cui si affiancò, dall’XI secolo, Pisogne. La sponda bergamasca era suddivisa tra Calepio e Mologno (l’odierna Casazza in Val Cavallina), poi sostituita nella cura pastorale della sponda sebina settentrionale dalla pieve di Solto, fondata nel XII secolo. Questa situazione portò a una frammentazione del potere, che emerge nel XII secolo quando i comuni si organizzano entro i confini già definiti dalle pievi. Sulla sponda bresciana l’alto lago dal X-XI secolo era sotto il controllo del vescovo, cui si affiancavano i monasteri, in particolare quello di Santa Giulia che aveva possedimenti sulla sponda del lago. Iseo era sede di mercato fin dal X secolo e snodo commerciale sul confine, elementi che attirarono l’interesse del comune di Brescia. Il centro era gestito dal vescovo, che con la monumentale chiesa plebana di Sant’Andrea  ribadiva l’egemonia politica, e dalle signorie locali con la classe media mercantile (Brusati, De Iseo/Oldofredi) che favorì l’espansione edilizia dell’abitato. Il castello di Iseo, sorto su un preesistente torrione e poi modificato tra XIII e XIV secolo con cortina muraria e torri scudate, costituiva il caposaldo strategico per la difesa militare del borgo: Iseo fu coinvolta nelle guerre del comune di Brescia e subì nel 1161 un devastante assedio e incendio da parte di Federico Barbarossa. Altre strutture di difesa a rappresentanza del potere signorile si trovano nella vicina Paratico: il castello vicinale e la torre Lantieri sono il simbolo del prestigio raggiunto da questa famiglia, che conviveva con la signoria rurale laica De Paratico. Il potere religioso e civile convivevano, invece, nella vicina Clusane, dove dalla fine dell’XI secolo c’era un castello e i monaci cluniacensi si insediarono sul promontorio e vi fondarono un priorato (poi affidato al vicino monastero di Provaglio d’Iseo). L’emergere della signoria degli Isei/Oldofredi portò alla costruzione, nel XIV secolo, del castello “del Carmagnola”, poi circondato da mura e ponte levatoio. Nelle mani degli Oldofredi di Iseo era anche Monte Isola, occupata nella fascia pede-collinare dai possedimenti monastici di Santa Giulia, ricordati fin dal X secolo. Tra XII e XIII secolo gli Oldofredi di Iseo commissionarono due rocche di difesa: la possente torre a Siviano, e il castello a Menzino, in un punto strategico di controllo della sponda bergamasca; a Peschiera Maraglio, nell’estremità meridionale dell’isola verso la sponda bresciana, si trova un altro castello di proprietà degli Oldofredi. A Marone, invece, la popolazione si rifugiò nella zona pedecollinare, dove si trovava un fortilizio a Pregasso poi distrutto nel Seicento: anche questa zona divenne roccaforte degli Oldofredi, fedelissimi alleati dei Visconti, fino all’arrivo di Venezia. Differente, invece, è il panorama della sponda occidentale: a sud il territorio era presidiato da Sarnico, borgo dipende dalla signoria filobresciana dei Calepio, che condusse una politica autonoma rispetto al Comune di Bergamo. Tale posizione generò la creazione di contesti fortificati in modo più fitto rispetto alla sponda opposta, delineando l’esistenza di un potere signorile locale ben radicato. Nella costa mediana, da Predore a Tavernola, sorsero aggregati sparsi, funzionali allo sfruttamento economico del territorio: questo policentrismo impediva di generare centri demograficamente rilevanti. Tale organizzazione permane fino al XIV secolo, quando la lunga persistenza signorile dà esito a piccole entità demografiche riferite ad un unico beneficio parrocchiale. In questa zona mancava un potere politico forte, e le famiglie signorili manifestarono la propria presenza sul territorio attraverso torri e case-torri disseminate nei borghi (come fecero i Fenaroli a Tavernola, Vigolo e Parzanica). L’assenza di un forte potere comitale è evidente nella mancanza di ampie strutture architettoniche fortificate – ad eccezione di Zorzino–, presenti invece sulla sponda bresciana: lungo la costa bergamasca si trovano prevalentemente torri isolate, come quelle di Predore e Tavernola. A Riva di Solto, Solto Collinae Castro, uniti fin dal XIII secolo sotto il controllo della famiglia Foresti, qui imposta dal comune di Bergamo per esautorare le antiche famiglie di lignaggio vescovile, furono erette numerose torri: le strutture servivano per la difesa degli spazi dell’autorità signorile. L’architettura era la testimonianza dell’importanza delle signorie locali, manifestava il ruolo sociale e il benessere economico raggiunto. Nell’alto lago, infine, si riscontra una situazione completamente differente: Pisogne, Costa Volpino e Lovere furono teatro di violenti scontri tra Bergamo e Brescia per il monopolio dei traffici lacustri. Pisogne, che controllava le rotte commerciali dalla Valle Camonica, fu il feudo del vescovo di Brescia e assunse la funzione politica di capocuria: nel 1119 fu distrutta dopo essere stata coinvolta nella guerra tra Bergamo e Brescia per il controllo di Volpino; fu poi ricostruita per volere del vescovo che la dotò di una cinta muraria con porte e torri difensive, tra cui la cosiddetta Torre del Vescovo. Il potere vescovile da Pisogne si espanse poi verso Lovere, controllata dal Comune di Bergamo, ma sotto la circoscrizione diocesana di Brescia: qui furono innalzati diversi edifici fortificati, tra cui il castello dei Celeri, nobile famiglia locale, la torre Zucca e la torre Alghisi – residenza di importanti famiglie locali – e la torre del Porto a controllo l’ingresso via lago. Altro luogo strategico conteso tra Bergamo e Brescia era Costa Volpino, zona di presidio militare e di controllo della Valle Camonica e dello sbocco del fiume Oglio: i documenti ricordano il dongione e la torre del castello di Volpino, a suggerire una struttura fortificata complessa e potente. Il castello fu a lungo conteso, fino alla pace del 1192, ma qui la politica bresciana sarà fallimentare di fronte a un solido tessuto signorile che – pur filo bresciano – si muoverà verso una progressiva autonomia e alle mire mai sopite del Comune di Bergamo. Nemmeno la fondazione, ad opera del Comune di Brescia, del borgo franco di Castelfranco tra Rogno e Costa Volpino (1255), consentirà a Brescia di avere un ruolo chiave nella politica di valle.   Federica Matteoni  
Rocche, castelli e torri sul lago d'Iseo - ph: visitlakeiseo.info

Tour in A35 Brebemi: Cortenuova

Cortenuova, un piccolo comune situato tra Antegnate e Romano di Lombardia

Cuore di Città Bassa

Dal Rinascimento al post-Novecento in meno di 5 km

Da Scanzorosciate ad Albano Sant'Alessandro

Il Cammino del Vescovado prende avvio a Scanzorosciate, in Piazza Caslini, dove si trova la fermata degli autobus urbani ATB linea 5E e 5F (da Bergamo centro il tragitto dura circa 25’) e da qui ci si dirige per Via Colleoni attraverso il centro storico.         Sulla destra, proprio all’imbocco della strada, sorge il centro civico di cui fa parte la biblioteca comunale che ospita l’infopoint delle Terre del Vescovado. Poco dopo, sulla destra, troviamo Villa Galimberti, sede del Salotto del Moscato di Scanzo, e una fontanella. Si gira a destra per Via Fanti, si imbocca un sentiero sulla destra che tocca quasi subito una strada asfaltata da percorrere in salita per poche decine di metri, ma già con belle viste sul centro storico di Scanzo e in lontananza i Colli di Bergamo, e incontrando sulla sinistra una monumentale robinia. Si abbandona l’asfalto a favore di un sentiero sulla sinistra (segnalato come “delle Orchidee”) che, prima a tornanti e poi più dolce in forma di carrareccia erbosa, conduce alla Chiesetta degli Alpini, punto panoramico sul Monte Bastia, fra prati attrezzati per il picnic, provvisto di acqua potabile. Da qui si percorre una stradina in discesa fino a incontrare un segnavia del C.A.I. (509). Si prosegue sul crinale, che alterna salite e discese a tratti pianeggianti.A sinistra i monti della bassa Val Seriana, a destra bei querceti a roverella. Poco oltre un capanno di caccia troviamo un punto con diverse indicazioni escursionistiche e, dopo un tratto fra gli olivi con vista sulla pianura e i colli vitati, torniamo sull’asfalto, in discesa fra le ville fino alla rotonda di Tribulina. Attraversiamo la rotonda proseguendo dritti in salita con davanti a noi la facciata della chiesa di S. Giovanni nei Boschi. Si prosegue per poco sull’asfalto della strada provinciale per poi abbandonarla prendendo sulla destra via del Dosso, che conduce al cimitero di Tribulina e ci consente di evitare una pericolosa e lunga curva. Ritornati sulla provinciale, all’altezza del civico 46, si gira a destra e subito dopo a sinistra lungo un sentiero fra la strada e i vigneti. Si tocca nuovamente la provinciale per abbandonarla subito dopo in favore di una deviazione sulla destra (cartelli per le aziende agricole Il Cipresso, la Bironda e I Cerri). La stradina, prima asfaltata, poi sterrata e infine ampio sentiero, tocca le tre aziende e confina con il vasto oliveto dell’azienda Il Castelletto. In questo tratto vigneti e oliveti si alternano dando vita a un paesaggio singolarmente suggestivo e ordinato, sempre in vista di Città Alta. Con un ultimo tratto in salita si riguadagna l’asfalto in un vasto panorama verso Est, dalla pianura ai Colli di Bergamo ai primi rilievi prealpini, “Le tre montagne di Bergamo”: Linzone, Canto Alto e Misma. Si prende a destra (Via Collina Alta) e, dopo 200 metri, a sinistra in località Magri, seguendo il segnavia C.A.I. n. 626 e il cartello per la tenuta Frizzoni. La strada sale, prima cementata e poi sterrata e raggiunge così la chiesetta di S. Cristoforo, con panchine e un portichetto coperto, in un contesto idilliaco. Il Cammino prosegue alternando tratti in discesa con altri in salita, in un bel bosco di rimarchevole biodiversità, affiancata da grandi querce. Si arriva così quasi di fronte a un cancello e si imbocca la sterrata sulla destra e dopo poco uno slargo con diverse indicazioni sentieristiche: si prosegue lungo il sentiero C.A.I. 626 direzione Albano S. Alessandro e eremo di S. Maria in Argon (l’eremo è un luogo affascinante, non si incontra lungo il Cammino, ma è da questo raggiungibile con una breve e consigliata digressione). Ora siamo in un’area di boscaglia dove primeggiano le essenze termofile quali roverella e orniello, sul crinale del Monte d’Argon; il sentiero alterna tratti in discesa, talvolta ripidi, ad altri pianeggianti, per concludersi infine con un ultimo strappo in salita che ci conduce sulla sommità del Monte San Giorgio ove sorge la chiesetta di San Giorgio, attorniata da prati, panchine e tavoli, con uno dei panorami più vasti del Cammino (dalla pianura ai monti Resegone, Alben, Colli di San Fermo). Ora si scende in direzione Sud (di fronte il Monte Tomenone, che percorreremo nella tappa successiva), seguendo l’ampio sentiero principale, sassoso e talvolta ripido e gradinato, fino a toccare una stradina cementata in prossimità dell’Agriturismo S. Giorgio. La si percorre verso sinistra sempre in discesa, finché si fa asfaltata, ormai fra ville e villette di Albano S. Alessandro. Si prende la prima strada sulla destra (Via S. Giorgio), poi a sinistra (Via Magellano) poi ancora a destra (Via Colombo), di nuovo a sinistra (Via IV novembre, attraversando un ponticello). Proseguiamo fino a incontrare sulla sinistra una fontanella. A un incrocio proseguiamo dritti (Via Locatelli, direzione Municipio) poi a sinistra (Via Garibaldi) e infine a destra (Via Roma). Raggiungiamo e attraversiamo al semaforo la Strada Statale, mentre sullo sfondo appare il Santuario della Beata Vergine delle Rose. In poche decine di metri siamo alla stazione ferroviaria di Albano S. Alessandro, da qui il treno raggiunge Bergamo in 11’.
Da Scanzorosciate ad Albano Sant'Alessandro

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Santuario della Cornabusa

Il santuario della Cornabusa è uno degli esempi più impressionanti in Italia di chiesa situata all'interno di una caverna in cui sgorga una sorgente d'acqua. La caverna si apre a circa 700 m. sul livello del mare, si trova in località Cepino nel comune di Sant'Omobono Terme.
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