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Passeggiata per tutti sul «Balcone d'Italia»

Escursione in Val d'Intelvi
Passeggiata per tutti sul «Balcone d'Italia»

Alle baite e praterie del Monte Alto

L’escursione parte al termine di via Valzelli, nella stazione turistica del Monte Pora in alta Valle Seriana (1.489 m). Superata la sbarra, si prende la sterrata che in mezz’oretta porta alla baita Valmezzana (1.477 m). Alex, l’alpeggiatore, è un ottimo casaro e vende formaggio, burro e salame da urlo.     Si riparte, poi, ritornando indietro una cinquantina di metri, per prendere la sterrata che sale alla pozza d’abbeverata; la si supera per circa 500 metri e poi si imbocca a sinistra il tratturo che sale nei prati, con direzione sud-Est (15’ dalla Baita). Sempre su questa traccia, si oltrepassa un capanno da caccia e in breve si raggiungono le praterie del Magnolini. Ora il Pizzo Formico, l’Alben, il Vaccaro e la Presolana paiono coccolare questo incantato ambiente. Pochi minuti e si è al rifugio Magnolini (1.612 m, 1 h 10’ dalla partenza).Gustata la pausa, si riparte in direzione del Monte Alto (vedi indicazioni CAI) e diritti per pascoli maculati da bassa vegetazione e cespugli di rododendri, in meno di mezz’ora si è sulla tondeggiante vetta (1.723 m). Qui la piastra geodetica ci indica dal Monte Rosa all’Adamello, passando per ogni significativa vetta delle Orobie. Si prosegue verso Nord con la Presolana, il Visolo e i monti Scalvini di fronte, scendendo verso il nuovo rifugio Pian della Palù (1.593 m, 30’ dalla vetta). Si prosegue salendo per ottima stradina alla pozza e alla baita del Termen posta sulle piste da sci.Ora lo straordinario giro volge al termine e, passando sul retro della struttura, una stradina e poi la pista da sci, in breve ci portano agli eleganti condomini di Malga Alta di Pora (1.456 m) e, in discesa per via Pian del Termen, si sbuca sulla via Valzelli che, presa in salita, in pochi minuti conduce al parcheggio da cui siamo partiti. E per ben finire... suggeriamo una deviazione e breve visita al suggestivo santuario Madonna delle Grazie di Lantana. Un edificio del 1400 che al suo interno presenta affreschi del XV secolo e un’interessante Via Crucis. Per ulteriori dettagli: CAI Castione - info@caicastione.it
Alle baite e praterie del Monte Alto

Dal Rifugio Forni al Pizzo Tresero

Un trekking impegnativo adatto ai più allenati
Dal Rifugio Forni al Pizzo Tresero

Scialpinismo in Val d'Arigna

In località Casacce, a Ponte in Valtellina (Sondrio), vanno individuati i cartelli, non troppo evidenti, che indicano le località Sazzo-Arigna-Briotti. Si prende la strada che conduce, attraverso la splendida val d’Arigna, alla centrale di Armisa. Ci si trova così in località Ca’ Pizzini a 1.041 metri di quota, dove si parcheggia l’auto. Con un buon innevamento si possono già inforcare gli sci e avviarsi, seguendo la stradina, verso i prati della località Foppe (1.369 m). Qui vale la pena fare una sosta e guardarsi attorno. Il paesaggio che si spalanca davanti agli occhi regala una veduta sulle più belle cime delle Orobie. Si prosegue ora per le baite Moretti (1.456 m) e poi fino alle baite Campei (1.638 m). A monte di queste bisogna puntare a sud-est, attraversando un tratto di bosco con radi abeti che, dopo circa 100 metri di dislivello, si apre in una zona dominata dai caratteristici «pillow» (rocce coperte da neve). Si sale in direzione nord-est e ci si immette nell’evidente valletta all’estrema sinistra che, tenendo la faccia a monte, sbocca nelle conche limitrofe al rifugio Pesciӧla. Si procede in direzione sud-sud-est fino a quota 1.950 metri. Il pendio diventa adesso più ripido e continuando in direzione est si sale una valletta che si apre, a sinistra, a quota 2.000. Ci si immette così nella soprastante valletta e la si segue fino alla punta Pesciӧla (2.344 m), in corrispondenza dello spartiacque tra la val d’Arigna e la val Malgina. La si supera e si avanza su un terreno vario fino al pizzo di Faila (2.491 m). Normalmente gli sci vengono lasciati a quota 2.381 metri, in prossimità di una piccola croce. Ecco perché in realtà si dovrebbe parlare di pizzi di Faila. La cima più elevata invece la si può raggiungere percorrendo gli ultimi ripidi metri a piedi. La discesa si effettua lungo il percorso di salita.  
Scialpinismo in Val d'Arigna

Con le pelli fin sul Pizzo Brunone

Si parte dal caratteristico borgo di Agneda (Sondrio) a 1.228 metri di quota. Nella stagione invernale è disabitato e se la strada non è pulita dalla neve conviene lasciare l’auto poco prima di arrivarci, dove è possibile trovare un piccolo parcheggio. Si inforcano subito gli sci e in poco tempo si raggiunge Agneda, con una bella chiesetta del ‘400 intitolata a Sant’Agostino. Si prosegue verso un largo pianoro lungo una strada forestale che, con alcuni tornanti, porta alla diga di Scais. Superata la diga si costeggia il lago omonimo (1.499 m), che rimane, salendo, alla nostra destra. Si segue l’itinerario in direzione del rifugio Mambretti, ma non lo si raggiunge, immettendosi invece sul sentiero estivo fino alle case di Scais (1.547 m) e di seguito alle baite Caronno a 1.612 metri.Si attraversa a destra un ponticello di legno e in direzione sud-est si incontrano alcune rocce caratteristiche che sembrano conficcate nel terreno formando quella che pare una grossa grotta. Si affronta ora la parte più impegnativa. Si tratta di un ripido vallone sulla destra (attenzione al rischio valanghe) che si segue fino a una strozzatura dalla quale si esce, sulla sinistra raggiungendo la dorsale (passo della Scaletta 2.523 m?). Si continua con una diagonale, sempre verso sinistra e si risale il vallone con alcuni tratti impegnativi. In particolare nell’ultima parte, prima di raggiungere un’ampia bocchetta, vanno valutate con attenzione le condizioni di stabilità della neve. Da qui, in poco tempo si guadagna la meta scialpinistica oppure a sinistra, risalendo a piedi un crestone su facili roccette, la vera vetta del pizzo Brunone (2.720 m). Per la discesa con gli sci si segue lo stesso tracciato della salita. A fare da cornice il pizzo Redorta (3.038 m) e il pizzo di Scais (3.038 m) con la vedretta omonima.
Con le pelli fin sul Pizzo Brunone

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