Ho trovato 484 risultati per lecco

La Zelkova di Brembate di Sopra

Una Zelkova del Causaso, curiosa rarità botanica, cresce rigogliosa nei produttivi territori ad Ovest di Bergamo.

Zavattarello e la tradizione culinaria

Il nostro tour prosegue con Zavattarello, considerato il paese più storico della provincia di Pavia e uno dei più belli della Lombardia, meritevole di considerazione per il Castello Dal Verme del celebre capitano di ventura Jacopo Dal Verme abbarbicato sulla collina, ma anche per le sue antiche case di “su di dentro” (com’è chiamato il nucleo medievale che conserva la struttura originaria), vale a dire l’insieme di edifici in pietra a coronare la sua bella e suggestiva piazza medievale.   Un fascino antico suggellato dalle vie sinuose e dai passaggi stretti che a raggiera conducono verso la Rocca sovrastante, da poco ristrutturata e oggi sede di un museo d’arte contemporanea. Interamente in pietra, con il ricetto fortificato, le sue 40 stanze, le scuderie, la chiesa, gli spalti e la vista sensazionale sul territorio circostante che si apre dalla terrazza e dalla torre, è riconosciuto come uno dei complessi architettonici più interessanti della zona. Dopo tanto vagare è necessario ristorarsi… e a Zavattarello in quanto a buon cibo c’è davvero l’imbarazzo della scelta: per la sua collocazione geografica, il borgo prevede una cucina che abbraccia un po’ di tutti i piatti della tradizione dell’Oltrepò Pavese e del Piacentino. Una zona ricca di funghi e tartufi pregiati, che si traducono in prodotti principe di diverse ricette della tradizione: in questa stagione spiccano irrinunciabili il risotto con i funghi porcini, la polenta, i ravioli di brasato, i tortelli di zucca e la selvaggina salmistrata. Altro prodotto tipico del borgo che vi farà leccare i baffi è il salame crudo, la pancetta stagionata di maiale realizzata seguendo antiche ricette lombarde. 

Rogeno

A spasso nel tempo sulle sponde del lago

Como Città Creativa per l'Artigianato e l'Arte Popolare

Riconoscimento ottenuto grazie alla grande esperienza custodita riguardo la lavorazione della seta
Cravatte - tessuti - abbigliamento @AdobeStock inLombardia

Da Valtorta al Rifugio Grassi

Un belvedere sui monti della Val Brembana, all’interno di un antichissimo sentiero di comunicazione tra le valli
Da Valtorta al Rifugio Grassi

Dentro e fuori dalle miniere

Da Lecco in auto ci si dirige in Valsassina raggiungendo Primaluna, paese dominato dal pizzo della Pieve.   All’altezza della frazione di Cortabbio si svolta a sinistra, oltrepassiamo il torrente Pioverna e proseguiamo fino al parco minerario Cortabbio. Siamo pronti a percorrere il sentiero delle Miniere. Partiamo dal piazzale antistante l’ingresso della Nuovo ribasso seguendo la strada sterrata che risale la montagna. In circa 2 ore, eccoci di nuovo al punto di partenza, dopo aver toccato i vari ingressi del complesso estrattivo. Lungo il tracciato, di circa 3,5 chilometri, si incontrano i resti della stazione della teleferica della miniera Vittoria, a quota 654 metri, e gli imbocchi di quelle più antiche, denominate Speranza superiore e Virginia superiore. Da qui ci si affaccia sul profondo burrone lasciato dai primi scavi sugli affioramenti di Barite della seconda metà dell’Ottocento.Il bello deve però ancora arrivare, con il tour guidato nel mondo di roccia della Nuovo ribasso. Il primo tratto di 255 metri porta al fondo della galleria dove si incrocia il bianco filone mineralizzato di Barite. Durante il percorso vengono presentate macchine e modalità di escavazione. Affascinano le particolarità strutturali ed estetiche della roccia della miniera, messe in evidenza con appositi faretti. Si imbocca una deviazione e in circa 500 metri si arriva alla maestosa caverna da dove è stato estratto il minerale negli ultimi 30 anni. Un grande antro illuminato con potenti fari, Salendo alcuni metri, grazie ad alcune scalette, nella galleria verticale posta su un lato, è possibile affacciarsi direttamente sull’ampia stanza.La visita interna ha uno sviluppo di circa 2 chilometri con una durata di 1 ora e 30 minuti. (Ph: Diego Panzeri)
Dentro e fuori dalle miniere

Trekking in Lombardia con i bambini

Ecco i percorsi in Lombardia adatti a grandi e piccoli da fare in inverno

Un percorso nel Parco Valentino a misura di bambino

La città di Lecco è dominata dal monte Coltignone, la terza cima del gruppo delle Grigne. Il versante meridionale del monte offre spettacolari formazioni rocciose, su queste pareti si sono scritte importanti pagine della storia alpinistica italiana.   A nord, invece, il Coltignone è caratterizzato da dolci pendii coperti da incantevoli faggeti, qui nel 1984 si diede vita al Parco del Valentino, piccolo gioiello di questa zona. L’itinerario proposto è facile, adatto a tutti, bambini compresi, e si può fare in qualsiasi periodo dell’anno. Bisogna lasciare la macchina al parcheggio gratuito ai Piani Resinelli di fronte ad un grattacielo, che si raggiunge compiendo l’anello stradale a senso unico.Ci si trova così in via degli Escursionisti, il sentiero parte avendo sulla sinistra il Parco Avventura e a destra il pratone, dove la gente si ferma per fare pic-nic, prendere il fresco o il sole.Il percorso è largo e comodo, in leggera salita e ci conduce all’ingresso del Parco Valentino dove un pannello informativo ci mostra tutti i sentieri del parco. Si prende il sentiero n.1, di fatto una mulattiera ed in poco tempo ci si trova di fronte al cancello d’ingresso del parco, lo si supera e si raggiunge un bivio, qui si prende il sentiero sulla sinistra, il n.4, in direzione Cima Paradiso. Il percorso inizia subito a salire deciso lungo una strana, e probabilmente artificiale, radura rettangolare che comincia poco sopra il bivio e continua fino alla sommessa Cima Paradiso. Alle spalle la scena è dominata dalla Grigna Meridionale, Grignetta per gli abitanti della zona, che, con le sue guglie, offre uno spettacolo unico. Osservando bene si nota lo scintillio della croce di vetta e del Bivacco Ferrario. A destra della vetta si segue la cresta Sinigaglia, stupendo percorso alpinistico invernale, mentre a sinistra si trova la cresta Segantini, cresta che termina al Rifugio Rosalba. Dopo aver ammirato il paesaggio si prosegue lungo il sentiero n.3, poi n.1, in direzione Monte Coltignone; il percorso porta in un meraviglioso faggeto si cammina con qualche saliscendi poco impegnativo. Al prossimo bivio il sentiero da seguire è il n.2, qui il paesaggio si apre e a sinistra si possono osservare il Monte Due Mani, il Resegone e i Piani d’Erna, Lecco, il Lago di Como, quello di Garlate e, infine, quello di Olginate, il Monte Barro, il Cornizzolo, il Moregallo, i Corni di Canzo, il Palanzone e, per ultimo, ma non per importanza, il San Primo. Il panorama è davvero mozzafiato e a seconda della limpidezza della giornata lo sguardo arriva sempre più lontano. Bisogna ripercorrere a ritroso l’ultimo tratto fino all’ultimo segnavia, qui, in direzione Belvedere, seguendo il sentiero n.1, inizia la discesa che porta alla passerella panoramica sotto il Roccolo. Installata da poco lungo la cresta che collega la vetta del Coltignone a quella del Forcellino, la struttura offre la possibilità di ammirare il panorama avendo il vuoto sotto i piedi, un’esperienza da non perdere! Dopo una breve sosta e qualche foto la marcia può riprendere per completare l’anello. Ora in piano si possono ammirare frassini e faggi ed è possibile incrociare qualche capriolo o camoscio. In poco tempo si giunge alla Casa Museo Villa Gerosa, piccolo edificio nato come casa patronale della zona e oggi adibito a museo naturalistico e scientifico dalla comunità montana del Lario orientale. Il museo offre un intrigante viaggio nel passato alla scoperta della vita ai piedi della Grigna Meridionale, è aperto da maggio ad ottobre e non tutti i giorni.Seguendo la mulattiera, si ritorna al cancello del parco concludendo così il nostro percorso.
Un percorso nel Parco Valentino a misura di bambino

In Bici Lungo l'Adda Nord

Durante il percorso si possono osservare varie specie di uccelli acquatici, magnifici scorci sul Resegone e sulle Grigne da un lato e, dall’altro, sulle verdi colline brianzole.
bike tour adda

Il sentiero di Leonardo

Un percorso a piedi di 540 Km sui luoghi leonardeschi
Il sentiero di Leonardo

Mototurismo su "quel ramo del Lago di Como"

Il Lario è famoso per la sua bellezza, soprattutto per i paesaggi che si possono ammirare dalle sue sponde.   Sebbene la Riviera lecchese sia meno importante per il turismo di quella comasca, meno ricca di nobili memorie del passato, meno ricca di ville con giardini, è comunque molto suggestiva. Il paesaggio è dominato da catene montuose.Oggi partiamo da Lecco per scoprire i tratti più distintivi.  Per visitare questi luoghi, la cui tradizione ha stabilito l'ambientazione degli episodi dei Promessi Sposi, consigliamo una lenta passeggiata nella parte meridionale di Lecco dalla contrada di Pescarenico, dove sono pochi i resti del monastero di Fra 'Cristoforo ma dove troverete poter visitare la chiesa dei Santi Materno e Lucia e i quartieri di Olate, presumibilmente paese natale di Lucia e dove i due si sono promessi di sposarsi. Il tour riprende verso Abbadia Lariana, per gustare il panorama; il consiglio è di prendere la litoranea lungolago e a pochi km da Lecco si incontra questo piccolo paese: la spiaggia è erbosa ad accesso gratuito. È presente un bar, cabine, sdraio, servizi igienici. È disponibile il servizio di noleggio lettini, merita sicuramente una sosta, magari accompagnata da un buon gelato. Il giro prosegue verso Mandello del Lario dove una visita quasi obbligata al museo "Moto Guzzi" che espone una ricca collezione di oltre 150 pezzi tra moto sportive e di serie, prototipi sperimentali e motori che testimoniano la storia della due ruote.Tra le eccellenze esposte si può ammirare la prima motocicletta costruita da Carlo Guzzi nel 1919 e la Otto Cilindri 500 del 1957, ideata da Giulio Cesare Carcano.L'area espositiva dedicata alle moto di serie presenta oltre 80 veicoli che, insieme al racconto della storia produttiva dell'Aquila di Mandello, raccontano una pagina dell'evoluzione sociale ed economica dell'Italia.Tra i testimoni della storia si incontra la Norge del 1928, la prima gran turismo progettata dai fratelli Guzzi, le Guzzi serie Sport e GT degli anni Trenta, l'Airone, la moto di media cilindrata più diffusa in Italia dal 1939 al 1957, e il Falcone.Il percorso espositivo dedicato alle moto da corsa regala l'emozione di trovarsi a poca distanza dalle due ruote che hanno contribuito al mito sportivo della "Casa di Mandello del Lario", tra le quali si trova la Guzzi 4V del 1924, la moto con cui Guido Mentasti conquistò il primo titolo europeo sul circuito di Monza e la Guzzi 350 che vinse nel 1955. Per lasciarsi coinvolgere nell'atmosfera del mito, da non perdere è la sezione "Il Suono della Passione", dedicata alla proiezione dei filmati più interessanti della storia Moto Guzzi. La gita riprende costeggiando sempre il lago per qualche km fino ad arrivare a Lierna, un delizioso borgo che conta poco più di duemila abitanti, ma che viene visitato da migliaia di turisti ogni anno; nelle mezze stagioni i visitatori amano passeggiare tra i vicoli del paese o sul lungolago Castiglioni, tra la piazzetta principale e la banchina del molo.Per ammirare il panorama del borgo e dei borghetti annessi affacciati sul lago di Como il punto migliore è da Genico; qui tutti i visitatori si soffermano per un selfie o una foto ricordo. Si continua a percorrere il Lungolago verso Varenna, caratteristico borgo di pescatori da visitare con lentezza, per godersi a pieno ogni suo angolo. Nella parte vecchia si incontrano strette viuzze, lunghe scalinate e piante rampicanti sulle facciate delle case in pietra. La passeggiata degli innamorati, una bellissima passerella a bordo d’acqua, vi porterà dall’imbarcadero fino al centro del paese. Qui si incontra il piccolo borgo antico, con le sue case variopinte arroccate ai piedi della parete rocciosa, sulla cui sommità sorge il Castello di Vezio. Proseguendo il nostro bel giro panoramico con un paesaggio splendido e poco impegnativo arriviamo a Bellano, da non perdere una visita all’Orrido, una gola naturale creata circa 15 milioni di anni fa dal torrente Pioverna le cui acque hanno modellato gigantesche marmitte e suggestive spelonche. I tetri anfratti, il cupo rimbombo delle acque tumultuose hanno fatto dell’Orrido uno degli attrattori più noti del Lario. L’ultima tappa prevista è Dervio dove è possibile fermarsi per una degustazione di piatti tipici lecchesi, salsiccia e polenta sono il piatto contadino d’eccellenza, solitamente servito con formaggio locale; altri due piatti tipici lecchesi di origine contadina sono il risotto con la luganega, tipico di tutta la zona comasca e la zuppa di cipolle. Non mancano i piatti a base di pesce come il risotto col pesce persico, gli agoni o il lavarello.Il tour volge al termine, si raggiunge la superstrada per fare rientro, ricordando che le due ruote sono libertà, gioia e vita, quindi sempre prudenza.

Lago di Como: Manzoni ma non solo

“Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti…”: alla scoperta della sponda orientale del Lario
Lago di Como: Manzoni ma non solo