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Museo Verri- Biassono

Alla scoperta della vecchia Brianza tra tradizioni e resti archeologici.

Varese Terra di Moto

Una terra da esplorare su 2 ruote... anche motorizzate

La Via Francisca del Lucomagno

Lungo la Via Francisca del Lucomagno, il medioevo risorge in un Cammino d’altri tempi. Tra montagne e natura incontaminata
Via Francisca del Lucomagno

In moto a due passi da Milano

Vi siete svegliati tardi? Volete uscire comunque a fare un giro in moto? Ottimo, oggi faremo un giro che partendo da Milano ci porterà a scoprire le bellezze del Naviglio Grande e Bereguardo, per un percorso di circa 80/90 Km complessivi.   Il nostro tour si avvia dalla Darsena di Milano; si tratta di bacino situato all’interno di Milano nei pressi di Porta Ticinese, in collegamento con il Naviglio Pavese ed il Naviglio Grande,  che è stato utilizzato durante i secoli per l'ormeggio, il rimessaggio e il carico/scarico dei caratteristici barconi che navigavano i Navigli milanesi. Per tale motivo era lo snodo più importante per il traffico fluviale commerciale della città lombarda, ed addirittura uno dei più importanti per tonnellaggio a livello italiano. Questa zona di Milano è famosa per la presenza di numerosi bar e pub che propongono aperitivi a prezzi contenuti, ma non mancano anche i ristoranti, birrifici artigianali e punti vendita di street food, che tutti i venerdì, sabato e domenica vengono letteralmente presi d'assalto da giovani e famiglie interessati alla “movida” sui Navigli. Dopo un breve giro (a piedi) della Darsena, completamente ristrutturata negli scorsi anni, finalmente partiamo per il nostro tour sul Naviglio Grande imboccando la via Ludovico il Moro. Superato Corsico giungiamo a Gaggiano, borgo interessante sia per l’ambiente rurale che per i monumenti storici quali il Castello Visconteo, nonché per i bassi edifici storici che si specchiano nell’acqua e atmosfere ancora d’epoca fra acciottolati e muri antichi. Fantastici i due borghi agricoli di San Vito di Fagnano e Barate.Proseguiamo dirigendoci ora verso Abbiategrasso. A questo punto il consiglio è di fare una piccola deviazione sul Naviglio di Bereguardo per visitare Morimondo e la sua Abbazia, uno dei luoghi di culto più belli e importanti della pianura lombarda. L’ Abbazia fu fondata nel 1134, e ancora oggi è uno dei massimi esempi dell'architettura cistercense unendo lo stile romanico a quello gotico. Dopo la visita alla Abbazia, molto gradevole una passeggiata nei dintorni.Ritorniamo sui nostri passi verso Abbiategrasso e ci dirigiamo ora verso Cassinetta di Lugagnano. Come i patrizi veneziani villeggiavano sul Brenta, così le nobili famiglie milanesi trascorrevano al fresco le estati lungo il Naviglio, nelle ville settecentesche che costituiscono il grande patrimonio di Cassinetta di Lugagnano, luogo fuori dal tempo, adagiata lungo il Naviglio Grande a soli 25 km da Milano.Le famiglie nobili dei Trivulzio, dei Visconti, dei Mantegazza, dei Castiglioni: questi sono solo alcuni dei casati illustri che frequentavano periodicamente questi luoghi, anche per sovraintendere alla gestione dei fondi agricoli di proprietà.Ancora in sella risalendo il Naviglio Grande fino ad arrivare a Robecco sul Naviglio. A partire dal XVI secolo, Robecco conobbe un vero e proprio periodo di splendore, coincidente col fatto che alcune tra le famiglie nobili milanesi di maggior rilievo scelsero questa e altre aree attigue per acquistare terreni dove costruire le loro residenze di campagna, investendo notevoli somme in vaste proprietà e latifondi molto redditizi. Villa Gaia a Robecco, così denominata nella seconda metà del Quattrocento per le feste che vi si tenevano, è uno dei più antichi edifici sui Navigli, ed anzi è tra i primi con caratteri di Villa in Lombardia e tra i più ricchi di ricordi storici.Parte della costruzione è comunque addirittura precedente, come dimostrano le tracce di finestre archiacute ritrovate sotto intonaco, ma fu il conte Vitaliano Borromeo a renderla così maestosa. Continuiamo a risalire il Naviglio Grande fino a superare Pontevecchio di Magenta ed arriviamo a Boffalora Sopra Ticino che vive attorno al suo ponte seicentesco, l'imbarcadero per le navigazioni turistiche lungo il più antico dei navigli milanesi, le abitazioni, i caffè e le osterie vicino alle sponde ed infine i percorsi ciclo pedonali che conducono nel cuore del Parco del Ticino. Avanti verso Bernate Ticino, borgo, citato per la prima volta come “castrum” in epoca tardo romana, intorno all’anno mille è feudo della famiglia Crivelli. Quando nel 1186 un componente della casata diventa papa con il nome di Urbano III, questi diede inizio alla costituzione della splendida Canonica Agostiniana, della quale ammiriamo il loggiato che si apre come un salottino verso il Naviglio Grande.  Il nostro giro di oggi si conclude infine a Castelletto di Cuggiono, pittoresca frazione del Comune di Cuggiono caratterizzata dal ponte in pietra più antico sul Naviglio Grande e dalla scenografica scalinata di Villa Clerici, dimora della famiglia omonima, un tempo utilizzata come imbarcadero per i nobili. La località si è inoltre prestata per la scenografia di diversi film tra i quali "L'albero degli zoccoli" di Ermanno Olmi. Il tour di oggi non è molto lungo, soprattutto per chi proviene direttamente da Milano. Attraversa però le aree più tipiche e conservate della campagna milanese, dove possiamo trovare le autentiche locande ed osterie tipiche, quelle dove facilmente troviamo tavoli ai quali ancora oggi si gioca la scopa, la briscola o il tresette. La cucina tipica è rappresentata dagli antipasti di salumi, dai pregiati risotti, dalla selvaggina, dalle rane e dalle lumache, forse il piatto più tipico, da mangiare se possibile in animata compagnia. Anche per oggi il nostro giro in moto termina qui, è ora di tornare a casa imboccando a Boffalora Sopra Ticino l’autostrada MI-TO per fare rientro a casa.

Il Cammino dei Monaci

Da Milano alla Via Francigena, attraverso il Po. Il cammino passa per tre parchi protetti, un’oasi WWF, monasteri e abbazie

Lombardia Style

Bellezza senza confini
Lombardia Style

Pace e tranquillità ad ogni passo

Questo itinerario è semplice e ad anello, adatto a tutti, a piedi, con le ciaspole quando c’è neve, ma anche in MTB o e-bike. Si snoda attraverso fitti boschi ben tenuti ed è quindi l’ideale in estate per rifugiarsi dalla calura, ma è comunque percorribile tutto l’anno, meravigliosi sono i colori che regala in autunno quando gli alberi si coprono di foglie dorate e scarlatte. Il territorio traspira pace e tranquillità ad ogni passo. L’Eremo di Sant’Alberto di Butrio sorge fra i primi rilievi dell'Appennino ligure, nella valle Staffora dell'Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia, in frazione Abbadia Sant'Alberto del Comune di Ponte Nizza. Durante l’anno nella zona vengono organizzate varie attività interessanti come la raccolta delle ciliegie a giugno e numerose castagnate nel mese d’ottobre. Lungo il percorso si attraversano lussureggianti querceti, pinete dal forte aroma resinoso e rigogliosi castagneti. Una volta lasciata l’auto nell’ampio parcheggio dell'eremo, ci si troverà di fronte ad una maestosa quercia proprio davanti all’entrata dell’edificio sacro: sulla destra dell’albero scorgerete l’inizio del sentiero che vi porta, lungo una facile discesa,verso la vallata tra l’eremo e il monte Valle Grande. A questo punto si incrocia il sentiero che, seguendo il letto del rio Begna alla sinistra, giunge fino al borgo di Mòglie: deviazione consigliata soprattutto alle famiglie con bambini al seguito poiché facilmente percorribile. Il sentiero di poco più impegnativo risale lungo il versante del monte Valle Grande: nei primi metri, se si decide di percorrere l’itinerario in MTB bisogna portare la bici a mano per via del fondo roccioso e impervio. Ci si trova in pochi minuti sul tratto che costeggia il monte attraversando dapprima un querceto per poi immergervi nella pineta. Il sentiero è piuttosto pianeggiante ma stretto, costeggiato da bassi ginepri le cui bacche risultano preziose ai locali per cucinare alcuni piatti tradizionali o preparare liquori. A tratti si scorgono, alla sinistra, il campanile dell’eremo, circondato dalla folta vegetazione. Dopo circa un chilometro e mezzo ci si trova nuovamente in un castagneto, si prosegue fino ad arrivare ad un bivio, la cosiddetta “pozza dei cinghiali”, si svolta a sinistra, lungo una discesa che conduce sulla strada asfaltata. Di nuovo si svolta a sinistra verso il borgo di Mòglie, è suggerita una visita al suggestivo oratorio di Maria Bambina, un piccolo edificio religioso in pietra da cui si gode di una splendida vista della vallata. Si attraversa il centro abitato tenendo la sinistra seguendo i cartelli del percorso ad anello fino alla fine della strada, da dove ricomincia il sentiero. Al termine di una breve discesa si oltrepassa il rio Begna e si prende il tracciato in salita verso l’eremo. La prima parte è piuttosto agevole ma poi, deviando verso sinistra all’incrocio con un altro percorso, le pendenze si fanno più ardue mentre per un tratto, che corre lungo un'antica mulattiera, il fondo diventa molto sconnesso. Al termine della mulattiera, circa cinquecento metri, il sentiero si allarga e ritorna agevole. Terminato il tratto in salita il sentiero prosegue pianeggiante per un chilometro e mezzo, immergendosi sinuoso fra i castagni. Nel tratto finale piegate in discesa verso destra alla vista del cartello “Eremo di Sant’Alberto”, si passa una piccola cappelletta in pietra dedicata al santo a fianco di una fontanella e si risale verso il nucleo di edifici dell’antico monastero fino al parcheggio. - Ph: Raffaele Redaelli
Pace e tranquillità ad ogni passo

I misteri della Chiesa di San Bernardino alle Ossa

Tour guidato a piedi a caccia di scheletri fantasmi, dall'Ossario di San Bernardino alle Ossa ai monumenti del centro di Milano
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Da Pavia ad Abbiategrasso

Le acque del Ticino, i navigli e le risaie modellano un paesaggio dalla geometria fluida che affascinò anche un certo studente. Geniale
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Una guida agli appuntamenti più belli e interessanti con fiori e piante in Lombardia, tra mercati, esposizioni, laboratori, corsi e concorsi
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