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Imbersago- Santuario della Madonna del Bosco

Luogo di pace e serenità, con una lunga scalinata e una vista mozzafiato
Santuario Madonna del Bosco Imbersago

Il Duomo di Crema

Imponente ed elegante, il Duomo di Crema è in stile gotico cistercense, semplice, armonico e slanciato. Fu eretto sopra i resti dell'antico Duomo romanico distrutto da Federico Barbarossa nel 1160 che tuttora sono visibili nella cripta. La facciata “a vento” terminante a capanna con galleria presenta un portale arricchito da una lunetta con statue. Sopra il portale, tra le due bifore, un rosone in marmo raffigura una rosa con sedici petali intrecciati, sorretti da sedici colonnine, simbolo del Paradiso. Racchiude al suo interno numerosi documenti della storia e dell'arte Cremasca.
Crema, il Duomo

Nicorvo

Situato tra Vercelli e Mortara, Nicorvo è un piccolo paesino immerso nella pace delle risaie . Qui dal 2006 un piccolo gruppo di liberi volontari, si occupa di accudire i pellegrini che percorrono la Via Francigena e che chiedono ospitalità. La Chiesa parrocchiale è dedicata a San Terenziano, patrono del paese; consacrata nel 1620, possiede cinque altari, e si possono notare alcune tele di ottima fattura: la migliore è quella del coro, che rappresenta la Beata Vergine del Rosario col Bambino Gesù ed i Santi Domenico e Terenziano Vescovo. La tela è attribuita alla scuola del Lanino, che pare operasse nella zona al tempo della costruzione della chiesa. Un'altra chiesa molto cara agli abitanti di Nicorvo è quella da essi chiamata la "Madonnina", dedicata alla Madonna del Patrocinio. Costruita nel 1764, le viene data la forma attuale nel 1910, dopo vari restauri. Nella casa Parrocchiale in centro paese sono stati sistemati 8 letti con materasso ( all'occorrenza si possono aggiungere brandine o materassi a terra). Nel grande androne adiacente alla casa Parrocchiale, si possono parcheggiare bici al riparo dall'acqua e al chiuso. Per ulteriori informazioni potete scrivere a: OSPITALITA' MADONNA DEL PATROCINIO E DI SAN TERENZIANOmail: ospitale.francigena.nicorvo@gmail.comfacebook: Nicorvo Via Francigena @nicorvo.viafrancigenainstagram: nicorvo.viafrancigenatelegram: Ospitale Nicorvotel. +39 371 5174578 Photo Di Alessandro Vecchi - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10745415
Di Alessandro Vecchi

Tromello

Lungo la riva destra del torrente Terdoppio, sulla strada che collega Pavia Mortara è il primo punto tappa della Via Francigena
Parrocchiale di San Martino

Olevano di Lomellina

Olevano di Lomellina è un piccolo comune della provincia di Pavia, nella regione detta Lomellina, fra i fiumi Po, Sesia e Ticino. E' un paese di antiche origini la cui esistenza è sempre stata legata all'agricoltura che ancora oggi costituisce l'attività principale La vasta pianura della Lomellina ove sorge Olevano, si estende fra il Ticino, il Po ed il Sesia: " una terra strana, inquietante ed affascinante che offre ai visitatori grandi spazi, grandi silenzi, ed ampi orizzonti cosi rari in Italia. Qui tutto é stato costruito, trasformato ed organizzato dall'uomo con infinita e secolare pazienza, per natura questa terra di risorgive sarebbe un'impraticabile palude: ed in effetti tale é stata per secoli. Poi, le comunità di monaci nel medioevo, la colonizzazione feudale nel Duecento, e le grandi riforme agronomiche introdotte dagli Sforza, che sperimentarono nelle seconda metà del quattrocento la coltivazione del riso, hanno fatto della Lomellina un mosaico di ricchissimi campi di cereali. Al servizio di questa estensione di coltivazioni é stato organizzato un complesso sistema di rogge e canali e sono sorte le tipiche cascine a corte chiusa, insediamenti caratteristici dell'agricoltura industrializzata della pianura padana. Oggi il faticoso ciclo della coltivazione del riso, basato sul trapianto e sulla pulizia del cereale ad opera delle mondine, in campi prima seminati a foraggio, con una continua rotazione di colture, é soltanto un ricordo; fertilizzanti, diserbanti e mezzi meccanici hanno semplificato enormemente il ciclo lavorativo che inizia ad aprile con lo spianamento, l'allagamento e la semina del riso, direttamente in risaia, e termina a settembre con la mietitura, la trebbiatura e l'essiccazione del cereale, Anche se sono sparite le mondine "canore" e si é di molto ridotto il numero delle rane gracidanti, il territorio lomellino conserva ancor oggi nei suoi spazi dilatati, profondi e misteriosi un fascino intrigante e discreto, disperso fra cielo ed acqua. Nel 2018 è stato inaugurato il Museo di arte e tradizione contadina che raccoglie gli oggetti più significativi del mondo contadino lomellino dall'Ottocento agli anni sessanta del Novecento. Esso è ospitato in un edificio rurale ristrutturato, un tempo adibito a stalla e fienile , sito in Via Uberto de' Olevano, di fronte al Castello Medievale. Il 15 e 16 agosto, in occasione della festa di San Rocco, si svolge la Sagra del Salam dla Duja, il tipico salame di maiale conservato sotto grasso nelle olle, La duja è un vaso di terracotta in cui vengono conservati i salami confezionati con carne di maiale, sale e pepe, essi vengono asciugati e stagionati per circa un mese, prima di essere messi nella duja, ricoprti dallo strutto. Fonte Comune di Olevano di Lomellina Photo:  Solaxart - Preboggion - Milano 

Gravellona Lomellina

Paese d'Arte, Natura e Fantasia

Rosasco

Rosasco si trova nella Lomellina occidentale, non lontano dalla riva sinistra del fiume Sesia. A Rosasco è la coltura del riso ad imprimere le sue connotazioni di peculiarità ad un mondo rurale che ha scritto e continua a scrivere la storia di questo territorio. La geografia ambientale è quindi formata da una sola area morfologica, secondo un tracciato nel quale la distesa delle campagne è piatta e uniforme, ed è fitta la rete delle rogge e dei canali che delimitano i campi e le diverse proprietà. I vantaggi derivati da una razionale distribuzione ed utilizzazione delle acque si accompagnano a quelli forniti dalle nuove macchine, sempre più efficienti e sofisticate: l'agricoltore ha raggiunto, grazie all'intensa meccanizzazione e modernizzazione derlle sue aziende, livelli produttivi eccellenti, acquisendo attitudini imprenditoriali e tecnologiche tali da consentirgli un'alta capacità competitiva. Il ricambio generazionale ha visto da parte dei giovani coltivatori diretti un più accentuato orientamento verso l'innovazione e la sperimentazione.  La "Cerchiara" E' un vasto bacino acquitrinoso, che si estende per circa 20 ettari nel territorio di Rosasco e in misura altrettanto consistente in quello dell'attigua località di Celpenchio, da cui la garzaia prende il nome. La garzaia rappresenta uno splendido e incontaminato parco naturalistico, nel quale, accanto alla rigogliosa varietà del patrimonio vegetativo, numerrose specie di uccelli e di altri animali possono godere di un habitat straordinario e di sicura ospitalità. Il Castello di Rosasco, costruito verso la fine del IX secolo, è una delle più antiche struitture castrensi della Lomellina: un vasto sistema fortificato, ancora oggi riconoscibile nella sua perimetrazione, sebbene abbia conosciuto nel 1630, ad opera dei Francesi capitanati dal Crequi, una grave devastazione, a cui fece seguito la totale distruzione della cinta muraria per opera delle milizie sabaude nel 1643. Restano oggi visibili, e molto ben conservate, grazie ad una diligente opera di restauro, soltanto due torri (una terza si trova inglobata nel complesso della Chiesa Parrocchiale): l'imponente "Torre del Consegno" (così chiamata per l'uso, in periodo napoleonico, di farvi convocare i giovani del luogo destinati all'arruolamento), che si affaccia sul lato Est della piazza del Paese, e l'alto e snello Torrione ghibellino, dall'nsolita pianta rettangolare, che si innalza per ben 25 metri nella zona più elevata del Centro storico. Ambedue le torri sono visitabili e pienamente agibili: in particolare, dalla sommità della seconda si può godere di una vista suggestiva di Rosasco e del territorio circostante. All'interno dell'antico perimetro del Castello, affacciata sull'ampio spiazzo del sagrato, che declina dolcemente con il suo acciottolato verso il centro della piazza del Paese, si erge la mole della Chiesa Parrocchiale, edificata nel 1496 sulle fondamenta della primitiva Cappella di Corte. L'edificio, a pianta rettangolare con due cappelle laterali, ingloba nel lato Sud-Est una delle torri medioevali collegate alla struttura del Castello; all'interno gli spazi sono scanditi da una doppia fila di possenti pilastri cilindrici in mattoni a vista, che imprimono all'ambiente una sensazione di forza e di assorta severità. Tra le numerose opere d'arte conservate all'interno spicca alla parete di destra uno splendido olio su tavola di Bernardino Lanino (fine XVI secolo); degno di menzione è anche un pregevole Crocifisso ligneo coevo e, in sacrestia, un affresco di epoca anteriore, di notevole qualità. L'intero edificio è stato restaurato e messo in sicurezza con una serie di appropriati interventi conservativi tra il 1986 e il 2005. E' dedicato a Santa Maria e al patrono di Rosasco, San Valentino. La Chiesa di San GiuseppeSullo stesso sagrato si affaccia anche la Chiesa di San Giuseppe, costruita nel corso del XVII secolo; è caratterizzata da un'unica navata con presbiterio e abside semicircolare, e da un alto campanile. Apparteneva alla "Confraternita di San Giuseppe", attiva fino al 1870. Ha subito nel corso degli anni vari rimaneggiamenti, che tuttavia non le hanno sottratto quel fascino discreto che la fa così diversa dalla prospiciente Chiesa Parrocchiale.

Pieve del Cairo

Pieve del Cairo sorge ai confini della Lomellina, separato dal Piemonte dalle acque del Po. Paese di antica tradizione agricola ha risentito delle crisi che hanno travagliato l'agricoltura e che hanno portato al progressivo spopolamento del comune.L'antico abitato del Cairo, di origine celto-ligure, sorse alla confluenza del Tanaro nel Po, sulla strada che da "Julia Derthona" (Tortona) per Tromello e Novara portava all'Elvetia. Questa strada già abbozzata all'epoca delle guerre Puniche, venne proseguita fino al Sempione dall'imperatore Settimo Severo nel 210 d.c. Fonte: Comune Pieve del Cairo Il Castello Beccaria di Pieve del Cairo sec. XIV - sec. XVIII Uno dei più grandi della provincia di Pavia, il Castello Beccaria, che ancora porta il nome di una delle prime famiglie che lo abitarono, si distingue nel panorama lomellino e pavese per la sua inusitata mole. Si tratta di un esempio di grandissimo interesse storico architettonico perché, nella sovrapposizione di forme, dai resti originali del XII secolo alle edificazioni viscontee, delle innovazioni barocche a quelle neoclassiche, rappresenta un magnifico esempio di linguaggi architettonici che nel corso dei secolo si sono fusi armonicamente, nel ricco contesto della campagna lomellina. Fonte e foto:  FAI Fondo Ambiente Italiano
Castello Beccaria Pieve del Cairo

Mezzana Bigli

Mezzana Bigli si trova nella Lomellina meridionale, a breve distanza dalla sponda sinistra del Po, presso la confluenza dell'Agogna. Nella quiete della campagna lombarda, si trova Cascina Erbatici grande complesso agricolo, ora adibito a centro congressi ed eventi CHE COSA C’È DA VEDERE La chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista fu realizzata nei primi anni dell’Ottocento, secondo moduli neoclassici, e fu ristrutturata dal Frascaroli nel 1970. Il restauro ha interessato l’aspetto architettonico e ha mirato alla conservazione delle opere pittoriche del Raggi (nella zona absidale) e del Gambini (nelle navate). Lo splendido altare maggiore in stile barocco, su cui si eleva un crocifisso ligneo di grande valore, fu fatto innalzare in marmi pregiatissimi dalla contessa Anna Confalonieri. Nel presbiterio si possono ammirare due dipinti con storie di San Giovanni e San Pietro Martire. Nelle navate troviamo, a destra, un prezioso altare con tarsie marmoree, in cui è collocata la statua della Vergine. A sinistra si trova il battistero con copertura lapidea poggiante su colonne in marmo. Degni di nota sono la sacrestia in noce, risalente al XVIII secolo, e l’organo Lingiardi. La chiesa della frazione Casoni Borroni, dedicata a Santa Maria Assunta, fu fatta erigere da Anastasia Biglia verso la fine del Cinquecento. Successivamente fu ingrandita e ristrutturata da Fulvia Biglia nel corso del XVIII secolo. Una grande tela collocata nel coro, raffigurante una maestosa immagine della Madonna Assunta, è degna di particolare attenzione: è attribuita a Gaudenzio Ferrari (1475-1546). L’appartenenza all’esimio pittore non è sicuramente facile da dimostrare; tuttavia, come afferma il Callegaris, l’attribuzione potrebbe anche non essere del tutto illegittima, per diverse ragioni: in primo luogo va ricordato che un’opera del grande pittore è custodita nella chiesa di Silvano Pietra ed è risaputo che i suoi allievi lavorarono in Lomellina. Inoltre, la presenza sul territorio di importanti famiglie milanesi potrebbe avere portato opere preziose nelle chiese di campagna. La chiesa parroccchiale della frazione Balossa Bigli fu fatta erigere dal marchese Crivelli nel 1820 in ampliamento dell’oratorio già esistente nel 1752. Allora si presentava a un’unica navata: nel corso degli anni subì ulteriori ristrutturazioni e ampliamenti. Nel 1895 fu aggiunta una controsacrestia a sinistra del presbiterio, nel 1905 fu aggiunta la navata destra ampliata la vecchia sagrestia: infine, nel 1922 fu realizzata la navata sinistra.

Lomello

Lomello fu, tra VI e VII secolo, residenza occasionale dei primi re longobardi e protrasse il proprio prestigio con l’affermarsi della dominazione imperiale, quando i Conti di Lomello iniziarono a governare il territorio circostante. Di grande interesse storico, artistico e architettonico è il complesso della Collegiata di Santa Maria Maggiore e del Battistero di San Giovanni ad Fontes, edificato nel cuore del regno dei Longobardi, al cui interno si conserva l’antica vasca battesimale con perimetro esagonale e decorazioni pittoriche del VII secolo. 
Lomello

Costa de' Nobili

Costa de' Nobili sorge su un poggio circondato dai terreni sabbiosi e argillosi delle depressioni del Po e dell'Olona.  All'inizio del Duecento Costa divenne proprietà dei Pietra di Pavia. Risale ai secoli XIII-XIV il complesso del castello formato da due fabbricati (uno dei quali è l'antico Palazzo, sede del Municipio) uniti da una torre centrale. Ai lati d'innalzavano altre due torri, oggi mozzate. La torre centrale, alta 20metri, ma ridotta allo stato di rudere, insisteva sull'antico androne d'accesso al castello. Sulla Statale n. 234 che da Pavia conduce a Cremona, a circa 20 Km da Pavia, un bivio conduce a Costa de’ Nobili, piccolo centro del Pavese sorto su alcuni dossi di terreno sabbioso e argilloso che il Po e l’Olona hanno accumulato nel corso di millenni. Negli ultimi decenni molte di queste alture sono state livellate, perché usate come cave di sabbia per la costruzione di strade, argini di difesa dei due fiumi e come materiale per l’edilizia. Come rileva don Gianfranco Maschero-ni nel suo libro “Costa de’ Nobili Pietra e la chiesa di S. Maria Assunta” (Pavia 1982), furono i re longobardi, in specie Liutprando (VIII secolo), a favorire l’insediamento in queste terre selvagge e paludose, soggette a frequenti piene, legandole, mediante donazioni, ai monasteri benedettini di Santa. Cristina e del Salvatore in Pavia. Tra esse vi fu la località Costa, così chiamata originariamente per la sua posizione sopraelevata rispetto alla zona circostante.

Oliva Gessi

Oliva Gessi  è un comune  di 162 abitanti che si trova sulle colline dell'Oltrepò Pavese, tra Casteggio e Montalto Pavese, presso i torrenti Rile San Zeno e Verzate. Ai depositi gessosi, anticamente sfruttati e situati nella località Gessi, è dovuta la seconda parte del nome. Oliva Gessi ospita il Teatro ‘M. Defilippi’, che con i suoi 100 posti in relazione ai suoi 175 abitanti può essere considerato tra i più grandi d’Europa. La locale chiesa parrocchiale è dedicata a San Martino Vescovo. All’interno si trova la statua di Luigi Versiglia, vescovo e martire salesiano trucidato in Cina nel 1930 e canonizzato nel 2000 da Papa Giovanni Paolo II. Di fronte alla porta della chiesa è stata eretta la “Salita dei Martiri” in onore di San Luigi Versiglia e di San Callisto Caravario. Nel centro di Oliva, sorge il castello che la famiglia Isimbardi nella prima metà dell’800 trasformò in dimora signorile. Il castello Il castello è a impianto quadrilatero, ha una corte centrale e un’ampia porta carraia sul lato orientale. Un alto muraglione cinge il castello su tre lati e viene ipotozzata anche l’esistenza di una torre a causa di una sporgenza sul lato settentrionale. Queste strutture sono state più volte riprese fino a dare origine al blocco quadrilatero che tuttora sorge nel punto più alto del piccolo centro abitato. Il castello è oggi di proprietà privata.Dal 1999 l’Antica Corte ospita concerti lirico-sinfonici del Festival Ultrapadum. Casa natale di san Luigi Versiglia Oggetti personali, ricordi della sua vita in Cina, fotografie, documenti e altro sono conservati accuratamente per il turista religioso e non. fonte: www.borghiecastelli.eu PHoto: Piermaria Greppi Scotti