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Periplo in quota nella Val Marcia

Questa escursione in alta Valsassina è quasi un periplo che percorre in quota i versanti che circondano la val Marcia, affacciandosi nelle valli Biandino e Varrone.   Dal parcheggio dell’alpe di Paglio, dove si può lasciare l’auto, prendiamo la carrareccia a est del prativo (ex pista da sci). Dopo poco, in località Trienal, la strada diventa sterrata e procede nel bosco con leggero dislivello fino al suo termine, intorno ai 1.525 metri. Prendiamo il sentiero che sale ripido sulla destra e ci fa raggiungere in breve la dorsale che unisce la cima di Laghetto e il cimone di Margno (1.805 m). Continuando sulla dorsale, scendiamo fino alla località Lares Brusà (1.700 m) dove ci immettiamo sulla mulattiera per l’alpe Ombrega. Alla bocche a di Olino, da cui si gode di un bel panorama su Introbio e Pasturo, lasciamo la mulattiera e scendiamo sul sentiero a sinistra che ci porta all’alpe Dolcigo (1.560 m). Risaliamo il ripido pendio erboso fino a raggiungere la bocchetta di Agoredo (1.825 m). Qui lasciamo la val Marcia e vediamo aprirsi di fronte a noi l’ampio panorama della conca di Biandino. Continuiamo in costa fino a raggiungere la località Laghit (1.930 m), un brullo terrazzo prativo a cavallo tra le valli Biandino e Varrone dove, a seguito delle piogge, si formano piccoli laghetti. Abbracciati dalle creste che vanno dal pizzo Tre Signori al pizzo Alto ci accolgono una cappelle a e un tavolo in legno con panche. Scendiamo nella valle di Barconcelli, una traversa della val Varrone, e dopo una breve deviazione all’alpe di Barconcelli (1.415 m), dove si possono trovare formaggi d’alpe, procediamo attorno al pizzo d’Alben verso l’alpe Chiarino (1.558 m), la malga Ariale (1.331 m), le stalle d’Alben (1.151 m), Zucco (1.081 m) e Porcile (980 m) fino ad arrivare al torrente Varrone, in località Giabbio di Premana.
Periplo in quota nella Val Marcia

In Val Campelli al Rifugio Campione

Questo che vi suggeriamo è uno scenografico itinerario nel cuore della Val di Scalve, si tratta della Val Campelli dove si trova la catena montuosa soprannominata “Piccole Dolomiti di Scalve”. La partenza si trova poco oltre il paese di Schilpario, in prossimità dell’area sportiva, dove si imbocca la strada in direzione Passo del Vivione, che si addentra subito in un bellissimo bosco di conifere con a fianco il Fiume Dezzo e i circuiti di sci nordico. Si costeggia il Museo delle Miniere e si giunge in località Fondi, un piccolo e caratteristico borgo di case in pietra e tetti in ardesia. Da qui la salita inizia a farsi più ripida, con tornanti, ed attraversa pascoli e baite che creano uno scenario davvero unico, continuando in un simile cornice si trova la nostra prima tappa, il Rifugio Cimon della Bagozza. Al bivio sotto il rifugio ci stacchiamo dalla strada che porta al Vivione e proseguiamo in direzione Campelli sulla la strada massicciata che si trasforma presto in una sterrata inoltrandosi nella bellissima conca di Baione dove è possibile ammirare l’anfiteatro naturale delle “Piccole Dolomiti di Scalve”, una dorsale calcarea che si estende dal Passo Campelli fino al Pizzo Camino. Passiamo a fianco della Madonnina dei Campelli, una statua raffigurante la Madonna su uno sperone di roccia e ci addentriamo in mezzo ai prati che nel periodo primaverile/estivo sono un’esplosione di colori grazie ai fiori selvatici che vi fioriscono, creando contrasto con le grigie rocce della catena montuosa sullo sfondo. Un ponticello sul Fiume Dezzo ci conduce al Passo Campelli e, in seguito, al Rifugio Campione, un piccolo ma accogliente luogo di ristoro adagiato sotto l’omonimo monte. Per il ritorno si ripercorre la medesima via dell’andata gustandoci i panorami da un’altra prospettiva.
In Val Campelli al Rif. Campione

Piste del Corniolo

Le piste più adrenaliniche e suggestive del comprensorio Montecampione, con ampi panorami sulle Prealpi Lombarde
Pista del Corniolo - Montecampione

10 motivi per visitare Bergamo

La piazza più bella d’Europa, i maestri dell’arte. I laghi e le montagne. Scopri 10 buoni motivi per visitare Bergamo

Attività sul Lago d'Iseo

Cultura, natura, sport, spiagge e buon cibo sul Lago d’Iseo.
inlombardia@adobestock

Belvedere di Parzanica

A metà strada tra cielo e lago, a 750 metri d’altezza, Parzanica si svela come un piccolo gioiello incastonato tra le alture che abbracciano il Lago d’Iseo.    Con poco meno di 400 abitanti, il borgo, rimasto isolato fino al 1957, conserva un’atmosfera di autenticità ed è conosciuto come una delle terrazze naturali più affascinanti della Lombardia. Il suo belvedere accoglie i visitatori a braccia aperte e li lascia senza parole. La posizione privilegiata consente allo sguardo di spingersi ben oltre le sponde del lago, regalando viste spettacolari su Monte Isola, su Corna Trentapassi, sul Monte Guglielmo e, nelle giornate più limpide, sulle lontane Alpi innevate. Il panorama è una spirale di colori, con un’alternanza di specchi d’acqua, boschi, creste montuose e valli scolpite dal tempo.  Nelle notti terse d’estate, Parzanica regala uno dei suoi spettacoli più sorprendenti. Lontano dall’ inquinamento luminoso della città, il belvedere si trasforma in un vero osservatorio naturale, un luogo sospeso dove ammirare le stelle in tutta la loro intensità. Stesi sull’erba con una coperta o semplicemente seduti sul muretto del punto panoramico, si può rimanere per ore con il naso all’insù, circondati dalle sagome scure delle montagne e dal bagliore tenue della luna riflessa sul lago. Un’ esperienza magica, in cui il tempo sembra dilatarsi e ogni desiderio espresso sotto una scia luminosa si carica di un’intensità speciale. Prima di osservare le stelle con il calar del sole, Parzanica offre anche itinerari immersivi per gli amanti della natura e delle camminate. Uno dei percorsi più noti parte proprio da Via Belvedere e conduce al Santuario della Santissima Trinità, raggiungibile a piedi in poco più di mezz’ora. Il sentiero si snoda tra boschi di castagno, silenzi profondi e scorci improvvisi sul lago. Per chi cerca un’esperienza escursionistica completa, invece, il Giro delle Cinque Cime è la soluzione ideale. Si tratta di un percorso ad anello che attraversa le sommità più alte del territorio comunale, offrendo un continuo alternarsi di salite, crinali e prati. In un mondo che corre veloce, Parzanica è un rifugio di silenzio e meraviglia che regala una vista che resta nel cuore per sempre.
(Ph: I Mille)

Parco delle incisioni rupestri di Grosio-Grosotto

I colli tra i comuni di Grosio e Grosotto custodiscono la più importante testimonianza del passaggio di antiche popolazioni sul territorio valtellinese: il Parco delle Incisioni Rupestri, sulle cui rocce sono incise ben oltre 5.000 figure (alcune delle quali risalgono addirittura alla fine del Neolitico).   Osservando con attenzione si può trovare il simbolo per eccellenza del Parco: un uomo con uno scudo rotondo e una spada-bastone! L’attrazione che dà il nome al sito archeologico è la Rupe Magna che, scoperta nel 1966, con le sue 5.000 raffigurazioni antropomorfe, animali e geometriche, è una delle più grandi rocce incise di tutto l’arco alpino italiano. Al parco, sulla sommità sud del colle, sorgono altri due edifici rinomati sul territorio per il loro grande interesse storico: il Castello di San Faustino (detto anche Castello Vecchio), risalente al X-XI secolo, e il Castello Visconteo (detto anche Castello Nuovo), una struttura fortificata edificata fra il 1350 e il 1375 per ragioni strategiche e di difesa. Oltre alla notevole importanza culturale degli scavi archeologici e delle due fortezze, il Parco è inserito in un contesto paesaggistico di grande bellezza e interesse naturalistico e, grazie alla sua conformazione, soddisfa sia gli amanti della montagna all’aria aperta, sia gli appassionati di storia e arte antica. I pendii del Dosso dei Castelli, infatti, consentono di osservare da vicino una delle più rinomate tradizioni agricole valtellinesi: i terrazzamenti con murature a secco per la coltivazione della vite. Prima di andare via è d'obbligo concedersi un minuto per ammirare la splendida vista dalla Rupe Magna: un panorama dominato da alberi di castagno, tipici del paesaggio montano della Valtellina. Il parco sotto le stelle Il Parco diventa ancora più affascinante nelle sere d’estate con visite guidate notturne alla scoperta dei suoi tesori. I sentieri illuminati si snodano tra i vigneti del Dosso dei Castelli, i castagni secolari del Parco, il Castello Vecchio di San Faustino e il Castello Visconteo, per culminare sotto la Rupe Magna. Qui le incisioni rupestri emergono in tutta la loro imponenza e raccontano la tradizione valtellinese più antica.  Nel corso della serata ci si potrà fermare ad ammirare la volta celeste a occhio nudo: il Parco regala uno spettacolo unico, dove costellazioni, pianeti e scie luminose sembrano danzare sopra le rovine antiche. Un momento di contemplazione e meraviglia, in cui storia, natura e suggestione si intrecciano in un solo racconto.   
(Ph: I MIlle)

Infopoint Campodolcino

Campodolcino, il cuore verde della Vallespluga!
Campodolcino, ponte romano

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Livigno in bici con i campioni

Pedalare verso il piccolo tibet
Livigno in bici con i campioni

Al Cevedale con sosta al Rifugio Pizzini

Un’escursione da fare a piedi o con gli sci d’alpinismo qualora le condizioni lo permettano, a queste quote la neve può rimanere fino a primavera inoltrata ed anche in estate, è bene informarsi sulle condizioni prima di partire è avere tutta l’attrezzatura necessaria. Escursione adatta anche a chi vuole avvicinarsi alle quote maggiori, un percorso fin sulla vetta della montagna valtellinese nel cuore del teatro bellico più elevato della Grande Guerra. Siamo in Val Cedèc, laterale della Valle dei Forni, in alta Valtellina, un ambiente silenzioso e avvolto dalla neve che nasconde le numerose testimonianze della Prima Guerra mondiale. Resti di trincee e casermette, villaggi militari e baraccamenti ricordano che qui, cento anni fa, è stata scritta una pagina significativa della Guerra bianca, quella alle quote in assoluto più alte di tutto il fronte bellico. La vetta del Cevedale, sulle Alpi Retiche meridionali, è una meta scialpinistica molto frequentata. Unisce tre vallate: Valfurva, Val di Pejo e Val Martello, è raggiungibile anche dalla Val di Solda. Il nostro punto di partenza è il parcheggio del Rifugio dei Forni. Vi si arriva da Santa Caterina Valfurva (Sondrio) percorrendo in auto la strada a pagamento (colonnina pedaggio all’inizio della via). L’itinerario per il Cevedale sale a sinistra lungo la sterrata della Val Cedèc. Si seguono tre tornanti e poi il tracciato si sviluppa quasi pianeggiante, conducendo progressivamente fino al Rifugio Pizzini. Da qui si continua dritti in direzione nord-est fino quasi alla partenza della teleferica del Rifugio Casati, dove si devia decisamente a destra, in direzione est. Le pendenze cominciano a farsi più sostenute e si passa sotto la costiera rocciosa che sale al Cevedale. Si affronta, mantenendosi sulla sinistra, la vedretta di Cedèc su pendii molto ampi e regolari, fino a raggiungere una deviazione a sinistra dove il ghiacciaio si presenta seraccato in modo spettacolare e con un netto incremento della pendenza. Si sale a est la parte più ripida e si esce verso destra in direzione del passo che collega con la Val di Pejo. Si raggiunge così in diagonale, superando l’ultimo ripido pendio, l’anticima sulla cresta nord-est e si percorre la parte terminale in piano arrivando alla croce di vetta. Poco prima di quest’ultima, sulla destra, si trovano i ruderi di una vecchia baracca risalente alla Grande guerra. L’itinerario di discesa ricalca quello della salita, una tra le più belle e semplici dei ghiacciai lombardi. Attenzione però alla presenza di eventuali crepacci, il pericolo maggiore di questa escursione.
Al Cevedale con sosta al Rifugio Pizzini

Il Passo Stelvio

Uno dei passi alpini più famosi della Valtellina che ha scritto la storia del ciclismo su strada
Passo dello Stelvio - in bici - Lombardia - ph: Roberto Ganassa - clickAlps