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In Lombardia 6 cose da fare con i bambini

Musei, gite alla Indiana Jones, fattorie didattiche. Scopri la Lombardia a misura di bambini
Vista di Grosio

Al Rifugio Tita Secchi lungo il sentiero di Cadino

Siamo nel cuore del Parco Adamello in provincia di Brescia dove la natura conquista con i suoi paesaggi incontaminati e di unica bellezza. L'itinerario è un percorso facile, su un’ampia mulattiera lastricata, con un dislivello di circa 550 m, è fattibile a piedi anche da chi ha poco allenamento, mentre richiede una buona preparazione per chi volesse farlo con MTB e e-bike. Naturalmente basterà, per i meno preparati, scendere di sella nei pezzi più ripidi. È consigliabile portare con sé bevande in quanto, nella valle che si va a percorrere, non è agevole provvedersi di acqua. Questa mulattiera, indicata come sentiero N°17, è fattibile solo in estate, la chiusura del Passo Crocedomini impedisce di raggiungere la Malga Cadino (chiuso fino ai primi di maggio, solitamente all’altezza della località Bazena, per chi proviene dalla Valle Camonica; sbarrato nella località Gaver, per chi transita dalla Val Sabbia). La Malga Cadino si trova sul lato a valle della strada e sullo stesso lato vi sono diversi spazi per il parcheggio delle auto. Mentre sull’altro lato della strada è subito visibile una strada sterrata che si addentra nella omonima Valle di Cadino della Banca. La prima parte è percorribile anche con fuoristrada, inizia pianeggiante con alcuni tratti più ripidi ed in circa 40 minuti si giunge alla Corna Bianca. È questa un rilievo di roccia calcarea che si distingue elevandosi, bianca, nel mezzo alla Valle. Da qui inizia la mulattiera che dirige verso nord con alcuni tratti selciati, altri tratti con finissima sabbia che per un attimo dà l’illusione di essere su una spiaggia di mare.La diversità di terreno, di composizione delle rocce, fa si che qui si possono trovare anche una ricchezza incredibile di fiori solitari o in infiorescenze, rendendo questa escursione interessante sia per appassionati botanici che geologi. Si arriva in breve ad un piccolo dosso dove si può apprezzare una “spianata” di rododendri: indovinare il periodo di maggior fioritura e l’orario in cui il profumo è più intenso non è cosa per tutti. Uscendo un poco dal percorso (impossibile da perdere, visto il lastricato lo individua facilmente) ci si può dirigere un poco a destra per visitare i resti, un po’ poco conservati, di una postazione risalente alle opere difensive della Grande guerra 1915/18.Da qui si può ammirare la propaggine sud della Cresta di Laione ribattezzata Castello di Gargamella, in quanto la parte alta emerge dal verde del pascolo, ripidissima e rocciosa con formazioni che ricordano torrioni di fortificazioni. Il tracciato dell’escursione rasenta i “piedi del Castello”. Continuiamo sulla mulattiera, su un piccolo tratto in discesa fra i rododendri e poi la salita ci impegna, seguendo un grande semicerchio nella valle, verso nord, portandoci, più ripida, verso un balcone naturale ove troviamo dei ruderi di una piccola struttura diroccata ricordata come “la Baita del Pastore”. Le montagne un tempo erano maggiormente utilizzate per il pascolo. L’alpeggio, nelle parti più basse (e più comode) era riservato ai bovini, mentre gli ovini e caprini (più agili e che richiedevano meno cure) venivano pascolati nelle terre più alte e il pastore doveva crearsi un riparo presso le proprie greggi. Poco più avanti ci si collega al sentiero n° 1 (ex n° 18) che giunge da Bazena e tenendo la destra ci si incammina verso il Passo della Vacca, questo tratto ha una pendenza piacevole, più dolce del tratto precedente ed è il caso di fermarsi per individuare sul profilo del Passo della Vacca, il masso a forma di bovino che dà il nome al Passo e al Lago; ci vuole un poco di attenzione perché da questo punto il masso ci mostra il posteriore che appare come un parallelepipedo rettangolo. A circa cento metri dalla Vacca, sul Passo, si può scegliere se tenere la sinistra e procedere sul sentiero storico che consentirà di arrivare al Lago della Vacca dall’alto, con un panorama su tutta la conca oppure scegliere la più comoda e un po’ più breve deviazione a destra che porta sotto lo sbarramento della diga, a pochi metri dalla casa dei guardiani della diga e del sovrastante, visibile, Rifugio Tita Secchi. Quest’ultimo è suggestivamente posizionato a pochi metri dal lago con alle spalle un massiccio, austero Cornone di Blumone che si erge fino a 2843 m. mostrando su questo lato pareti ripide sfida per gli appassionati arrampicatori a cui offre vie di ogni difficoltà.Il rifugio è di costruzione recente, ha iniziato la sua attività nel 1992, ed è attrezzato per dare alcuni confort senza stravolgere la vocazione iniziale. - Ph: @momacomunicazione
Al Rifugio Tita Secchi lungo il sentiero di Cadino

Pace e tranquillità ad ogni passo

Questo itinerario è semplice e ad anello, adatto a tutti, a piedi, con le ciaspole quando c’è neve, ma anche in MTB o e-bike. Si snoda attraverso fitti boschi ben tenuti ed è quindi l’ideale in estate per rifugiarsi dalla calura, ma è comunque percorribile tutto l’anno, meravigliosi sono i colori che regala in autunno quando gli alberi si coprono di foglie dorate e scarlatte. Il territorio traspira pace e tranquillità ad ogni passo. L’Eremo di Sant’Alberto di Butrio sorge fra i primi rilievi dell'Appennino ligure, nella valle Staffora dell'Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia, in frazione Abbadia Sant'Alberto del Comune di Ponte Nizza. Durante l’anno nella zona vengono organizzate varie attività interessanti come la raccolta delle ciliegie a giugno e numerose castagnate nel mese d’ottobre. Lungo il percorso si attraversano lussureggianti querceti, pinete dal forte aroma resinoso e rigogliosi castagneti. Una volta lasciata l’auto nell’ampio parcheggio dell'eremo, ci si troverà di fronte ad una maestosa quercia proprio davanti all’entrata dell’edificio sacro: sulla destra dell’albero scorgerete l’inizio del sentiero che vi porta, lungo una facile discesa,verso la vallata tra l’eremo e il monte Valle Grande. A questo punto si incrocia il sentiero che, seguendo il letto del rio Begna alla sinistra, giunge fino al borgo di Mòglie: deviazione consigliata soprattutto alle famiglie con bambini al seguito poiché facilmente percorribile. Il sentiero di poco più impegnativo risale lungo il versante del monte Valle Grande: nei primi metri, se si decide di percorrere l’itinerario in MTB bisogna portare la bici a mano per via del fondo roccioso e impervio. Ci si trova in pochi minuti sul tratto che costeggia il monte attraversando dapprima un querceto per poi immergervi nella pineta. Il sentiero è piuttosto pianeggiante ma stretto, costeggiato da bassi ginepri le cui bacche risultano preziose ai locali per cucinare alcuni piatti tradizionali o preparare liquori. A tratti si scorgono, alla sinistra, il campanile dell’eremo, circondato dalla folta vegetazione. Dopo circa un chilometro e mezzo ci si trova nuovamente in un castagneto, si prosegue fino ad arrivare ad un bivio, la cosiddetta “pozza dei cinghiali”, si svolta a sinistra, lungo una discesa che conduce sulla strada asfaltata. Di nuovo si svolta a sinistra verso il borgo di Mòglie, è suggerita una visita al suggestivo oratorio di Maria Bambina, un piccolo edificio religioso in pietra da cui si gode di una splendida vista della vallata. Si attraversa il centro abitato tenendo la sinistra seguendo i cartelli del percorso ad anello fino alla fine della strada, da dove ricomincia il sentiero. Al termine di una breve discesa si oltrepassa il rio Begna e si prende il tracciato in salita verso l’eremo. La prima parte è piuttosto agevole ma poi, deviando verso sinistra all’incrocio con un altro percorso, le pendenze si fanno più ardue mentre per un tratto, che corre lungo un'antica mulattiera, il fondo diventa molto sconnesso. Al termine della mulattiera, circa cinquecento metri, il sentiero si allarga e ritorna agevole. Terminato il tratto in salita il sentiero prosegue pianeggiante per un chilometro e mezzo, immergendosi sinuoso fra i castagni. Nel tratto finale piegate in discesa verso destra alla vista del cartello “Eremo di Sant’Alberto”, si passa una piccola cappelletta in pietra dedicata al santo a fianco di una fontanella e si risale verso il nucleo di edifici dell’antico monastero fino al parcheggio. - Ph: Raffaele Redaelli
Pace e tranquillità ad ogni passo

Chiesa in Valmalenco- Alpe dell'oro

MTB-Chiesa Campo Moro

Chiesa Valmalenco, Lanzada, Tornadri, Campo Franscia, Largone, Campo Moro - ritorno a Chiesa Valmalenco

Borno Ski Area

Gli appassionati di snowboard, di feste e di animali qui troveranno un paradiso naturale da scoprire in compagnia.
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Morbegno e dintorni

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Tirano e dintorni

http://www.valtellina.it/flex/images/b/0/0/D.d52168f4566eed47aeeb/tirano_750_370...

MTB-La via dei Terrazzamenti ciclopedonale

ovest. Morbegno, Ponte di Ganda, S. Croce, Selva Piana, provinciale per Dazio, Dazio, Regolido, S. Antonio, Bosco, Pilasco, Masino, Ardenno, Villapinta, Ronco, Maroggia, Piasci, Monastero, Regoledo di Berbenno, Foppa, Molini, Polaggia, Postalesio, Vendolo, Castione, Moroni, Triasso, Rocce Rosse, Colombera S. Anna, Campoledro, Sondrio est. Sondrio, Ponchiera, Montagna, Poggiridenti, Tresivio, Ponte, Chiuro, Castionetto di Chiuro, Teglio, Bianzone, Villa di Tirano, Tirano

Un'estate in vetta

Zaino in spalla e scopri i migliori trekking e le attività outdoor #inLombardia
Trekking in Lombardia

Attraverso la storia della Valle Olona

Da Castellanza parte un percorso ciclabile che costeggia tutto il fiume Olona e la suavalle, storico passaggio delle popolazioni fin dall’alto medioevo. Parte della ciclabile è sul tracciato della ex ferrovia della Valmorea costruita nel 1926 eche univa Castellanza a Mendrisio. Attraversate il Parco Medio Olona e il Parco Rile - Tenore - Olona passando dalMonastero di Torba (Sito Unesco e luogo del potere longobardo con il ParcoArcheologico di Castelseprio) e da Castiglione Olona, “Isola di Toscana in Lombardia”. Punti di interesse: Ex ferrovia Valmorea sito UNESCO Monastero di Torba borgo di Castiglione Olona BICICLETTA CONSIGLIATA: City-Bike | MTB

Infopoint Madesimo

Tutte le informazioni per vivere la montagna a Madesimo
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