Ho trovato 39 risultati per Nei borghi dell’Oltrepò

Codevilla

Sorge in prossimità dello sbocco in pianura del torrente Staffora, e la sua storia si identifica sostanzialmente con quella della frazione di Mondondone dove sirgeva un avamposto difensivo della rocca di Codevilla, di cui oggi rimangono solo pochi ma affascinanti resti. Mondondone fu sede comunale fino gli inizi del XVI secolo; fu in parte proprietà del Monastero pavese di Santa Maria e Ant'Aureliano, detto "del Senatore". Il paesaggio è molto bello, sulle colline prospicenti le frazioni di Mondondone e Piana, si estendono folti boschi di latifoglie, roveri, robinie e castagni. Troviamo anche il Santuario del Pontasso dove una leggenda popolare vuole che sia stato fondato da un guerriero longobardo, di nome Asso, che durante l’assedio di Pavia si era recato nei boschi dell’Oltrepò per cacciare. Smarritosi tra la fitta boscaglia, egli fece voto di costruire una cappella nel caso avesse ritrovato la strada: in quel momento, una signora sarebbe giunta in suo soccorso per indicargli la giusta direzione.
Codevilla

10 motivi per visitare Pavia

Il Duomo, i musei, l’orto botanico, l’università. I borghi dell’Oltrepò. Ecco 10 buoni motivi per visitare Pavia

Golferenzo

Piccolo gioiello della Valle Versa, meta imperdibile per chi compie un viaggio nell'Oltrepò Pavese
Golferenzo - ph: Borgo dei Gatti

Il Buon Vino

L’Oltrepò Pavese, terra di grandi e nobili vini

Oltrepò pavese: Passo del Carmine e Passo del Penice

Un percorso impegnativo circondato dal caratteristico Oltrepò Pavese. Dal Passo del Carmine al Passo del Penice, viste mozzafiato in sella alla bicicletta.
Oltrepò pavese: Passo del Carmine e Passo del Penice

Pavia

Conosciamo meglio Pavia, la Lomellina e l'Oltrepo' pavese attraverso i video di chi ben la conosce o l'ha visitata per noi
Pavia

Insider Pavia

Pavia, Vigevano, le campagne dell’Oltrepò, i borghi. Scopri 7 consigli per una gita super “local”. 
I 3 laghi_Lomellina

Sentiero delle Fontane

Nell’alta Val di Nizza si trova il Sentiero delle Fontane, un percorso di 7 km tra le colline dell’Oltrepò Pavese per riscoprire la ricchezza di un territorio attraversato da sorgenti naturali.   Questa valle, una delle più importanti zone vinicole della Lombardia, è incorniciata dai paesaggi che si estendono tra le colline dell'Appennino ligure e quelle prealpine. Le tinte aranciate che li rivestono in autunno si trasformano in primavera in campiture verdi dalle sfumature floreali e, tra questi panorami, si nascondono pittoreschi borghi da esplorare.  Uno di questi è Poggio Ferrato, borgo medievale situato a circa 600 metri di altitudine celebre per la Festa d’Autunno, dedicata ai sapori del territorio, che a ottobre accoglie tantissimi visitatori. Un borgo tranquillo, sospeso sulle colline e immerso tra i paesaggi vinicoli, punto di partenza per il Sentiero delle Fontane, che inizia dalla Cappella Votiva, in Via delle Vigne, e prosegue secondo le indicazioni tra sei sorgenti continuamente attive, boschi di querce e faggi e antiche case di sassi di Carasco, prima rocca della nobile famiglia longobarda dei Malaspina. La Val di Nizza è ricca di sentieri da percorrere con una giornata di sole, partendo anche da comuni prossimi a Poggio Ferrato, come Fortunago, ma è punteggiata anche da caratteristici borghi medievali, da visitare anche in caso di maltempo. Tra questi Zavattarello, con Castello Dal Verme, antico fortilizio che svetta dall’alto del paese e Varzi, tra stradine e percorsi ciottolati e scorci panoramici, offrono l’opportunità di arricchire l’esperienza naturalistica con un’immersione nella storia pavese.   
Ph: I Mille

Zavattarello e la tradizione culinaria

Il nostro tour prosegue con Zavattarello, considerato il paese più storico della provincia di Pavia e uno dei più belli della Lombardia, meritevole di considerazione per il Castello Dal Verme del celebre capitano di ventura Jacopo Dal Verme abbarbicato sulla collina, ma anche per le sue antiche case di “su di dentro” (com’è chiamato il nucleo medievale che conserva la struttura originaria), vale a dire l’insieme di edifici in pietra a coronare la sua bella e suggestiva piazza medievale.   Un fascino antico suggellato dalle vie sinuose e dai passaggi stretti che a raggiera conducono verso la Rocca sovrastante, da poco ristrutturata e oggi sede di un museo d’arte contemporanea. Interamente in pietra, con il ricetto fortificato, le sue 40 stanze, le scuderie, la chiesa, gli spalti e la vista sensazionale sul territorio circostante che si apre dalla terrazza e dalla torre, è riconosciuto come uno dei complessi architettonici più interessanti della zona. Dopo tanto vagare è necessario ristorarsi… e a Zavattarello in quanto a buon cibo c’è davvero l’imbarazzo della scelta: per la sua collocazione geografica, il borgo prevede una cucina che abbraccia un po’ di tutti i piatti della tradizione dell’Oltrepò Pavese e del Piacentino. Una zona ricca di funghi e tartufi pregiati, che si traducono in prodotti principe di diverse ricette della tradizione: in questa stagione spiccano irrinunciabili il risotto con i funghi porcini, la polenta, i ravioli di brasato, i tortelli di zucca e la selvaggina salmistrata. Altro prodotto tipico del borgo che vi farà leccare i baffi è il salame crudo, la pancetta stagionata di maiale realizzata seguendo antiche ricette lombarde. 

Alla scoperta dei campi di lavanda in Oltrepò Pavese

Non solo Provenza: anche in Oltrepò è possibile trovare distese di lavanda

Varzi e la sua tradizione gastronomica

Ritmi rilassati e sapori genuini caratterizzano questo piccolo borgo dell’Oltrepò Pavese nel cuore della Valle Staffora, distante circa un’ora da Pavia e 90 km da Milano con il quale inauguriamo il nostro giro.   Custode di ben otto secoli di storia tra muri in pietra, architettura medievale, fortificazioni ed elementi barocchi e rinascimentali, è un’ottima scelta per ritagliarsi del tempo di qualità. Una visita che non può prescindere dal pittoresco centro storico medievale su cui vegliano maestose la Torre di Porta Soprana e la Torre di Porta Sottana, dalle strette vie fiancheggiate da case in pietra e dai suoi caratteristici portici. Ma ciò che fa di Varzi una sosta irrinunciabile è la sua cucina tradizionale che, tramandata di generazione in generazione, vede tra i suoi piatti forti il risotto con i funghi porcini, la trippa con i fagioli bianchi e il merluzzo con le cipolle. Il suo vero vanto, immancabili in ogni ristorante della zona, sono tuttavia gli stupendi ravioli di brasato: considerati un vero piatto nobile poiché racchiudono un ripieno di brasato appositamente cucinato al posto di avanzi e di tagli diversi, richiedono maestria e tecnica culinaria nella loro preparazione.Oltre ai pranzi principali, qui un momento ad alto tasso di convivialità è poi la merenda, occasione per riunirsi intorno a un tavolo davanti a un tagliere di salame di Varzi accompagnato dalla micca, la tipica pagnotta di grano duro a forma di treccia.  

Su e giù per le colline tra borghi e fiabe

L’itinerario proposto è pensato per ciclisti con almeno un po’ di allenamento e si snoda lungo i rigogliosi vigneti dell’Oltrepò Pavese, in un continuo saliscendi fra le colline a nord di Borgoratto Mormorolo, regalando scene rurali dal fascino fiabesco. Si sconsiglia di percorrerlo dopo abbondanti piogge a causa della natura argillosa del terreno che, in tali condizioni, diventa molto pesante e scivoloso, nel tratto finale inoltre si deve affrontare una ripida salita dal fondo decisamente sconnesso e pietroso e una successiva ripidissima discesa altrettanto sconnessa. Si parte dall’ampio parcheggio del campo sportivo comunale in località Chiesa, dove si può ammirare la chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano, si segue inizialmente la strada in discesa verso destra superando il centro abitato: ci si trova presto a fianco dei vigneti che costeggiano la strada, dopo poco più di 500 m si devia a sinistra e si seguono i cartelli che indicano il percorso ad anello attorno a Borgoratto Mormorolo, sentiero del CAI n. 33. Si prosegue per il centro di Zebedo e si segue la stretta stradafino all’inizio del sentiero sterrato lungo i filari dei vigneti. In lontananza, di fronte si scorge il Castello di Montalto Pavese, imponente fortezza appollaiata su un colle che domina l'orizzonte per tutto il tratto nord dell’escursione. Poco più di un chilometro più avanti ci si trova nuovamente su strada asfaltata: si gira a destra e si sale verso il borgo Casa Facchini, si segue verso destra e si riprende lo sterrato fra i campi coltivati. Dopo una breve salita si scende verso Braglia: si attraversa la strada e si prosegue fino al sentiero che riporta, una volta oltrepassata una roggia, nuovamente in mezzo agli splendidi vigneti. Dopo una ripida salita si prende il sentiero verso sinistra da dove si gode di un’ottima vista sulle colline circostanti. Arrivati al borgo di Boiolo si prosegue dritti seguendo sempre la segnaletica del percorso. Da qui inizia il tratto più impegnativo, dapprima con una ripida salita su asfalto per proseguire poi su fondo sterrato e successivamente pietroso e molto sconnesso, verso la cima del colle più alto, passando attraverso un querceto. Una volta giunti sulla sommità, dove la vegetazione risulta molto più rustica e composta principalmente da arbusti, la vista sulle vallate circostanti è a dir poco mozzafiato e si possono apprezzare la bellezza sublime di un territorio rurale scolpito tra i rilievicollinari. Percorsa la cresta del colle è facile individuare il sentiero, opportunamente segnalato, che scende verso destra e che riporta al paese di Borgoratto. Bisogna prestare attenzione al primo tratto dei due chilometri di discesa poiché molto ripido e sconnesso. Nell’ultimo tratto le pendenze si alleggeriscono un poco e presto si è nuovamente immersi nei vigneti. Subito dopo aver oltrepassato un ponte ricomincia il tratto asfaltato, una breve salita riporta nel centro abitato, qui si prende verso destra e si sale di nuovo verso località Chiesa ritrovando il parcheggio. - Ph: Raffaele Redaelli
Su e giù per le colline tra borghi e fiabe