- Musica e spettacolo
I love Rauschenberg
Mostra di Enrico Cazzaniga
Si celebra quest’anno il centenario della nascita di Robert Rauschenberg (Port Arthur, 22 ottobre 1925 - Captiva Island, 12 maggio 2008), artista tra i più significativi del panorama internazionale della seconda metà del ‘900.
Enrico Cazzaniga, artista comasco dichiaratamente innamorato dell’opera del maestro americano, che è stato fondamentale per la sua formazione e che tuttora ne influenza la ricerca, intende celebrare questa ricorrenza con una proposta particolarmente efficace, affidando il compito alla presentazione di una cartella di immagini di un’opera storica di Rauchenberg dedicata all’Inferno di Dante, realizzata tra il 1958 e il 1960 e quasi subito pervenuta al Moma, il Museum of Modern Art di New York, che tuttora la conserva come un capolavoro fondamentale della storia dell’arte.
Le 34 tavole - tante quanti i canti dell’Inferno più il canto introduttivo - nascono dalla lettura dell’opera di Dante ma si confrontano con la contemporaneità, sia nello spirito che le anima che nei singoli frammenti che le compongono, costituiti da immagini recuperate da giornali e riviste e trasferite su carta con una tecnica affidata ai solventi chimici e integrate da interventi diretti, in buona parte informali, eseguiti a matita, a pastello ad acquerello e guazzo.
Una narrazione questa che va ben oltre l’illustrazione del testo dantesco per toccare il tempo presente, mostrandone, verrebbe da dire, trasgressioni e vergogne.
La sequenza visiva dei canti del Dante-Rauschenberg guida il percorso e l’occhio del visitatore alla parete di fondo di ArtCompany dove, nelle identiche dimensioni delle tavole di Rauschenberg, Cazzaniga focalizza il suo omaggio a quel maestro con un trittico in cui ne ripercorre le suggestioni e ne replica anche alcune tecniche, coordinandole con le proprie.
Interessante è l’affacciarsi di Dante da una parte e di Rauschenberg dall’altra sulla composizione centrale che, anche nei colori, mantiene toni bassi di rispetto e di piena sintonia, lasciando però al fruitore ampi spazi di lettura e di considerazione personale. Qualificanti in rapporto alla sua produzione e alla sua ricerca sono l’uso della candeggina su fustagno nero e di smalto stradale su asfalto nei due ritratti e l’applicazione in rilievo sulla tavola composita centrale di una figura di triangolo tronco capovolto, immagine mutuata dal cono stradale, che rimanda allo schema del succedersi dei gironi danteschi dell’Inferno dal primo cerchio del limbo al nono cerchio dei traditori.
Testo di Luigi Cavadini, critico d'arte