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Estate in Lombardia

I migliori luoghi da vedere, le più belle escursioni e tante idee per la tua vacanza: scopri il territorio della Lombardia!
Come vivere intensamente la tua estate in Lombardia

Riserva della Biosfera "Ticino Val Grande Verbano"

Un corridoio ecologico nella Pianura Padana, ricco di vegetazione, fauna e testimonianze storiche
Parco Ticino - natura @inLombardia

Infopoint Abbiategrasso

Abbiategrasso è una splendida cittadina posta 22 km. a sud-ovest di Milano, facilmente raggiungibile in bicicletta lungo le alzaia del Naviglio Grande, nel cuore del Parco del Ticino.
Abbiategrasso, vista dall'alto del centro storico

Infopoint Sondalo

Sondalo si trova a pochi passi dai grandi centri turistici dell’Alta Valtellina e sorge ai piedi del Parco Nazionale dello Stelvio, grande e meravigliosa riserva naturale alpina entro la quale si trova parte del suo territorio.
Panoramica Sondalo

Infopoint Terre del Vescovado

I borghi, le vigne e i colli del Serio
Terre del Vescovado

Monte Stella e il giardino dei Giusti

…la montagnetta di Milano

Un tram chiamato desiderio

Vi innamorerete di questo prestante mezzo di trasporto che vi porterà in giro per tutta la città
Tram Milano

Museo di Santa Giulia. Sito UNESCO

Non chiamarlo solo museo. Vivi l’arte e la storia come non le hai mai vissute.

Si pedala tra il bello, da Chiavenna a Colico

Soprattutto in autunno salire in bicicletta per andare alla scoperta di un bell’angolo della Lombardia senza fare ricorso alla nostra auto è piacevole e possibile, la meta dove arrivare, per poi partire a pedalare, è Chiavenna, in provincia di Sondrio, che si raggiunge con il treno. Valtelbike è un servizio messo a disposizione proprio di chi vuole spostarsi in libertà, con la sola forza delle proprie gambe, un circuito che consente di noleggiare le bici in diverse località della Valtellina, nel nostro caso Chiavenna, con la possibilità di restituirle in un’altra postazione, per noi Colico (Lecco), al termine dell’escursione. Si inizia la pedalata tra le vie del centro di Chiavenna, tra fontane in pietra ollare, pavimentazione in porfido e locali tipici, si attraversa due volte il Fiume Mera per trovarsi di fronte a Palazzo Balbiani, localmente chiamato il Castello, si passa sotto il Parco Botanico del Paradiso, antica e panoramica cava di pietra, si risale verso nord arrivando nella zona dei crotti, piccoli edifici sfruttati come frigoriferi naturali grazie al Sorel, un vento che esce dalla montagna a 8ºC per tutto l’anno. Oggi molti sono stati riconvertiti in ristoranti. Si raggiunge il doppio salto delle Cascate dell’Acquafraggia, capaci di affascinare Leonardo da Vinci tanto da citarle nel Codice Atlantico, si è a Borgonuovo di Piuro ed è qui che si inverte la rotta puntando verso sud ritornando Chiavenna dove si possono ammirare altre due nobili testimonianze storico-artistiche: la Collegiata di San Lorenzo e il Battistero Monolitico del 1100. Superando i Ponti sul Mera e sul Liro, si pedala per 14 km in leggera discesa su percorso asfaltato dedicato alle biciclette. Le vette della Val Chiavenna fanno da cornice. A Novate Mezzola l’ambiente cambia repentinamente: prima il lago con i suoi ampi orizzonti, poi gli stretti passaggi a fianco della montagna. Verceia ci presenta invece una straordinaria opera del’ingegneria militare: la galleria di mina di San Fedele. Un suggestivo passaggio sul lungolago ci introduce alla Riserva naturale dei Piani di Spagna. Da qui all’Adda qualche chilometro su strada richiede un minimo di attenzione, ma l’ultimo tratto lungo il fiume rimette a contatto con la natura, si passa dal Forte di Fuentes, di origine spagnola, e dal Forte Montecchio, risalente alla Grande Guerra, si costegguia infine il Lario e dal Molo di Colico si conclude la pedalata alla stazione ferroviaria della cittadina lecchese, all’ombra del Monte Legnone. - Immagine di copertina: @klaus dell'orto
Si pedala tra il bello, da Chiavenna a Colico

In Val Alpisella dove nasce l'Adda

Il nostro itinerario ad anello, di 23 chilometri, parte dai laghi di Cancano e San Giacomo di Fraéle. Si raggiungono seguendo le indicazioni lungo la strada che da Bormio sale verso Livigno. Occorre però deviare a destra all’altezza dell’abitato di Premadio e percorrere in auto una serie di tornan che conducono, dopo 13 chilometri, al passo di Fraéle. Continuiamo in auto e costeggiamo gli invasi a sinistra utilizzando la pista sterrata fino al parcheggio all’imbocco della val Pettini. La nostra pedalata comincia da qui, risalendo proprio la val Pettini, con i cartelli del Parco nazionale dello Stelvio a farci da guida. Dopo circa mezz’ora ci troviamo nelle gole della val Corta che, come dice il nome, si supera in breve tempo. Quasi all’improvviso e con una certa sorpresa per l’ambiente che incontriamo, ci addentriamo nella splendida piana dei pascoli di Trela. Alle spalle della malga dell’alpe ci dirigiamo a destra sul tratto più impegnativo del percorso, che attraverso un single track ci consente di guadagnare il passo di Trela. Da qui affrontiamo una piacevole discesa lungo la desolata val Pila in direzione di Trepalle (segnavia 136). Ci dirigiamo quindi a destra e, seguendo l’incassata valle del Torto, in poco tempo perdiamo quota verso la diga di Livigno. Prendiamo, svoltando ancora a destra, una bella sterrata (segnavia 138) in direzione del ponte delle Capre. In prossimità del rifugio Alpisella, in una posizione panoramica sull’invaso di Livigno, seguiamo le indicazioni per il passo Alpisella, risalendo per circa un’ora la ben tenuta strada militare. Una volta superato il passo si incontrano le sorgenti del fiume Adda. Dopo una panoramica e gradevole discesa eccoci di nuovo sulle rive degli invasi di San Giacomo e Cancano.Li costeggiamo a destra per un paio di chilometri fino al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto. Leggi le recensioni, commenta il percorso e scarica il tracciato GPX sul sito orobie.it
In Val Alpisella dove nasce l'Adda

Wine Bike Tour 2- Adrenalina

Uno splendido percorso, adatto a persone mediamente allenate
Wine Bike Tour 2 - Adrenalina

Sulle tracce di S. Stefano in Val d'Arigna

All’ombra della vetta più imponente delle Orobie Valtellinesi, il Pizzo di Coca (3050 m), l’itinerario si sviluppa nell’ombreggiata Val d’Arigna ed è disseminato di suggestioni, religiose e culturali. Senza dimenticare che i 10 ghiacciai monitorati fanno della Val d’Arigna il territorio più glaciale delle Orobie Valtellinesi. Protagonista dell’escursione di grande impegno la figura di Santo Stefano che, prima di subire il martirio per lapidazione, passò anche in Valtellina per l’opera di evangelizzazione. Sul versante orobico partì dal paese di Castello dell’Acqua risalendo sui monti per trovare rifugio, spiccando il volo per raggiungere luoghi di meditazione, come racconta la leggenda. Oggi le tracce del santo sono visibili nei toponimi come il Lago inferiore di Santo Stefano e l’omonimo passo a 2693 m, ma anche sui segni impressi su alcune rocce dove la leggenda narra che il santo avesse appoggiato i piedi e il “cazzet” che usava per cagliare il latte, ricevuto come elemosina. L’escursione di grande impegno parte da Briotti (1049 m), porta del Parco Orobie Valtellinesi, frazione del comune di Ponte in Valtellina, dove Santo Stefano intraprese l’ultimo tratto del cammino. Imboccando il sentiero numero 265 si raggiungono i Prati di Torre (1145 m) e le Baite Bernè (1310 m), quindi si entra in un fresco bosco. Giunti alla Baita Spanone (1559 m) si sosta per cercare una nuova impronta del santo posta su una roccia. Seguendo a destra verso la Bocchetta di Santo Stefano, si tocca lo Zocc de li Möli, ai piedi della diga, ci s’imbatte nella chiesetta di Santo Stefano (1848 m) e si risale verso il Lago di Sopra (2124 m). Su questa via si scorge a sinistra il Lago di Mezzo (1936 m) percorrendo la ripida salita che porta alla Bocchetta (2378 m). Da qui la vista spazia senza soluzione di continuità sui balconi glaciali che ospitano i tre laghi, scorgendo i gruppi montuosi dell’Adamello e del Cevedale, i massicci del Bernina e del Badile, in lontananza il Monte Rosa. Sul versante opposto alla Bocchetta un vallone scende verso l’alpe Armisola, mentre poco sopra al Lago Inferiore (2139 m) si stacca sul lato sinistro idrografico il sentiero che in poco meno di un’ora porta al rifugio Gino e Massimo in località Grioni (1850 m). Dal rifugio per la discesa a Briotti passando dall’Armisola (sentiero 267) si può prendere la pista forestale che passa per Paiosa (1160 m) e scende fino alla ex decauville del Gaggio; in alternativa il sentiero che tocca Mason di Sopra (1412 m), Le Piane (1240 m) e da qui a Briotti.
Sulle tracce di S. Stefano in Val d'Arigna