- Musica e spettacolo
Fulvio Luciani
Camera con musica
Programma
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Partita in Si minore BWV 1002
Allemanda – Double
Corrente – Double. Presto
Sarabande – Double
Tempo di Borea – Double
Partita in Re minore BWV 1004
Allemanda
Corrente
Sarabanda
Giga
Ciaccona
Preludio in mi maggiore BWV 1006
Preludio
Loure
Gavotte en Rondeaux
Menuet 1re e 2de
Bourée
Gigue
Violino Fulvio Luciani
Si completa con le tre Partite il ciclo dei Sei Solo bachiani iniziato nella scorsa stagione con le tre Sonate.
Partita è un nome arcaico della Suite, una composizione in più movimenti, ciascuno dei quali rimanda a una danza di cui porta il nome, Allemanda, Corrente e così via. Ma la corrispondenza tra Partita e Suite contiene in sé una certa ambiguità, perché se la Suite è una successione di danze piuttosto libera, un montaggio, o se preferite un caleidoscopio, un florilegio di caratteri diversi, la Partita – dal latino pars,‘ parte’ – nasce invece come forma di variazioni, generata dunque da una sola idea, con forte unità e coerenza.
La prima delle Partite a violino solo di Bach, quella in Si minore, esibisce questo carattere con ostentazione: tutti i movimenti sono ostinatamente in Si minore, e ognuno è seguito da un suo doppio, un Double, che ne costituisce una ripetizione variata così significativa da essere diventata un movimento a sé. Ognuna delle Partite contiene un movimento che fa eccezione rispetto alla successione standardizzata della suite strumentale: Allemanda, Corrente, Sarabanda e Giga. Nella prima Partita è il Tempo di Borea, chissà in che modo legato al vento del nord, o alle personificazioni divine dei venti per gli antichi Greci; nella seconda è la celeberrima Ciaccona, una delle pagine capitali dell’intera storia della musica, da cui è iniziata la riscoperta del Bach violinistico intorno a metà Ottocento; nella terza Partita è la Loure, il cui nome si rifà ad una antica cornamusa della Normandia.
Ma quello di Bach è un gioco di rimandi sottilissimo, in cui niente è ciò che appare: le danze non sono quelle che un tempo venivano ballate, sono piuttosto delle loro riverberazioni, dei loro fantasmi portati entro il territorio di un linguaggio extra colto esclusivamente strumentale. Nemmeno il terreno di gioco è quello profano e popolare che ci aspetteremmo, trattandosi, appunto, di danze. Non era stato così nemmeno la volta scorsa, quando in scena erano andate le Sonate.
La forma della Sonata strumentale deriva, secondo tradizione, della Sonata da chiesa, con la sua severità di linguaggio. Ma anche lì c’era stata un’incursione profana, costituita dalla Siciliana della Sonata in Sol minore.
Le Sonate e Partite per violino solo di Johann Sebastian Bach sono, per i violinisti, un libro di magia.