Entità ormai mitologica e protagonista della storia locale, il maestoso Rogolone da tre secoli cresce forte e vigoroso nei boschi di Grandola ed Uniti ed è meta di veri e propri pellegrinaggi degli amanti della natura.

Già in scritti del 1500 si parlava della grande quercia, sotto la quale si svolgevano riti pagani e si prendevano decisioni fondamentali per la vita nei paesi della valle che dal Lago di Como porta a quello di Lugano. In realtà si è compreso, tramite esami strumentali, che l’attuale Rogolone è il successore dell’albero che la tradizione vuole lì già nel Medioevo.

Nonostante questo, la strabiliante rovere che oggi si può ammirare è amatissima e di dimensioni incredibili per la specie. Tant’è che già nel 1922 il monumento verde venne posto (tra i primissimi a livello nazionale) sotto tutela come bellezza naturale italiana.

Il principale percorso per raggiungerlo (sentiero n°38) parte dalla località Codogna, più precisamente dalla settecentesca Villa Camozzi, oggi sede del municipio e del Museo etnografico e naturalistico Val Sanagra.
Camminando mezzora lungo il piacevole sentiero, tra muretti a secco e antiche costruzioni rurali, si giunge nella radura dove appare il secolare albero con un tronco di circonferenza ormai prossima agli 8 metri (diametro di 252 cm) ed un’altezza superiore ai 22 metri.
Si resta davvero senza parole nel vederlo. A completare il fiabesco scorcio vi è poi il Rogolino, la rovere sorella del 1820, anch’essa monumentale con quasi 4,5 metri di circonferenza.

I due meravigliosi alberi sembrano tenersi per mano con il loro incrociarsi di rami. Raggiungere la loro radura è un’esperienza unica ed emozionante; proseguendo poi lungo il sentiero si può giungere dapprima all’affascinante Bosco Impero, poi a Carlazzo e alla Riserva Naturale del Lago di Piano.

Monumento verde liberamente visitabile.

(Ph: Luca Pernechele)