• Itinerari

Dal Coca al Curò

Partenza/Arrivo
Da: Teglio (SO)
A: Teglio (SO)
Tipologia/Periodo
Trekking
Primavera/Estate
Durata/Lunghezza
3,30 ore
5km
Dislivello
Salita: 1153m
Difficoltà
MEDIA

In discesa ci incamminiamo lungo il sentiero con segnavia CAI n.303 sino a superare il ponticello di cemento.
 

Poco oltre, s’incrocia il sentiero che sale da Valbondione, lo trascuriamo e pieghiamo a sinistra per avvicinare i ripidi pendii erbosi della conca che accoglie il rifugio.
Raggiuntili, il tracciato inizia a prendere quota in modo moderato, consentendoci invece forti vedute sull’alta Valle Seriana, sul demanio sciistico di Lizzola e sulle propaggini del Pizzo Redorta. Un’ampia curva ci pone in direzione Nord-Est e su questa si raggiunge lo sbocco della Valle del Polledrino che trae origini lassù nei pressi della Bocchetta dei Camosci, l’anticamera del Pizzo Coca. Il percorso ha poca pendenza e serpeggia aereo fra le vallecole che precedono il Passo del Corno, che raggiungiamo con uno sbalzo finale (2.200 m, 1h 10’ dal rifugio). Il Monte Corno è vicinissimo.
Dal passo si scende leggermente nella valletta opposta e, con una traversata a mezzacosta sui pendii erbosi, dove è facile anche avvistare colonie di camosci, si raggiunge quel tratto di sentiero più sassoso ed esposto, attrezzato con catene metalliche che ne facilitano il superamento. Segue una facile mezzacosta che porta alla base di un canale roccioso e detritico che si risale con l’aiuto di ulteriori catene metalliche.
Si perviene così in un pianoro erboso cosparso di enormi massi e spesso “vivacizzato” da capre e pecore, che rappresentano il punto più elevato di questa traversata (2.325 m, 1h dal Passo del Corno).
Una breve sosta ci permette di spaziare sulle montagne circostanti, da quelle della Valmorta, verso Nord, al Pizzo Recastello dominante la conca del Barbellino, già visibile sotto di noi con il bacino della Valmorta. Verso Sud, in basso, l’abitato di Valbondione, seminascosto dall’aguzzo e robusto Pinnacolo di Maslana. Inizia ora una ripida discesa verso la diga di Valmorta, dapprima lungo il costone e poi spostandosi verso sinistra sui pendii erbosi.
Il sentiero serpeggia tra rododendri e piccoli fiori e, con una lunga serie di tornanti che rendono meno pesante la discesa, si raggiunge il fondo della Valmorta, dove si attraversa il corso d’acqua e ci si dirige verso la piccola diga. Oltrepassato il detritico fondovalle, si risale verso la Casa di guardia della diga, dalla quale ci si immette, verso sinistra, nella mulattiera che costeggia le pareti rocciose della galleria di servizio scavata dall’Enel.
Una discesa gradinata e una successiva salita portano nei pressi del rifugio privato dell’UEB, dal quale in breve si è all’accogliente rifugio Corò

 

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