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Una ricca palude ai Piani Olimpici

Un percorso alla portata di tutti che attraversa la palude di Valtorta in Val Brembana
Una ricca palude ai Piani Olimpici

Terme di San Pellegrino

Vasche interne ed esterne. Bagni turchi, saune, stanze del sale e del ghiaccio. Alle Terme di San Pellegrino il relax è glamour
QC terme di San Pellegrino

L'altopiano del Monte Cancervo

Il Monte Cancervo è una imponente bastionata rocciosa sulla sinistra all’ingresso in San Giovanni Bianco (BG).Montagna selvaggia, precipita sul versante brembano, dolce sulla sommità e boscosa sul versante dell’alta Valle Taleggio. Si lascia la Val Brembana a San Giovanni Bianco e si sale a Pianca per proseguire verso Brembella e Cespedosio dove, poco prima della contrada di Boffalora, nei pressi di un parcheggio, si stacca, sulla sinistra, una cementata con indicato “Monte Venturosa - Passo Grialeggio” (siamo a 1.050 metri).Su questa ci si avvia in salita, si supera un roccolo e si entra diagonalmente nel bosco di faggi. Dopo circa mezz’ora, la strada si restringe a sentiero che raggiunge i ruderi della baita della Vecchia (La Egia de l’Era, 50’, 1.330 m).Ora si prosegue per numerosi corti tornantini sino al Passo Grialeggio (1.690 m), dopo un’ora e 45 minuti di cammino.Quassù si vedono le sagome del Resegone e delle due Grigne e i pascoli dei Piani dell’Alben, dove si distinguono i rifugi Cesare Battisti e Gherardi. A settentrione domina il Monte Venturosa con i suoi verdi bivacchi. Si riparte in piano e, a sinistra, per un centinaio di metri, al suolo, su un masso, un segnavia CAI 102 ci indica la direzione per la Baita Rifugio Cancervo.Ne segue una bella traversata in quota, fino a raggiungere la stalla del Cancervo, subito sopra il “monumento” a Bortolo Danelli e il rifugio Cancervo (45’ dal Passo). Goduta la pausa si prosegue in salita nella direzione suggerita dalla freccia sulla staccionata e, di seguito, i bolli gialli.Si affianca una baita (Galli cedroni) e si continua per la vetta. Dopo 40 minuti di piacevole camminata si è alla vetta, caratterizzata da una croce metallica posta dal CAI di Vaprio d’Adda nel 1981 (1.835 m, 3 h 30’ dalla partenza). Si continua sul versante opposto, verso settentrione, dove già si vede di nuovo il Passo di Grialeggio e, per marcato sentiero, a tratti ripido, lo si raggiunge in 20 minuti. Non resta che seguire a ritroso l’andata, ci si cala a valle sino al parcheggio di partenza (1 h dal Passo). Per ulteriori dettagli: CAI Alta Val Brembana - tel. 0345 82244
L'altopiano del Monte Cancervo

Alle falde del Monte Valletto

Per la strada della Val Brembana si supera Cusio, imboccando la salita verso i Piani dell’Avaro . A circa tre quarti della salita, presso la “Curva degli sciocc”, si parcheggia. Il tracciato si presenta come una gradinata (CAI 108). Si parte e, vinti i gradini, si entra nel bosco: il sentiero si spiana e, con direzione NO, supera una valletta con acqua e giunge ai pascoli di Casera Valletto dirimpetto al Pizzo di Giacomo. Si prosegue in salita lungo la traccia nella prateria ritrovandosi in breve al raccordo con la mulattiera che sale da Ornica (vedi cartello segnalatore CAI 107). Superata la sorgente San Carlo, ci si inoltra nella Valle di Salmurano, pervenendo ai pascoli dove si nota il rudere della baita del Piano.Si prosegue lungo il tracciato che si snoda nell’ampia conca per giungere al bivio fra l’antica mulattiera che porta al Passo di Salmurano e il sentiero verso il rifugio Benigni. Si va a destra verso il Passo di Salmurano, dove si apre la finestra sulla Valle del Pescegallo, su Gerola e sulla barriera delle Alpi Retiche, con i suoi giganti di granito e ghiaccio (2.017 m, 1h 40’ dalla partenza).Si riprende a destra camminando a fianco delle trincee della linea Cadorna. Superato il traliccio dell’alta tensione, si continua a mezza costa e si raggiunge un ampio costone che discende per ripido pascolo. Terminata la discesa, si prosegue in piano e s’incontra la baita Alta (1.197 m).Ora bisogna recuperare una cinquantina di metri di dislivello per raggiungere la sella erbosa posta fra il Monte Triomen a sinistra e il Monte Avaro a destra. Noi puntiamo su quest’ultimo piegando a destra. Bastano una decina di minuti e si è in vetta. Goduta la panoramica pausa, si ritorna alla sella e si piega a destra, seguendo il CAI 101.Dopo 20 minuti si giunge al bivio con il CAI 109 che scende ai Piani. Lo si impegna e si giunge dopo un’ora al laghetto, dove si trova l’albergo Rifugio Monte Avaro a 1.650 metri. Si riparte seguendo la strada che scende verso Cusio, affianca la casina in legno con il campanile finlandese e in circa 2 chilometri di discesa, porta alla località Sciocc, punto di partenza. Per ulteriori dettagli: CAI Alta Val Brembana - tel. 0345 82244
Alle falde del Monte Valletto

Itinerario sulle tracce di Cadorna

Circa cento anni fa, in onor di guerra con l’Austria, il generale Luigi Cadorna fece fortificare una seconda linea difensiva che interessava anche il Passo di Lemma e di Tartano, luoghi che andremo a percorrere in questo memorabile itinerario o meglio, in questo viaggio a ritroso nel tempo.   La partenza avviene dal piazzale degli impianti sciistici di San Simone, in alta Val Brembana, dove si sale la sterrata che porta alla Baita del Camoscio e successivamente si sale alla Casera Sessi allungando verso la panoramica Baita Belvedere.Seguendo il tracciato 116 si giunge al noto Passo di Lemma, una bella mulattiera militare che si sviluppa sulle pendici del Monte Lemma e conduce al rudere della vecchia caserma e al Passo di Lemma. Si prosegue ora per la lunga e spettacolare cresta che ci porta in meno di un’ora sulla vetta, potendo ammira l’ampio panorama sulle Alpi Retiche, dove spiccano le cime del Cengalo e del Badile. Scendendo poi cala si arriva al Passo di Tartano, a cavallo tra la Val Lunga di Tartano e la Valle dei Forni, ramo superiore del Brembo di Valleve.Tagliando verso destra, in leggera discesa, vale la pena raggiungere i circhi di origine glaciale che ospitano i limpidissimi laghi di Porcile per scattare bellissime foto ricordo.Poi salutiamo la grande croce per scendere al parcheggio, con il Monte Valegino a sinistra e il Pegherolo e il Cavallo di fronte. Siamo sul lungo tracciato della mulattiera che, dopo aver perso rapidamente quota, taglia verso Ovest, tutto il versante meridionale della Cima di Lemma. Attraversando gli alpeggi Saline, Fontanili e Larice, ci ricongiungiamo poco oltre il Baitone al sentiero percorso all’andata, facendo ritorno al punto di partenza.
Itinerario sulle tracce di Cadorna

Fra laghi e rifugi del Diavolo

Partendo da Carona in Alta Valle Brembana, conviene parcheggiare a monte del paese (via Carisole), laddove, nei pressi di un ampio tornante, si stacca dalla strada (segnavia 210) la gippabile che sale al lago del Prato (1.650 m), dove si sdoppia con quella che continua per il Lago di Fregabolgia, servendo il rifugio Calvi.     Si imbocca questa stradetta e in breve si giunge alla frazione di Pagliari (1.313 m). Si attraversa il borgo e, salendo lungo la carrareccia, si transita ai piedi della cascata che scende dalla Valle Sambuzza. La strada prosegue in freschi boschi e allungandosi verso il Lago del Prato (1.650 m; 1 h 30’). Qui si prende a sinistra il segnavia 224, direzione Rifugio Longo. Alcuni tornanti aprono su grandi vedute sul Pizzo del Becco, poi inizia una lunga traversata sotto il Monte Masoni. Basterà ancora un’oretta di piacevole camminata per raggiungere il rifugio (2.026 m; totale 2 h 30’).Da qui si riparte, salendo con il segnavia CAI 246 al lago del Diavolo (2.142 m, 20’ dal rifugio). Poi si prende la salita alla Selletta che raggiungiamo dopo tornantini e passaggi su pietraia. Siamo ora di fronte ai Pizzi del Diavolo, del lago Poris, del Grabiasca e alla lunga costiera del Monte Cabianca. Laggiù, sui pascoli, brillano il lago Rotondo e il rifugio Calvi, nostri prossimi obiettivi.La discesa è lunga, dapprima, verso Nord, poi dopo una decisa piega a destra si scende sino a toccare la baita vecchia dell’Armentarga e successivamente si attraversa il fiume Brembo che solca la Val Camisana. La discesa prosegue ora sul lato opposto, solcando una sorta di giardino botanico naturale e attraversando alcuni dossi rocciosi. Eccoci al piccolo sbarramento davanti al lago Rotondo e al rifugio Calvi (2.015 m, 2 h dalla Selletta).Dopo la pausa si riparte, stavolta per costeggiare il lago Fregabolgia (CAI 225) sino alla diga e, superatala, via con la discesa sino al Lago del Prato, dove ritroviamo il bivio per il rifugio Longo. Si continua per i Dossi, per la cascata e per il borgo di Pagliari, ed eccoci alla macchina. Per ulteriori dettagli: CAI Alta Val Brembana - tel. 0345 82244
Fra laghi e rifugi del Diavolo

Passo di Dordona

Con questo itinerario ad anello il camminatore può vivere grandi emozioni, al confine della Val Brembana in provincia di Bergamo e la Valle Madre in provincia di Sondrio.  L'ampio Passo di Dordona, è un punto molto panoramico, da cui si può ammirare buona parte della Valtellina, il percorso è inoltre ricco di specchi d'acqua, prati e roccia.L'automobile va lasciata in uno dei parcheggi di Foppolo, nota località sciistica dell’alta Valle Brembana, il punto di partenza è Via Cortivo a 1.650 m, nella parte alta del paese, dove si deve imboccare il sentiero 202 in direzione del Passo Dordona. Si prende quota nel bosco di larici e abeti, con il paese che si fa via via più piccolo alle spalle, si cammina sul lato orografico destro della vallata, si arriva al pianoro della Baita Cornellini, si attraversa il torrente su un ponticello di legno e si prosegue rimontando il ripido versante opposto. In poco meno di un’ora si arriva sugli ampi pascoli del Passo di Dordona a 2.063 m.Qui è bene soffermarci ad ammirare quel che resta dei manufatti militari della Linea Cadorna, risalenti al Primo conflitto mondiale. La Valtellina, con le sue montagne, si mostra in tutta la sua bellezza. Si intravede il Rifugio Dordona e lo si raggiunge, seguendo il segnavia 201/A, sulla comoda strada sterrata, molto frequentata dai biker, che scende in val Madre. Dopo una meritata sosta ristoratrice risaliamo a prendere il sentiero 201/A, incamminandosi in direzione dei laghetti di Porcile. Tra roccette e prati si giunge alla Bocchetta dei Lupi, si continua abbassandoci nella valle omonima e già si vede dall’alto il più grande dei laghetti.Lo si raggiunge proseguendo, sul versante opposto, in ripida discesa e si arriva all’innesto con il sentiero 201 proveniente dal Passo di Tartano. Una breve deviazione di 5 minuti permette di apprezzare anche il più piccolo dei Laghetti di Porcile, si torna sui propri passi e, seguendo il sentiero 201, ci si dirige per un ripido e roccioso tracciato al Passo di Porcile, non senza aver prima costeggiato il terzo laghetto. Si rientra in territorio bergamasco perdendo quota e passando dal pianoro della Baita delle Cadelle e poi lungo tornanti rocciosi caratterizzati da una pendenza che richiede qualche attenzione. L'escursione si conclude attraversando un fitto bosco di abeti e larici. Immagine di copertina: @DimitriSalvi
Passo di Dordona

Cosa vedere sulle montagne lombarde

Cosa visitare in Lombardia: guida ai luoghi e alle località più importanti.
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I formaggi della Lombardia

È proprio dalla Lombardia che provengono alcuni dei formaggi italiani più famosi in tutto il mondo
I formaggi della Lombardia

Da Tartano alla Scima de Cavisciöla

Un’escursione lunga, con un discreto sviluppo e dislivello. Non troppo impegnativa, ma che comunque richiede un buon livello di preparazione fisica e di capacità di valutare le condizioni della neve, in brevi tratti su ripidi pendii. Un percorso solitario immerso in luoghi incantati e diretto verso una vetta a cui le cartine ufficiali non attribuiscono nemmeno una denominazione, ma che la gente del posto chiama in dialetto «Scima de Cavisciöla».Siamo a Tartano (Sondrio). Dalla piazza si raggiunge la contrada Biorca dove si lascia l’auto in un ampio parcheggio. Con pendenze trascurabili si procede verso sud-ovest lungo la strada sterrata sulla destra del torrente, corrispondente al sentiero 113 che conduce al passo Pedena. Dopo circa due chilometri si giunge alla contrada Barbera, sul lato opposto della contrada Bagini.Proseguendo dritti si entra in val Budria. Dopo un altro facile tratto di circa due chilometri la valle termina e ci si trova di fronte a un’alta barriera rocciosa. La si aggira stando sulla destra con un ripido e tortuoso sentiero alle pendici del monte Pedena. Va prestata attenzione alle condizioni della neve in alcuni ripidi canali. Si raggiunge un balcone panoramico di pascoli in prossimità delle baite di Saröden (1.976 m) sotto la sella del passo Pedena (2.234 m).Ci si dirige verso est fino allo stretto intaglio della bocchetta di Lago (2.202 m), dopo aver oltrepassato il pizzo del Vento (2.235 m). Alla cima del monte Tartano (2.292 m) si gode un’ottima discesa fino al pianoro della casera di Sona Alta. Da lì si risale fino a raggiungere la sella della dorsale orobica che separa la province di Sondrio e Bergamo. Si continua fino alla diramazione che a est conduce alla cima di Lemma (2.348 m) e alla val Lunga di Tartano e a sud alla cima dei Siltri (2.175 m) e alla val Brembana. La cima finale è chiamata in dialetto «Scima de Cavisciöla» o di Lemma occidentale (2.266 m), anche se la vetta è quotata, ma non nominata dalla cartografia dell’Istituto geografico militare. Si trova a circa 200 metri a nord-est del più conosciuto pizzo Rotondo (2.237 m).La discesa è lungo la val di Lemma, costeggiando nella parte finale la strada che affianca il torrente Tartano fino a raggiungere il ponte di località Barbera e proseguire fino all’auto sull’itinerario iniziale.  
Da Tartano alla Scima de Cavisciöla

Val Cervia

Cedrasco

Foppolo

Piste da sci e di pattinaggio, ma anche piscine, palestre e discoteche. In Val Brembana, Foppolo offre una vacanza a tutto sport
Foppolo, Val Brembana