• Itinerari

Valmorta, un paesaggio grandioso e solitario

Partenza/Arrivo
Da: Valbondione (BG)
A: Ponte in Valtellina (SO)
Tipologia/Periodo
Trekking
Primavera/Estate
Durata/Lunghezza
5 ore
10km
Dislivello
Salita: 1683m
Difficoltà
MEDIA

La Valmorta in provincia di Bergamo, forse per i pascoli scarsi e impietrati, o più probabilmente perché priva di valichi utili al transito e chiusa in se stessa, non ha mai riscosso troppo interesse nemmeno fra i pastori più avvezzi alle asprezze ed alla povertà della montagna, guadagnandosi un nome poco invitante ma in netto contrasto con l’integra bellezza dell’ambiente alpino che racchiude.

Dopo un primo tratto relativamente stretto, alla quota di circa 2100 m la valle si apre in una vastissima conca, dominata dall’imponente anfiteatro di cime del Pizzo Coca, del Druet e del Diavolo di Malgina; è un paesaggio autenticamente alpino, grandioso e solitario, che si ritrova in pochissime altre località delle Orobie.

L’intera valle è stata rimodellata dai ghiacciai; verso il Coca si distingue chiaramente un’alta morena, e ovunque sono visibili cordoni morenici minori, rocce levigate dall’abrasione glaciale e grandi massi depositati disordinatamente. I campi di neve, che a lungo indugiano nei circhi sommitali, alimentano vari torrenti che scivolano veloci tra vaste zone detritiche e lembi di bassa prateria, raccogliendosi infine al limite del pianoro, nei pressi di un piccolo lago.

L’itinerario non presenta particolari difficoltà, ma essendo relativamente lungo e faticoso può essere conveniente compierlo in due giornate, prevedendo un pernottamento al Rifugio Curò.

Dalla frazione Beltrame di Valbondione si procede lungo la strada per Lizzola, seguendo poi un tornante che gira verso destra, in corrispondenza di un bar. A sinistra si diparte una carrareccia sterrata con segnale CAI 305, che si segue, inoltrandosi nel bosco con pendenza regolare e lasciandosi in basso il Fiume Serio.

Passando attraverso alcuni valloni si giunge presso la stazione della teleferica e si prosegue finché la strada sterrata non diviene una mulattiera e il bosco si dirada, lasciando posto a una parte più esposta.

Da qui, si sale verso sud con pendenze più ripide, compiendo una serie di tornanti. A questo punto, il Sentiero 305 si incrocia con i Sentieri 304/306 e si procede a nord lungo una mulattiera scavata nella roccia. Si sale così rapidamente al Rifugio Curò; dal rifugio si prende il Sentiero 323 che si dirige vero la Diga del Barbellino, scende nel breve pianoro alla sua base, risale sull’opposto versante.

Si prosegue lungo un sentierino che presenta tratti con catene, fino a che non si raggiunge una bella mulattiera che si segue. Dopo un tratto leggermente più ripido con alcuni tornanti, la salita si fa poi più dolce e, senza strappi eccessivi, il sentiero percorre tutta la Valmorta fino al piccolo lago omonimo, da dove punta ripidissimo verso la Bocchetta del Camoscio.

A questo punto si abbandona il sentiero, che per la difficoltà è consigliato esclusivamente ad alpinisti escursionisti esperti, e si può esplorare liberamente la vasta conca della Valmorta, magari spingendosi anche a una grande morena ben visibile sull’incombente versante del Pizzo Coca.

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