• Itinerari

Lo spirito del bosco

Partenza/Arrivo
Da: Canzo (CO)
A: Canzo (CO)
Tipologia/Periodo
Trekking
Primavera/Estate/Autunno/Inverno
Durata/Lunghezza
2,30 ore
6km
Dislivello
Salita: 400m
Difficoltà
FACILE

Lo Spirito del bosco è un sentiero inaugurato a giugno del 2008, nato da un’idea di Alessandro Cortinovis, autore delle sculture, con l’aiuto per la realizzazione di ERSAF.

La difficoltà del cammino non è rilevante, il sentiero si snoda prevalentemente in piano con alcuni brevi strappi, smorzati da scalette e tornanti, richiede comunque scarpe con una buona aderenza per via di alcuni tratti con terreno umido e scivoloso.
Lungo tutto il percorso, in parte protetto con staccionata, disseminati qua e là, gli spiriti del bosco osservano e guidano il camminatore.
Un modo curioso e simpatico che rende ancora più piacevole l'andar per boschi, ideale e divertente per famiglie con bambini e scolaresche.

La partenza è situata in località Gajum, frazione di Canzo in provincia di Como, nel triangolo lariano. La si raggiunge facilmente dirigendosi sulla provinciale 41 verso Canzo, appena oltrepassato il centro bisogna svoltare a destra e seguire le indicazioni verso fonti Gajum.
Arrivati in prossimità delle fonti è bene lasciare la macchina in uno dei parcheggi nei pressi del ristorante “La Sorgente” o poco più avanti sulla Via per San Miro.
Nei giorni festivi e pre-festivi, il parcheggio consigliato è quello dell'area di Piazzale Giovanni XXIII nei pressi del cimitero in Via Rimembranze.

Il percorso si snoda fra le foreste dei Corni di Canzo lungo il torrente Ravella di cui il primo tratto, fino alla chiesa di San Miro al monte, è completamente su sfondo in selciato. Giunti alla fine della strada bisogna proseguire oltre la sbarra sul sentiero geologico, lungo il quale si trovano parecchi cartelli che spiegano l’origine dei vari tipi di roccia che si incontrano durante il cammino, oltre ad alcune notizie culturali del luogo.

La prima tappa è la Chiesa di San Miro che si raggiunge seguendo sempre il selciato senza deviazioni, qui ci si può rinfrescare con due delle numerose fontane che si trovano lungo il cammino. Terminata la visita del santuario, e letta l’interessante storia di San Miro, si ritorna sul tracciato precedente ripercorrendo a ritroso un breve tratto, fino a giungere al primo dei vari ponti che attraversano il torrente Ravella. Da qui il percorso prosegue su un sentiero sterrato ben segnalato in mezzo ad una spettacolare faggeta proseguendo sempre verso la nostra seconda meta, località Terz’Alpe.

Dopo una mezz’ora circa di cammino dal primo ponte, superata la ripida scalinata finale, si giunge finalmente all’agriturismo Terz’Alpe per una meritata sosta.
Da qui si può decidere di scendere verso località Prim’Alpe direttamente dalla strada in selciato, noi consigliamo di scegliere il sentiero denominato "Spirito del Bosco”, che attraversa la boscaglia. Per percorrerlo bisogna dirigersi all’inizio
della strada verso Prim’Alpe e, dopo pochi metri, dove si trova un sentiero poco visibile sulla sinistra che si inoltra nel bosco verso un tronco scolpito: quello è l’inizio dello “Spirito del Bosco”. Si segue facilmente sempre il sentiero sterrato superando le numerose sculture e le strane strutture create dall’artista.

Verso la fine, un curioso bivio con due cartelli, “per di sù” e “per di giù", non importa quale si sceglie, dal momento che si incroceranno nuovamente più avanti ma quello che scende è più suggestivo. Nel tratto finale si attraversa un torrente sopra un ponte per poi risalire verso Prim’Alpe. Qui si trova un’ampia radura attrezzata con area picnic.
Più in basso, oltre il prato, vi è una vecchia piantagione di ciliegi, da non perdere assolutamente ad inizio primavera quando la fioritura dà luogo ad uno spettacolo meraviglioso.

Per concludere la passeggiata si deve scendere seguendo la strada in selciato di fronte all’edificio, raggiungendo nuovamente le fonti di Gajum in poco più di mezz’ora di cammino. Lungo il percorso si passa di fronte all’agriturismo “In Valentina”, sosta consigliata a chi vuole portarsi a casa qualche prodotto biologico tipico del luogo.

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Ph: Raffaele Redaelli

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