• Itinerari

Fortificazioni e segni di confine

Fortini, trincee, rocche e punti panoramici lungo il confine

Partenza/Arrivo
Da: Punto estremo Sud della Svizzera - Pedrinate (CH)
A: Scala del Paradiso – Parco Regionale Spina Verde, Como
Tipologia/Periodo
A piedi
Primavera/Estate/Autunno/Inverno
Durata/Lunghezza
Un paio di giorni
40km - 18 Tappe
Dislivello
Salita: 0m
Discesa: 0m
Difficoltà
FACILE

La natura non ha confini, ma la storia sì. Tra Italia e Svizzera, dove oggi si trovano dogane e barriere di Stato, un tempo si sono alternate diverse linee di frontiera a seconda dei tempi.

 

Su queste linee sono state combattute guerre, si sono svolte attività illecite di contrabbando dando vita ad architetture effimere e permanenti come torri, rocche, castelli, fortini e trincee. Ma questo confine è anche il luogo della natura che non si cura delle infrastrutture umane e con le sue vette ed i suoi punti panoramici ci porta a vedere altri e nuovi orizzonti.

Contenuto fornito da Insubriparks.

 

Mostra cosa c'è nelle vicinanze:

1. Punto estremo Sud della Svizzera - Pedrinate (CH)

Il punto più a Sud della Svizzera si trova sulla collina di Pedrinate, vicino a Chiasso, facilmente riconoscibile grazie al cippo che indica le coordinate, ma anche perché qui sono state posate due installazioni: una pavimentazione che raffigura la Svizzera ed un Foto-Point, dove si suggerisce di prendere una foto ricordo della gita.

2. Oratorio di Santo Stefano e San Lorenzo – Pedrinate (CH)

L’oratorio dei Santi Martiri Stefano e Lorenzo ha origini antiche, che vanno ben oltre la prima citazione scritta conosciuta risalente al 1545. Da un punto di vista archeologico, si osserva che dietro la tela posta sull’altar maggiore vi è un’abside, al cui centro, murata verso l’esterno si trova una stretta finestrella, una monofora, elemento costruttivo che si ritrova sovente in chiese romaniche di prima epoca, ciò che permette di situare presumibilmente questa parte di fabbricato intorno all’anno mille. Attorno al 1500 si ebbe la trasformazione di cui data l’attuale tetto a capriate visibili, con sovrapposizione di mattonelle in cotto.
L’edificio attuale ad una navata è iscritto quale monumento d’importanza cantonale dal 1955.
 

3. Dosso di Pallanza, Chiasso (CH)

Il Comune di Chiasso, all’interno del parco cittadino del Penz, ha creato una piattaforma di legno che permette di godere di un fantastico panorama che va dal Monte San Giorgio al Monte Generoso, al Monte Bisbino, al Monte San Primo.

4. Sentiero delle guardie, Seseglio (CH)

Grazie al Sentiero delle Guardie si completano i percorsi che collegano la pianura di Seseglio con i sentieri alti del parco del Penz di Chiasso e quindi con la rete escursionistica del più ampio Parco regionale Spina Verde di Como. 
Il sentiero ha una larghezza utile minima di circa 1 metro e uno sviluppo complessivo di circa 1300 metri. il dislivello è di circa 90 metri e non presenta pendenze impegnative.    
 

5. Ponte di Castello, Morbio Superiore (CH)

In valle di Muggio si trova un importante collegamento tra Castel San Pietro e Morbio Superiore: il ponte di Castello, siamo nel Parco Gole della Breggia.
Il tracciato è considerato di importanza nazionale nell’inventario federale delle vie di comunicazione storiche della Svizzera.    
 

6. Chiesa Rossa, Castel San Pietro (CH)

La Chiesa Rossa è stata costruita dal vescovo di Como Bonifacio da Modena nel 1343 e conserva uno dei più ricchi cicli di affreschi gotici del Ticino. Un significativo monumento di culto sul confine.

7. Borgo di Santa Maria del Monte - Varese

Al termine del percorso acciottolato del Sacro Monte di Varese si entra nel piccolo borgo di Santa Maria del Monte che si raccoglie compatto intorno al Santuario. In età medievale, gli edifici civili del paese si svilupparono in simbiosi con esso: in senso fisico, perché il nucleo più antico è quasi inscindibile, alla vista, dal corpo della chiesa e dei suoi locali accessori; in senso lato perché le prime abitazioni sorsero per ospitare coloro che lavoravano nel santuario e coloro che, in vario modo, erano coinvolti nell’accoglienza dei pellegrini. Punto panoramico spettacolare, siamo nel Parco Regionale Campo dei Fiori.

8. Forte di Orino, Orino (VA)

Il Forte d'Orino fa parte della Linea Cadorna, ideata e realizzata durante la prima guerra mondiale per proteggere il confine italo-svizzero. Le postazioni al Forte d’Orino e sul monte Martica dovevano assicurare protezione alla città di Varese, ma di fatto non vennero mai adoperate. Il Forte ospita i resti di una batteria in barbetta dalla pianta rettangolare sottolineata da un piccolo muro in pietra e cemento dotato di alcune nicchie.

9 Rocca di Orino, Orino (VA)

La Rocca di Orino si trova su uno sperone roccioso a 540 metro di altezza, in posizione di controllo del territorio della Valcuvia. Le prime notizie documentate risalgono al XII secolo e provengono da documenti della chiesa di San Lorenzo a Cuvio. Come per molte strutture analoghe dell'area insubrica, si suppone che il primitivo nucleo fortificato risalga all'epoca imperiale come torre di difesa o in epoca medievale come forte. La Rocca è proprietà privata, aperta al pubblico solo in occasione di eventi.

10. Piazzale del Belvedere sotto Osservatorio, località Campo dei Fiori, Varese

Il Piazzale Belvedere, 1118 metri di altezza, offre un'incredibile vista panoramica su Varese e sui laghi. Dietro al lago di Monate, in ultima fila, si scorge la parte sud del Lago Maggiore con Ispra. Un balcone naturale su tutte le Prealpi. Nelle giornate di sole e con il cielo limpido si arriva a vedere fino al mare. Provare per credere.

11. Torre di Velate, Varese

La Torre di Velate sovrasta il borgo omonimo alle porte di Varese, siamo nel Parco Regionale Campo dei Fiori. Edificata nell’XI secolo come presidio militare, era parte di una lunga catena di insediamenti difensivi sorti allo scopo di controllare le vie di comunicazione tra la Pianura Padana e il Nord. Nel XII secolo, all’epoca delle lotte tra Milano e Como, la Torre venne mutilata, perdendo così la sua funzione. Del massiccio quadrilatero originario, alto 33 metri, sopravvivono oggi due lati, dei quali uno soltanto integralmente conservato. Recenti scavi archeologici hanno fatto emergere un abitato che cingeva il sito fortificato.

12. Castello Baradello, Como

Simbolo ed emblema del Parco Spina Verde, il Castello Baradello sovrasta Como. La fortificazione sorge su un colle che è stato più volte utilizzato come postazione strategica per il controllo del territorio circostante: lo stesso appellativo Baradello proviene dal celtico barrus - luogo elevato - facendo presumere un suo utilizzo già ai tempi della dominazione celtica. Ritrovamenti di monete romane hanno fornito l'indicazione di un avamposto difensivo e di avvistamento di epoca romana.
La torre del castello è visitabile e dal suo camminamento si gode un panorama spettacolare sulla città di Como.
 

13. Fortino del Monte Sasso, San Fermo della Battaglia (CO)

Nel complesso delle opere di fortificazione del Sasso di Cavallasca, la più importante è il sistema delle trincee e di cunicoli del fortino del monte Sasso. Siamo nel Parco Regionale Spina Verde.
La galleria centrale a U, con due ingressi che si aprono sul pianoro della località Pian Mericc, è scavata nella roccia e realizzata come deposito di armi, viveri e luogo di riposo per i militari; è circondata per 360° da un sistema di trincee e camminamenti con numerosi punti di osservazione, piazzole per mortaio e mitragliatrici. Molto suggestivo.
 

14 Linea Cadorna, Cavallasca, San Fermo della Battaglia (CO)

La linea di difesa alla frontiera nord, costruita nel corso della Prima Guerra Mondiale, si estende nel suo lungo percorso dalle valli Ossolane ai passi Orobici, attraversando anche il territorio montuoso posto a nord-ovest della città di Como, territorio oggi compreso nell'area del Parco Regionale Spina Verde. Tale linea è comunemente chiamata Linea Cadorna.

15. Pin Umbrela, punto panoramico, San Fermo della Battaglia (CO)

Il Pin Umbrela è il punto più alto del parco Spina Verde, a 610 metri sul livello del mare, è un balcone naturale da cui godere di un panorama mozzafiato sul primo bacino del Lago di Como. Guardando a sinistra troviamo paesi come Monte Olimpino e la frazione di Como, poi la Svizzera con il Monte Generoso e, a destra, Maslianico, Cernobbio, il monte Bisbino e il San Primo, infine il primo bacino del lago.

16. Museo della storia militare e della civiltà contadina, Drezzo, Colverde (CO)

Grazie al progetto Insubriparks si sta realizzando un ecomuseo che aprirà verso fine 2022.
L’Ecomuseo vuole valorizzare la memoria collettiva della comunità e del territorio dell’intera valle. Nell’ecomuseo non troverà spazio solo la memoria storica ed etnografica della vita sul confine italo-svizzero di inizio XX^ secolo (tra i vari temi, i mestieri legati alla terra, i mulini, il contrabbando…), nel piano di realizzazione c’è anche un piccolo laboratorio di educazione ambientale e tutta una porzione museale relativa alla Prima Guerra mondiale, che ospiterà la descrizione mediante un plastico dei posizionamenti delle trincee nell’area della Spina Verde e di tutto quello che c’è da sapere sul loro utilizzo, funzione e motivazione alla costruzione, che non riporta solo agli aspetti bellici e di esigenza di difesa del territorio.
 

17. Punto panoramico inferiore e superiore del Monte Goj, Albate, Como

Camminando sui sentieri del Parco Regionale Spina Verde, dirigendosi verso la baita del Monte Goj, è possibile approfittare di soste panoramiche. In cima al monte, grazie al Belvedere, si può ammirare un paesaggio unico, a 470 metri sul livello del mare: in primo piano il Castello Baradello, la Basilica di San Carpoforo, il centro di Como e la dorsale collinare della Spina Verde con il Colle del Baradello, il Monte Caprino e il sito della Croce di Sant'Eutichio. Sullo sfondo si scorge il Bisbino ed i monti che fanno da cornice al primo bacino del Lario.

18. Scala del Paradiso, Ponte Chiasso, Como

La Scala del Paradiso, con i suoi 900 scalini, costituisce il collegamento tra Ponte Chiasso e Sasso di Cavallasca. Costruita alla fine dell'ottocento per favorire il controllo del confine da parte della Guardia di Finanza, ha paradossalmente finito per essere a servizio di chi, illecitamente, ha contrabbandato beni di diverso genere tra Svizzera e Italia negli anni 50-70 del secolo scorso.