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Escursioni narrate: dal Rifugio Berni al Piz di Vallumbrina

Partenza/Arrivo
Da: Valfurva (SO)
A: Valfurva (SO)
Tipologia/Periodo
Trekking
Primavera/Estate
Durata/Lunghezza
3,15 ore
5km
Dislivello
Salita: 800m
Difficoltà
DIFFICILE

Questo percorso fa parte di un sorprendente e incredibile viaggio di conoscenza possibile grazie a dei piccoli dispositivi digitali, dislocati lungo alcuni dei tracciati montani lombardi drammatico teatro della Grande Guerra.

 

Si tratta dei beacon, guide, audio e video che, da un paio di stagioni, conducono chiunque si cimenti tra queste montagne alla scoperta di ambiente, uomini e fatti di quella che abbiamo imparato a identificare come Guerra Bianca.

Da Ponte di Legno in provincia di Brescia, in Alta Valle Camonica, si arriva in auto al Passo di Gavia e, superato il valico di un paio di chilometri, si è al Rifugio Berni a 2.541 m, il punto di partenza di questo itinerario, qui si può apprezzare il monumento dedicato ai caduti della 307ª Compagnia Skiatori Monte Ortler ed è anche visibile la cresta che separa il Ghiacciaio di Dosegù, che si trova di fronte in Vetta al Piz di Vallumbrina, da quello dei Forni. Ci si deve immettere sul sentiero 525, dove un pannello informativo descrive il progetto di valorizzazione storica e di digitalizzazione dell’itinerario, quasi subito si giunge al Torrente Gavia e lo si oltrepassa su un ponticello di legno, raggiungendo l’ex Rfugio Gavia, voluto dal Cai di Brescia nel 1899, venne utilizzato come sede del comando italiano del settore Gavia durante la Grande Guerra.
Si prosegue seguendo il segnavia 551, e non lo si abbandona per la quasi totalità dell’escursione, fino al Bivacco Battaglione Skiatori Monte Ortler, si risale attraverso un tipico ambiente alpino e ci si affaccia sulla Valle di Dosegù. Si perde poi quota arrivando al rio omonimo e, tenendosi sul versante orografico sinistro, si riprende quasi subito a salire avendo di fronte la seraccata del ghiacciaio.

Piegando a destra si affronta un ripido pendio, ai piedi del Piz di Vallumbrina caratterizzato da sfasciumi morenici, che ci conduce in una conca in cui sono adagiati tre laghetti alpini, sono quel che rimane della vedretta di Vallumbrina, si costeggia il primo ci si alza di nuovo, verso sinistra, tra sfasciumi e pietre rossastre di micascisti. I resti delle opere militari italiane del Primo Conflitto Mondiale si fanno a mano a mano più evidenti, ci si ritorva nel bel mezzo del villaggio militare di Vallumbrina dove, nel 1974 è stato inaugurato il Bivacco Battaglione Skiatori Monte Ortler a 3.122 m. Una selletta permette di passare sul crinale che, tra resti di postazioni di artiglieria, trincee, alloggiamenti e filo spinato, conduce in vetta al Piz di Vallumbrina a 3.222 m. Pareti rocciose e ghiaccio, tra il Pizzo Tresero alto 3.594 m e la punta di San Matteo di 3.678 m, lo uno spettacolo naturale è di rara bellezza.

 

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