• Itinerari

Attorno al Monte Badile

Partenza/Arrivo
Da: Piazzatorre (BG)
A: Piazzatorre (BG)
Tipologia/Periodo
Trekking
Primavera/Estate
Durata/Lunghezza
5 ore
10km
Dislivello
Salita: 1083m
Difficoltà
MEDIA

Il Monte Badile fa parte della costiera che separa il ramo principale dell’alta Val Brembana dalla valle di Mezzoldo.

 

La partenza avviene da Piazzatorre (BG), da cui si prosegue su via Monte Secco per la località Piazzo, parcheggiando nei pressi del piazzale della nuova seggiovia (1.100 m).

Qui, sulla sinistra, diparte la breve strada di accesso ad alcuni condomini (vedi indicazioni Passo Monte Colle e segnavia CAI n.118).
Si sale in direzione delle costruzioni, a monte delle quali la strada si fa sterrata e si piega a destra immettendosi in un sentiero che si inoltra nel bosco. Con corti tornanti si guadagna quota tra faggi, abeti e cespugli d’erica. Dinanzi a noi è già visibile il Monte Secco con le sue aspre pareti calcaree incise da profondi canaloni detritici.

Dopo circa un’ora e mezza il bosco si apre verso meridione, si piega a destra e in breve si è al capanno-baita Monte Secco (1.720 m, 1 h 45’ dalla partenza), dove poco sopra, inizia il traverso verso destra che porta alla baita-bivacco Monte Secco (1.837 m, 2 h dalla partenza).

Si prosegue per la prateria puntando al Passo di Monte Colle che si raggiunge in meno di mezz’ora (1.941 m, massima quota di questa escursione). Ora si divalla per circa 205 metri per puntare all’incrocio con il sentiero CAI 117 che sale da Valleve per fondersi presso la Casera di Monte Colle (1.732 m).

Si piega a destra si superano le prese d’acqua e si toccano le nuove baite dette “i Baitelli” (1.748 m) per proseguire sino al Forcolino di Torcola Vaga (1.856 m, 1 h 15’ dal Passo di Monte Colle).
Affacciati sul versante di Piazzatorre, inizia la lunga discesa verso le baite di Torcola Vaga (1.700 m). Poi imbocchiamo il sentiero CAI 121 e deviamo a sinistra verso il Rifugio Gremei a 1.555 metri.

Qui non resta che percorrere per intero la stradetta di servizio che, dapprima, si sviluppa con lunghi e ripidi tornanti, per trasformarsi poi in una sorta di “toboga” dal fondo cementato e dalle pendenze da urlo.
Dopo tre quarti d’ora eccoci al Palazzetto del ghiaccio e al parcheggio.

 

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