• Itinerari

Alla scoperta della Val Venina

Partendo dalla visita ad Ambra, un avvincente itinerario

Partenza/Arrivo
Da: Piateda (SO)
A: Piateda (SO)
Tipologia/Periodo
Trekking
Primavera/Estate
Durata/Lunghezza
5 ore
21km
Dislivello
Salita: 1528m
Difficoltà
MEDIA

Un borgo antico, Ambria, i cui cittadini sono scomparsi lasciando tracce evidenti di una storia antica: il gioiello della valle, un tempo abitato in modo permanente, oggi è un borgo che desta stupore.

Ambria da visitare con il fiato sospeso e gli occhi sgranati, un antico nucleo sorto intorno alla Chiesa di San Gregorio eretta nel Seicento, già punto di appoggio importante per i viandanti e i mercanti che facevano la spola tra la Valtellina e la Bergamasca.

La Val Venina è la valle del ferro e dell’energia idroelettrica, vocazioni economiche che sono ben visibili, e costituiscono il valore storico e culturale del territorio: tante le miniere di ferro attive tra il 1300 e la metà dell’Ottocento. Una traccia è ancora godibile, l’antico forno per la prima fusione della siderite. Mentre tra le centrali idroelettriche quella di Vedello è la più imponente, così come la grande diga di Venina.

Dalla Centrale di Vedello, percorrendo il sentiero corrispondente ai cartelli segnavia numero 254, si accede all’antico nucleo di Ambria posto alla confluenza dei torrenti Zappello e Venina (il transito in auto è possibile solo con il permesso rilasciato dal Comune di Piateda; in alternativa lasciare l’auto poco oltre la Centrale di Vedello e percorrere a piedi la strada sterrata fino al paese, un’ora di cammino).

Visitato il piccolo borgo, in passato molto rinomato per la presenza in quota d’importanti miniere di ferro, si affronta la salita sul sentiero delle cosiddette Scale di Venina, percorso agevole a tornanti scavato nella roccia che porta al muro del Lago Venina.

In fondo alla diga si scorge l’Alpe Venina, ancora caricata con un centinaio di vacche dai fratelli Marchesini. In poco più di un’ora di cammino, all’incrocio con la GVO (Grande Via delle Orobie), si raggiungono i resti di un antico forno di arrostimento: nei pressi sono ancora visibili le vene di estrazione del minerale. Queste erano tra le più importanti della catena. A questo punto s’intraprende il ritorno ad Ambria seguendo lo stesso itinerario dell’andata.

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