- Arte e Cultura
Bramante a Bergamo e la città a colori
Chi oggi sospetta che Città Alta fosse tutta a colori?
Dal 20 aprile al 27 maggio 2018, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo promuove e realizza il progetto “Bramante a Bergamo e la città a colori”, che per la prima volta si propone di restituire l’immagine di Bergamo Alta nel Rinascimento, quando era un vero e proprio teatro dipinto di colori, finte architetture, decorazioni e figure.
Il progetto è realizzato con il contributo di Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia ed Explora nell’ambito di Cult City #inLombardia, il progetto regionale unitario per la promozione turistica delle capitali d’arte della Lombardia.
In questo contesto “Bramante e la città a colori” propone un percorso di approfondimento, per riscoprire l’opera di Bramante e allargare lo sguardo alla “città dipinta”, anche con la segnalazione di un itinerario che consente di proseguire la visita direttamente nel nucleo storico cittadino, alla scoperta di numerosi, altri luoghi rappresentativi della “pelle” dipinta della città, da Piazza Mascheroni alla Casa Veneta di via Gombito, da via Colleoni a via Porta Dipinta. Così da ricomporre, frammento per frammento, la visione della città nel Rinascimento.
Accompagna l’iniziativa un ciclo di incontri, in cui autorevoli specialisti offriranno percorsi di lettura differenti del fenomeno delle città a colori tra storia, arte, conservazione, antropologia.
Due visite speciali accompagneranno il pubblico a riscoprire il “museo dell’affresco”del Palazzo della Ragione e a visitare per la prima volta, in quanto non accessibili e conservati in una residenza privata, gli affreschi della facciata dell’antico Ospedale della Misericordia Maggiore.
In occasione di “Bramante a Bergamo e la città a colori”, tutte le sere un video mapping riaccende sulla facciata del Palazzo del Podestà la grandiosa scenografia prospettica ideata da Bramante. Si tratta di una suggestione che tiene conto delle ipotesi di ricostruzione più accreditate ma che deve fare i conti con molte mancanze. E’ stata elaborata con la supervisione scientifica di Emanuela Daffra, direttore e storico dell’arte presso il MiBACT.