• Itinerari

Dal Castello al Santuario

Partenza/Arrivo
Da: Cologno al Serio (BG)
A: Urgnano (BG)
Tipologia/Periodo
Trekking
Primavera/Estate/Autunno/Inverno
Durata/Lunghezza
1,45 ore
6km
Dislivello
Salita: 20m
Difficoltà
FACILE

L’antico paese di Urgnano possiede invidiabili opere storiche e artistiche nascoste tra le numerose attività industriali e artigianali, questo perché visse da protagonista importanti momenti della nostra storia.

Nasconde tra le sue vie, tracce di un passato che ci appartiene, evidenza di quell'eterno costruire che è proprio dell'uomo. Le sue porte non sono mai state chiuse dinanzi al cambiamento e le sue mura hanno sempre custodito l'essenza della sua cultura, in un processo di progettazione costante, posto al servizio di una comunità che si riconosceva e si riconosce nei valori fondamentali della laboriosità, dell'ospitalità della collaborazione.

Gli abitanti di Urgnano si sono da subito distinti per la loro capacità nei commerci, nonché per l’abilità dell’agricoltura. Hanno osservato, adattato, inventato, adeguandosi ai tempi. Grati alla solidarietà e al rispetto, menti e braccia hanno scritto con pietra, legno, marmo e mattoni le vicende straordinarie e i fatti quotidiani, impedendo che il tempo li cancellasse, perché evidenza della propria identità.

Passeggiare tra le sue vie oggi significa rileggere la storia di quest'angolo d'Italia, con quanto di unico e irripetibile solo qui sia stato. Significa rileggere l'arte, aggiungendo contributi e sintesi inedite. Significa realizzare come il legame tra uomo e natura sia davvero eterno, e vedere come questa collaborazione sia il giusto telaio, per tessere veli sottili, delicati, preziosi, ricchi. Semplicemente è un forziere da aprire.

Con la sensibilità di ammirare sia capolavori indiscussi che rarità introvabili. Le origini di Urgnano risalgono all’epoca romana: alcuni ritrovamenti, tra cui due lapidi funerarie, lo attestano e rendono evidente il ruolo di rilievo avuto nei commerci e nell’anno dei “Quattro imperatori”. A tale periodo risalgono anche due importanti vie di comunicazione: la Francesca e la Cremasca, assi fondamentali dei commerci anche in età medievale.

Dopo la caduta del Sacro Romano impero d’Occidente l’area fu sicuramente abitata dai longobardi, tra il Vi e l’VIII secolo; alcune sepolture testimoniano il fatto L’arrivo dei Franchi in Italia (inclusi i nostri territori) risale all’ultimo quarto dell’VIII secolo. Alla loro guida Carlo Magno, erede convinto di una politica che vedeva nell’alleanza tra trono e altare il punto di forza principale, base fondamentale della stabilità sociale. Il re dei franchi fu, in conseguenza a questa politica, incoronato, la notte di Batale dell’800, simbolicamente durante la messa, imperatore.

Imperatore non di un semplice impero, bensì di un sacro romano impero, per certi versi anticipatore di quel regno Cristiano sociale per il quale agirono con forza più pontefici, in età moderna e in età contemporanea.

L’opera dei franchi in Italia fu di emblematica importanza, non solo per quanto attiene il ruolo della Chiesa nella società, ma anche e soprattutto per ciò che riguarda l’organizzazione economica e Urgnano ne custodisce importanti esempi: non più percorsa nella sua interezza, ma ancora visibile l’importante vis di comunicazione rappresentata dalla Francesca ad esempio. Fu per effetto, diretto e indiretto, del perfezionamento del sistema feudale e per le conseguenze del rinvigorimento economico di Bergamo che si consolidò a Urgnano un insediamento dedito all’agricoltura, impostato secondo la logica del doppio raccolto è orientato a una forma di alternanza di colture e produzioni diverse.

Alcuni edifici, tratti di mura, resti di porte, antichi portici rappresentano testimonianze diverse di quest’epoca e di quelle immediatamente successive. A partire da questo periodo si consolidarono tradizioni che, accanto ai documenti scritti (tra cui l’attestazione dell’esistenza dell’insediamento rurale di Urgnano, risalente al 985) , sono pagine di un racconto a colori, con immagini inedite che vengono direttamente dal tempo in cui un bosco diventava campo, le prime case in legno sorgevano non lontano dalle chiese, in pietra e mattone, un dialetto nasceva, delitti si compivano, alleanze si consolidavano, corporazioni e congregazioni dedite all’aiuto dei più deboli si costituivano e radicavano.

Un continuo disegno del territorio per costruire un luogo dove abitare, mai finito, mai perduto. Un disegno, un progetto che ha per protagonista la comunità: la sua sopravvivenza. Fu costruito un castello, giacché Urgnano sorgeva in un luogo di contese, tanti da trovarsi, poi, in prossimità di un importante, contestato confine.

Quando i Visconti divennero anche signori di Bergamo, Urgnano fece parte della loro giurisdizione e il castello fu interessato da importanti opere, che lo resero una fortezza imponente.

Quando, poi, all’inizio del XV secolo, Bergamo si concesse alla Repubblica di Venezia, il fortilizio fu interessato da nuovi lavori, di restauro e di ammodernamento. Nei suoi muri è nelle sue sale l’impronta di personaggi d fondamentali, quali Bartolomeo Colleoni e Gian Gerolamo Albani, per non citarne che alcuni. Le mura, gli angoli, i dipinti, gli spazi verdi di Urgnano solo la manifestazione dell’opera di molte menti nel tempo, versi in prosa che presentano l’intensità del vissuto di gente umile e guide importanti, nel Medioevo, nel Rinascimento. Sonetti che hanno per titolo “l’uomo el’ancien regime”, versi liberi del XVIII, XIX e XX secolo."

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