• Itinerari

Cammino di Santa Giulia

Partenza/Arrivo
Da: Guastalla (RE)
A: Villaggio Prealpino, Brescia
Tipologia/Periodo
Cammini
Primavera/Estate/Autunno/Inverno
Durata/Lunghezza
40h
155km - 8 Tappe
Dislivello
Salita: 230m
Difficoltà
FACILE

Il Cammino di S. Giulia è un itinerario evocativo di un evento storico, tracciato attraverso il collegamento delle chiese e delle Pievi dedicate alla devozione a Santa Giulia, con una sentieristica di tipo escursionistico e naturalistico.

 

La traslazione del corpo della Santa, nel 762 d.C. è la prima informazione storicamente verificabile, ma il testo agiografico che racconta il martirio, composto probabilmente nel VII secolo, racconta che Giulia è nativa di Cartagine e viene venduta come schiava quando la città viene conquistata. Il suo padrone, Eusebio, nel compiere un viaggio verso la Gallia, costeggiando Capo Corso vede dei pagani che compiono un sacrificio agli dei e sbarca con tutti i marinai per partecipare al banchetto.

Giulia, che si rifiuta di sacrificare agli dei, viene prima torturata, poi crocefissa. Gli angeli, che hanno assistito alla morte della santa, la annunciano ai monaci che vivono nell’isola della Gorgona. Questi si precipitano su una nave, depongono dalla croce il corpo della martire e lo portano nella loro isola, dove viene sepolta il 22 maggio, giorno in cui ancora oggi viene festeggiata la santa.

Desiderio e Ansa, nel 762 d.C., traslano il corpo di Giulia dalla Gorgona a Brescia, nel monastero femminile da poco fondato, la cui badessa è Anselperga, figlia di Desiderio e Ansa.

Le fonti agiografiche danno valore al ruolo della regina Ansa: la traslazione di Santa Giulia si differenzia dalle altre, non solo perché il protagonista è un personaggio femminile, ma anche per la modalità: la regina praecepit, diede ordine, senza altre giustificazioni.

Anche se i documenti storici e agiografici attestano l’arrivo delle reliquie a Brescia, sul territorio non è rimasta alcuna traccia tangibile del passaggio della traslazione longobarda.

Una traccia però potrebbe venire da alcune antiche Pievi intitolate alla Santa: infatti, anche se non è dimostrabile sotto il profilo storico che le chiese siano sorte in forza di questo avvenimento, rimangono pur sempre una testimonianza della diffusione del culto di Santa Giulia, avvenuta per lo meno dalla prima età longobarda, come testimoniato dalla chiesa di Santa Giulia a Lucca, nei cui pressi è stata rinvenuta una ricca sepoltura longobarda, datata entro la metà del VII sec.

Su questi fondamenti si basa il progetto del Cammino di Santa Giulia, un itinerario evocativo di un fatto storico, che si può ben definire percorso spirituale, infatti è caratterizzato dal passaggio in tutte le località (chiese e pievi) intitolate alla Santa; in alcune di queste (Livorno, Monchio MO, Brescia e Speluncatu in Corsica) sono presenti le reliquie della santa.

Il cammino si sviluppa in Lombardia su otto tappe in direzione nord-ovest, per circa 155 km, con un dislivello di circa 230 m.

 

Mostra cosa c'è nelle vicinanze:

1. Da Guastalla a Cicognara

La prima tappa del Cammino di Santa Giulia inizia in terra emiliana, per poi raggiungere il mantovano. Protagonista il fiume Po, la golena, gli argini e la campagna. Guastalla e le altre cittadine attraversate dalla tappa sono però interessanti, sia per una storia di antica sovranità, sia perchè sono centri agricoli di rilievo. 

Da Guastalla, nobile capitale dal XVI al XVII sec. di un ducato di un ramo collaterale dei Gonzaga, il cammino raggiunge subito l’argine maestro del Po e segue il fiume controcorrente. Dall’alto dell’argine si può godere di belle vedute sulla golena del Po e sulle campagne reggiane. 

Superata Boretto, si utilizza il ponte della SP 111 per scavalcare il Po e passare in Lombardia all’altezza di Viadana, grosso centro rappresentativo dell’economia agricola della Bassa Mantovana. 

Da visitare la parrocchiale di S. Maria Assunta del Castello, iniziata nel 1522 e compiuta nel 1567, che conserva all’interno numerose tele, intagli lignei, preziosi paramenti e arredi sacri. In assenza di percorsi pedonali sicuri, è preferibile seguire l’argine del Po, questa volta sulla sponda sinistra. 

In tal modo si raggiunge Cicognara, la cui chiesa è dedicata a S. Giulia. Il legame tra questa frazione di Viadana e la storia di Santa Giulia, di Ansa e di Desiderio è molto stretto. Cicognara faceva parte della dote costituita da Desiderio per il monastero femminile fondato a Brescia, la cui badessa era Anselperga, figlia di Desiderio e Ansa.  Nel monastero erano state trasportate e conservate le spoglie di Santa Giulia. 

La tratta è pianeggiante, quindi consigliata anche a camminatori non esperti che vogliano percorrere una tappa panoramica immersa nel verde.

2. Da Cicognara a Rivarolo Mantovano

Dall’antico feudo medievale di Cicognara, sede della Chiesa di S. Giulia in cui furono ritrovati reperti di epoca romana del 150 d.C, si lascia il Po e si punta decisi a nord per attraversare la pianura lungo il tortuoso confine fra le province di Cremona e di Mantova. 

Una trama di canali e fossi segna un territorio fertile, dove l’agricoltura è predominante, con l'allevamento del bestiame e la produzione di cereali, ortaggi e frutta di qualità. 

Il cammino è piacevole e si snoda seguendo strade campestri a fondo sterrato. La meta intermedia del percorso è Sabbioneta, modello di urbanistica del XVI secolo, voluta da Vespasiano Gonzaga. 

A Sabbioneta è consigliata una sosta per visitare il Palazzo Ducale, con i monumenti equestri dei Gonzaga, il Teatro all’antica, opera di Vincenzo Scamozzi della fine del XVI secolo, e il Palazzo Giardino con la Galleria degli Antichi. 

Il cammino prevede anche un giro esterno alle mura perché è proprio da questa prospettiva che ci si rende conto del disegno della città. 

Infine, un altro lungo tratto di strade campestri porta all’ultima tappa del percorso: Rivarolo Mantovano, una delle più suggestive località rinascimentali del dominio gonzaghesco. La forma urbana è ortogonale, come a Sabbioneta, ma qui gli isolati edilizi sono di forma più allungata. Inoltre si conservano tre porte strette fra imponenti torrioni circolari.

3. Da Rivarolo Mantovano a Canneto sull’Oglio

Rivarolo Mantovano, una delle più suggestive località rinascimentali del dominio dei Gonzaga, merita attenzione e un po' di tempo per una visita. 

La forma urbana è ortogonale, come a Sabbioneta, ma qui gli isolati edilizi sono di forma più allungata. Inoltre si conservano tre porte strette fra torrioni circolari. 
Da vedere le mura con le porte, la piazza con Palazzo dei Penci e la Sinagoga, a testimonianza del legame della comunità ebraica con questo territorio. 

Lasciata la cittadina il cammino punta a nord per raggiungere l’argine del fiume Oglio, lasciando a margine Bozzolo, altra cittadina fondata dai Gonzaga. 

Il centro non viene attraversato dal tracciato, ma è consigliata una deviazione per chi volesse rendere omaggio, all’interno della parrocchiale, alla tomba di Don Primo Mazzolari (1909-1959), esemplare figura di sacerdote antifascista. 

Il percorso continua e raggiunge l’argine dell’Oglio poco dopo Calvatone, abitato sorto sull’antico insediamento romano di ‘Bedriacum’, posto lungo l'antico tracciato della Via Postumia

Da qui, all’interno del Parco naturale Oglio Sud, il cammino si arricchisce dal punto di vista naturalistico con i boschi di ripa, attorno ai bracci morti del fiume oggi zone umide, molto importanti per la biodiversità. 

Un ponte sul fiume, infine, permette di raggiungere Canneto sull’Oglio, ultima tappa della tratta. Il paese, già antico avamposto militare dei Gonzaga, è oggi un centro che basa la sua economia sulla produzione orto vivaistica, essendo diventato leader del settore a livello nazionale. Numerosi ritrovamenti archeologici lungo il fiume testimoniano un'antica presenza umana in questa zona.

4. Da Canneto sull’Oglio a Pralboino

Da Canneto sull’Oglio, già antico avamposto militare dei Gonzaga e oggi leader del settore orto vivaistico a livello nazionale, l’argine dell’Oglio in sponda sinistra diventa una via sicura e tranquilla per raggiungere la chiesa dove riposano le spoglie di Santa Giulia. 

Ma la strada da percorrere è ancora molta. Il fiume qui si snoda in larghe anse che allungano il percorso. Non si tratta certo di una perdita di tempo poiché il paesaggio naturale è vario e dà l’occasione di osservare la fauna e la flora. Nei boschi spiccano le farnie, lungo il greto del fiume gli ontani e i salici. Facile anche veder correre una lepre o un coniglietto selvatico: temono i rapaci che a coppie sorvolano l’argine in cerca della preda. 

Isolate cascine, che in passato davano ospitalità ai viandanti, presidiano le campagne e conducono a Ostiano, comune cremonese in terra bresciana. Il suo stemma raffigura una porta chiusa. Si tratta di una simbologia, voluta da Vespasiano Gonzaga nel XVI sec., a dimostrazione che il paese era ‘chiuso’ e difeso fra due fiumi: Oglio e Mella.

La sua parrocchiale, voluta da Francesco Gonzaga, è una chiesa notevole nonostante il profilo un po’ anonimo della facciata. L’interno è rivelatore del benessere degli ostianesi nella metà del XVIII sec. poiché tutte le dieci cappelle sono decorate e abbellite con dipinti commissionati dalle confraternite locali e dalle famiglie più in vista. 

Da qui, un ulteriore tratto, parallelo al fiume Mella, conduce Pralboino, meta conclusiva della tappa, antico insediamento fortificato nato a protezione della sponda sinistra del Mella.

5. Da Pralboino a Leno

Lasciato Pralboino, antico insediamento fortificato nato a protezione della sponda sinistra del Mella, il cammino trova una traccia ideale, immersa nella natura, lungo la valletta sinuosa del fiume. 

Si cammina su un ombroso sentiero fino alla rotabile che lega il piccolo e antico borgo di Cigole al vicino Pavone del Mella. Il confine tra i due comuni è segnato dal fiume, che da qui si allontana dal percorso. 

Si raggiunge Pavone del Mella, buon punto tappa intermedio e quindi si torna in aperta campagna su strade vicinali, talvolta sterrate, che riprendono il disegno della viabilità storica. 

Si giunge quindi a Leno, meta conclusiva di questo tratto e sito di ritrovamenti di epoca longobarda. La cittadina ha un posto d’eccellenza nella storia poiché fu sede di un’abbazia fondata da re Desiderio nel VIII sec. L’abbazia divenne una delle più importanti della Padania e infine fu demolita. I musei civici di Brescia conservano i reperti di maggior valore di quel monumento, mentre a Leno un museo archeologico documenta la storia antica del territorio.

6. Da Leno a Corticelle Pieve

La tappa inizia a Leno puntando verso Manerbio, lungo la via intitolata alla regina Ermengarda.

Presso Cascina Mirabella, molto prima di arrivare a Manerbio, si piega a destra su una strada vicinale. Occorre prestare poi cautela nell’attraversamento della Sp 68 "Lenese", con traffico veloce. 

Lungo il percorso ci si avvicina ad alcune ex-cave di ghiaia, oggi rinaturalizzate, e lsi raggiunge la chiesuola della Madonna della Stalla, che ricorda un fatto miracoloso avvenuto nel 1494: una bimba cieca fu risanata con l’acqua di una vicina fontana. 

Si superano quindi una serie di arterie stradali e ferroviarie fino ad arrivare a Offlaga, abitato dove si ammirano le opere d’arte della parrocchiale dei santi Pietro e Paolo. 

Dopo Offlaga si ritrova il fiume Mella: risalendo la sua corrente si arriva a Corticelle Pieve (frazione del comune di Dello), piccolo villaggio agricolo di antica origine, da cui prende il nome il santuario della Pieve della Formigola.

7. Da Corticelle Pieve a Santa Giulia, Brescia

Fra Corticelle Pieve e Brescia si percorre un ultimo scampolo di campagne e il singolare sistema collinare di Capriano del Colle: una piccola montagnola nel mezzo della pianura. Dai cereali della pianura si passa alle vigne e ai frutteti, anche a piccoli lembi di bosco. Il cammino ritrova un suo piacere lungo stradette ancora segnate dal solco dei carri agricoli. Un momento da apprezzare appieno poiché ciò che segue sarà l’inevitabile avvicinamento alla città, alla sua periferia e ai suoi cavalcavia.

Il centro storico di Brescia con i suoi monumenti sarà comunque la degna conclusione della tappa.

Il monastero di S. Salvatore a Brescia è un vasto complesso, fondato nel 753 da Ansa, consorte di Desiderio. Fu per secoli splendido luogo di cultura, arte e fede religiosa. Oggi, con le sue tre chiese (S. Salvatore, S. Maria in Solario, S. Giulia), è lo spazio museale per eccellenza della città e del suo territorio. 

Le spoglie di Santa Giulia, dopo la traslazione, trovarono una prima sistemazione nella chiesa di San Salvatore. Sul finire del 1500, quando accanto a questa chiesa ne fu costruita una seconda intitolata alla santa, esse furono sistemate sotto l’altare maggiore del nuovo tempio. Dopo la soppressione, nel 1797, del monastero le reliquie di Santa Giulia non ebbero ancora pace e subirono altre peregrinazioni all’interno delle chiese cittadine.

Infine, nel 1961, passarono nella chiesa parrocchiale del Villaggio Prealpino di Brescia, meta dell’ultima tappa del cammino.

8. Da Santa Giulia al Villaggio Prealpino, Brescia

L’ultima tappa del Cammino in Brescia collega idealmente la chiesa di San Salvatore dove le reliquie di Santa Giulia furono portate nel 762 con la chiesa del Villaggio Prealpino che le accolse nel 1969.

Le reliquie della Santa furono conservate a Nonza in Corsica, per poi arrivare al Monastero Benedettino di Gorgona, e ancora Livorno, Lucca, sino a Brescia.  

Il percorso è su strade cittadine, dal centro di Brescia, verso nord, sino al Villaggio Prealpino.  

Il Villaggio Prealpino è un quartiere di edilizia popolare alla periferia nord di Brescia, sulla direttrice della Val Trompia. Fu realizzato su un piano urbanistico - 450 mila metri quadrati per una popolazione di 5000 unità - dal 1959 al 1974. Il progetto venne sostenuto da Padre Ottorino Marcolini, straordinaria figura di sacerdote e promotore sociale. 

La chiesa, di moderna architettura, fu consacrata nel 1961 e intitolata a Santa Giulia. Nel corso del tempo, il culto della santa ha prodotto il progressivo impoverimento delle reliquie, spesso diffuse fra i fedeli in minuscoli frammenti, così che oggi la teca di S. Giulia, custodita nella chiesa, conserva solo una minima parte delle ossa della santa.

A novembre 2019 sul muro della chiesa accanto al portale è stata murata la formella di ceramica che rappresenta il segno del Cammino.