- Arte e Cultura
Uno Nessuno Centomila
Di Luigi Pirandello, drammaturgia e regia Annig Raimondi. Con Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini, Alessandro Pazzi, Annig Raimondi; musiche originali di Maurizio Pisati. Produzione PACTA. dei Teatri. Inizialmente Vitangelo Moscarda (Gengé per gli amici) viene presentato come un uomo comune e normale, senza nessun tipo di angoscia. Conduce una vita agiata e priva di problemi grazie alla banca (e alla connessa attività di usuraio) ereditata dal padre. Un giorno questa piatta tranquillità viene turbata da un commento della moglie Dida: il suo naso pende un po’ da una parte. Da questo momento la vita di Gengé cambia completamente, poiché si rende conto di apparire agli altri molto diverso da come si è sempre percepito. Così decide di trasformare il suo stile di vita, e, nella speranza di scoprire chi sia veramente, compie azioni che vanno contro a quella che era stata la sua natura sino a quel momento: sfratta una famiglia di affittuari per poi donare loro una casa, si sbarazza della banca ereditata dal padre, inizia ad ossessionare chi gli sta vicino con discorsi che lo fanno passare per pazzo e la moglie, insieme ad alcuni amici, inizia un'azione legale al fine d’interdirlo. Gli rimane fedele in un primo momento solo un’amica della moglie, che poco dopo però, turbata dai ragionamenti di Gengé. Frantumato nei suoi centomila alter ego, Gengé si rifugia nell'ospizio che egli stesso ha donato alla città. Riesce così a trovare un po’ di pace e di serenità solo nella fusione totalizzante con il mondo di Natura, l'unico in cui egli può abbandonare senza timori tutte le maschere che la società umana gli ha imposto e non sottostare più all’inganno del linguaggio parlato. Linguaggio che si presta, molto più delle espressioni facciali e delle azioni, a mentire e raggirare i propri simili. Non a caso, in genere, risulta altamente affinato in soggetti di potere. Mescolando comico e tragico, Pirandello esprime il suo bisogno di autenticità e di libertà; l'opera è infatti concepita come il diario di un uomo - e un altro uomo e ancora un uomo e un altro ancora e una macchina intelligente artificiale - che subisce direttamente le conseguenze dei processi evolutivi in corso nel mondo contemporaneo, avvertendo la propria identità sfaldarsi e perdersi nella corsa verso il progresso. Il relativismo dei punti di vista (a partire dall’opinione che gli altri hanno del naso di Vitangelo) spiega allora come la pazzia sia semplicemente uno dei modi possibili di stare al mondo, e come ogni narrazione umana non possa concludere assolutamente nulla.