• Itinerari

Escursione al Monte Due Mani

Tra la Culmine di San Pietro, Cima Muschiada e il Monte Due Mani

Partenza/Arrivo
Da: Culmine di San Pietro (LC)
A: Monte Due Mani (LC)
Tipologia/Periodo
A piedi
Primavera/Estate/Autunno
Durata/Lunghezza
2h e 30 min
7km
Dislivello
Salita: 397m
Difficoltà
FACILE

La Culmine di San Pietro (1.258 m) è l’unico passo carrozzabile che collega la Valsassina alla Val Taleggio e quindi alla Val Brembana.

 

Dalla Culmine di San Pietro sono due le gite più gettonate: ai Piani di Artavaggio o al Monte Due Mani, simili per dislivello e lunghezza. Il Monte Due Mani, in particolare, definisce il versante orientale che domina il Colle di Balisio in alta Valsassina; sulla sua cima sorge un bivacco dedicato alla memoria di tre giovani, Marco Locatelli, Plinio Milani ed Enrico Scaioli, scomparsi nel 1980 durante una salita della Cresta Segantini, in Grignetta. Grazie a un’intricata rete di sentieri il Due Mani è una meta frequentata.

La prima parte del percorso segue una strada sterrata che dalla Culmine di San Pietro si dirige verso Olino, una delle località di Morterone, il più piccolo comune italiano. La strada si mantiene a mezzacosta alla testata della Val Rémola, una valle secondaria della Val Taleggio. Si incontrano diverse baite, alcune ancora attive, e diversi pascoli sfruttati. È bello vedere che la montagna è viva quassù, anche se non come un tempo. La maggior parte delle costruzioni sono infatti abbandonate, ma poche sono in rovina.

Le baite antiche sono magnifiche, con i muri di pietra calcarea e grandi ciliegi a fare ombra nel mezzo di ampi pascoli. Molto spesso gli alberi che si trovano a ridosso delle vecchie baite sono grandi ciliegi secolari piantati dall’uomo. 

Dalla Culmine la strada raggiunge in breve la Bocchetta di Ferrera, in corrispondenza di una bella baita-agriturismo. Più avanti prosegue in leggera salita fino alle casere Muschiada, i nuclei di baite forse più pittoreschi tra i tanti che si incontrano. Poco prima di raggiungere il primo dei due nuclei, il percorso abbandona la strada sterrata per imboccare un sentiero che sale deciso verso destra, a raggiungere in breve la Bocchetta di Redondello, dove la vista si apre sulla Valle dei Dòngoli, verso Maggio e la Valsassina (circa un’ora dalla culmine). Da qui il sentiero aumenta di pendenza e si inerpica a sinistra lungo i versanti di Cima Muschiada.

Una bella cima questa Muschiada, coperta da un folto bosco da cui forse prende il nome. Nascoste dalla vegetazione si intravedono qua e là le rocce fittamente stratificate che la costituiscono. Sono affioramenti importanti, testimoni dell’antica geografia di questi luoghi, quando al posto di cime e vallate si susseguivano gli ampi bacini sedimentari sommersi che hanno portato alla formazione delle rocce calcaree e dolomitiche che oggi formano le Grigne, il Resegone, il Due Mani e buona parte delle altre cime della Valsassina.

Dalla Bocchetta di Redondello si raggiunge con breve ma ripida salita un pianoro di prati al cui centro si trova una pietra confinaria. Da qui ci si può dirigere alla vetta della Cima Muschiada (breve traccia che sale a sinistra verso un bosco), oppure, si prosegue direttamente a destra in discesa, lungo il sentiero che porta alla Bocchetta di Desio e al Monte Due Mani. Qui il percorso abbandona i pascoli ed entra in una fitta foresta di faggi. Con qualche saliscendi, attraversando boschi e prati, si raggiunge la Bocchetta di Desio e il rudere di una grande cascina, la Pramira (mezz’ora circa dalla Bocchetta di Redondello).

Qui il sentiero risale il fianco occidentale del Monte Due Mani e con uno strappo guadagna 250 metri di quota. È l’unico tratto faticoso del percorso, ma la salita non è troppo lunga. Con buon passo basta mezz’ora per arrivare alla cima dalla Bocchetta di Desio. Il sentiero attraversa un bosco che si fa via via più rado, fino a lasciare spazio a prati rocciosi. Il percorso non raggiunge subito la cima, ma tocca prima la Bocchetta di Bertena, che separa lo Zucco di Desio a destra, dal Monte Due Mani a sinistra. Dalla bocchetta si prende la traccia a sinistra che percorre la cresta sommitale del Due Mani, raggiungendo in pochi minuti il bivacco e la croce di vetta, a 1.655 metri.

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