• Itinerari

Via Francisca del Lucomagno

Partenza/Arrivo
Da: Lavena Ponte Tresa (VA)
A: Bereguardo (PV)
Tipologia/Periodo
Cammini
Primavera/Estate/Autunno
Durata/Lunghezza
35 h 30 min
138.50km - 8 Tappe
Dislivello
Salita: 1182m
Difficoltà
DIFFICILE

La Via Francisca del Lucomagno è un’antica via romana-longobarda – storicamente documentata - che da Costanza, nel centro Europa, porta a Pavia passando dalla Svizzera.

 

Quando gli spostamenti avvenivano a piedi o a cavallo, questo percorso rappresentava un collegamento fondamentale con la Pianura Padana, perché più breve rispetto ad altre vie. 
Nel 1845 venne costruito il Ponte di Melide, che dirottò gran parte dei viaggiatori e dei trasportatori di merci lungo l’asse del Gottardo, verso Chiasso e Como. Fino ad allora la Via Francisca del Lucomagno rappresentava ancora la via più diretta da Milano per raggiungere Basilea o Costanza, attraversando il fiume Tresa a Ponte Tresa. 

Tra i personaggi storici che percorsero questa via viene ricordato San Colombano, morto a Bobbio nel 615, e gli imperatori Enrico II e Federico Barbarossa. La Via del Lucomagno è stata fondamentale per la storia della Chiesa e dell’Europa, poiché ricorda tutti i concili di Costanza ove si recavano pontefici e vescovi da tutta l’Europa.

La riscoperta della Via Francisca del Lucomagno è iniziata su roposta in particolare dell'Associazione Internazionale Via Francigena (AIVF). 
Il progetto di valorizzazione della Via, nel 2015 per volontà della presidente dell’Associazione Internazionale della Via Francigena, in collaborazione con la Regione Lombardia e la Provincia di Varese e sostenuto dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale di Regione Lombardia - POR FESR 2014-2020, è ormai avviato e cammina speditamente.
È tuttora in corso un progetto guidato da Multimedia srl, finanziato da Regione Lombardia, che sta consolidando il progetto per la parte italiana attraverso azioni di comunicazione e informazione dedicate.

L’esito di questo lavoro di riscoperta e di valorizzazione è il nuovo afflusso di camminatori sulla via e nei luoghi che la via attraversa, siti UNESCO, parchi e aree protette, beni storici, artistici, culturali e religiosi. 

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(Immagine di copertina: @albanomarcarini)

Mostra cosa c'è nelle vicinanze:

1. Da Lavena Ponte Tresa a Badia di Ganna

Dal confine di Ponte Tresa, la Via Francisca del Lucomagno percorre il lungolago (del lago di Lugano), sistemato a passeggiata pedonale, in direzione di Lavena

Giunto all’altezza della chiesa di Lavena, il percorso imbocca il vecchio tracciato della tramvia Varese - Ponte Tresa, oggi convertito in pista ciclo-pedonale. 

Con ampie curve e brevi tratti in galleria si sale, con ampia vista panoramica, a guadagnare la soglia della Val Marchirolo.

Attraversata - con attenzione - la statale 233, il cammino entra nel parco dell’Argentera

Raggiunta la frazione Gaggio e superato su viadotto il torrente Dovrana, il cammino giunge al pianoro di Marchirolo e imbocca la strada rotabile asfaltata per Cugliate

Dal centro di Cugliate, si scende in direzione di Ghirla e si incrocia la strada provinciale 43 per Cunardo

Da qui si giunge, subito dopo, al bel mulino Rigamonti e al maglio di Ghirla, due rilevanti documenti della cultura produttiva della zona. 

Si prosegue poi sulla ciclabile della Valganna, lungo la sponda del lago di Ghirla, che lambisce il campeggio e il locale centro balneare e consente un facile collegamento con Ganna e con la sua badia.

La tappa presenta un dislivello non troppo impegnativo, le salite sono dolci ed è percorribile agevolmente anche in bicicletta (si consiglia l'utilizzo di mountain bike). 

2. Da Badia di Ganna a Varese

Lasciata la Badia di Ganna, il cammino diventa sentiero e affronta la salita del versante nord del monte Martica, all’interno del Parco del Campo dei Fiori.

Il primo tratto è un po' faticoso, poi però la pendenza si fa meno ripida dove il sentiero si sviluppa su tratti selciati in porfido. 

La conca di Brinzio, a cui si accede, è cinta da castagneti e faggete. Il paese è fra i meglio conservati del Varesotto. Girando fra i vicoli, intessuti con il tipico acciottolato lombardo (la 'rizzada'), si ammirano eleganti dimore contadine sette-ottocentesche.

Il cammino aggira il laghetto di Brinzio e punta alla Motta Rossa, punto culminante delle gare ciclistiche varesine, per poi scendere alla Rasa, nell’impluvio del fiume Olona.

Dopo aver percorso un breve tratto comune alla SP 62,  il cammino si sposta nel bosco e raggiunge Prima Cappella, abitato che dà accesso al Sacro Monte di Varese

La Via Sacra del Sacro Monte di Varese è un ampio viale acciottolato che sale per più due chilometri lungo le pendici del monte fino a raggiungere il Santuario di Santa Maria su un cammino scandito da quattordici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario (il XV mistero è celebrato in santuario).

Al culmine della salita, il santuario è occluso fra le case del borgo di Santa Maria del Monte; qui spiccano il campanile del 1599 e la porta monumentale del 1532. Il santuario è il punto di riferimento della spiritualità monastica del luogo ed è un bene UNESCO dal 2003.

Il Sacro Monte dista circa a 5 km dal centro di Varese. È disponibile un servizio di autobus. 

 

La seconda tappa della via Francisca è breve, con dislivelli di media difficoltà, e svela alcuni dei luoghi più incantevoli della provincia di Varese.

3. Da Varese a Castiglione Olona

La terza tappa si sviluppa nell’area urbanizzata di Varese, ma è meno critica di quanto si possa pensare, perché conserva ancora larghi spazi verdi, grandiosi giardini e inaspettati lembi di vita campestre.

La città merita una visita, sia per le chiese che per le architetture civili. Per non citare il complesso del Sacro Monte, con il percorso di 14 cappelle, il santuario bene UNESCO, il monastero, i musei e le collezioni. 

Abbandonata Varese, il cammino entra nella conca del Lago, scavalca le alture di Gazzada e Morazzone, già ambiti luoghi di villeggiatura del ‘700-‘800 e soggetti di famosi dipinti paesaggistici. 

La via continua passando per il verde Parco RTO (Rile Tenore Olona), dove non sarà difficile avvistare qui e là aironi e altri animali selvatici che popolano queste zone, e raggiunge infine Castiglione Olona, borgo antichissimo e luogo d’elezione della famiglia Castiglioni. 

Il più famoso esponente della famiglia fu il Cardinale Branda Castiglioni, a lui si devono molti dei monumenti presenti: la Collegiata della Beata Vergine (1422-1425), la Chiesa di Villa o del Corpo di Cristo (1430) e il Palazzo Branda Castiglioni con la curiosissima Camera del Cardinale dalle pareti decorate con scene di vita di corte e putti. 

La tappa è di media difficoltà e porta il camminatore a scoprire nuove aree verdi. Nell’epoca moderna, sul territorio, sono inoltre fiorite industrie che hanno radicalmente modificato l’economica locale. Ne è un esempio Mazzucchelli, dove nascono gli occhiali a metà ‘800.
L’intera zona è ricca di archeologia industriale ed è stimolante il contrasto con la natura circostante.

4. Da castiglione Olona a Castellanza

Questa tappa segue interamente il solco della Valle Olona, incassato di alcune decine di metri rispetto alla circostante pianura, all’interno di due parchi di interesse locale: il Parco Rile-Tenore-Olona (RTO) e il Parco medio Olona.  

In questa vallata si insediarono fin dal ‘700, trasformando vecchi mulini, le prime industrie lombarde. All’inizio del Novecento si contavano in valle ben 129 unità produttive, fra cui quattro cartiere, come la gigantesca Vita Mayer, colosso del settore. Poi vi fu un totale abbandono e un lento recupero ambientale.  

Si percorre la pista ciclabile in parte tracciata sul sedime della ex-ferrovia della Valmorea che, costruita agli inizi del secolo scorso, univa Castellanza a Mendrisio.  

Monumento di eccezionale interesse lungo il percorso, di proprietà del FAI (Fondo Ambiente Italiano), è l’ex-monastero di Torba, riconosciuto come Patrimonio dell'Umanità UNESCO.  

Il monumento sorge alla base del parco archeologico di Castelseprio. Si tratta di un avamposto militare del tardo impero romano che solo successivamente divenne luogo di preghiera e lavoro delle monache benedettine.  

Anche Castelseprio fa parte dei beni UNESCO, comprende una zona fortificata e un borgo murato.

Lungo la via si incontra Cairate con il suo ex-monastero di S. Maria Assunta, uno dei primi insediamenti monastici in Lombardia. Il cammino prosegue nell’ombrosa Valle Olona, sempre lungo la ciclabile, fino a spuntare a Castellanza, cittadina universitaria. 

Nella vicina città di Busto Arsizio, si trova uno dei più interessanti punti di accoglienza della Via Francisca, ovvero Il Centro Giovanile Stoà, spazio aperto di iniziative culturali, sociali e artistiche.

Questa tappa è semplice, e - pur essendo immersa nella natura - attraversa centri abitati dove sono disponibili servizi, farmacie e negozi.

In questa tappa la Via Francisca si avvicina al percorso del Cammino di Sant'Agostino, che passa da Busto Arsizio.  

5. Da Castellanza a Castelletto di Cuggiono

Nella quinta tappa della via Francisca si esce dalla provincia di Varese per entrare in quella di Milano. 

Il paesaggio dell’area metropolitana milanese presenta ampi spazi edificati oltre a una caotica rete di strade, autostrade e ferrovie, ma il tracciato cerca di evitare questi ostacoli, ritagliandosi una traccia che ha il pregio di toccare una delle rare aree verdi della zona: il Parco Alto Milanese, esteso per 360 ettari fra Legnano, Busto Arsizio e Castellanza. 

La direzione di sud-ovest induce il pellegrino a raggiungere Buscate e, in fin di giornata, il Naviglio Grande, storica via d’acqua del Milanese. 

Qui si raduna una schiera di ville nobili sei-settecentesche, vanto della nobiltà cittadina. Si può citare per esempio, a Castelletto di Cuggiono, il grandioso palazzo Clerici, sorto con tutta probabilità sui ruderi del fortilizio che ha dato nome alla località. 

Castelletto di Cuggiono è anche il punto di arrivo della tappa e fa parte del territorio del Parco del Ticino. Il percorso presenta una difficoltà media che vale la pena affrontare per i monumenti e i luoghi storici presenti lungo la via come Villa Annoni o il Ponte sul Naviglio Grande. 

A Castellanza la Via Francisca si avvicina al percorso del Cammino di Sant'Agostino, che passa da Busto Arsizio. 

6. Da Castelletto di Cuggiono ad Abbiategrasso

Il Naviglio, scavato dai milanesi fra il 1179 e il 1257, era utilizzato per il trasporto delle merci (marmi del Duomo di Milano), per la forza motrice dei mulini, per l'irrigazione dei campi. Il canale servì anche a sbarrare la strada agli eserciti nemici: le sue acque vennero infatti usate per inondare le campagne. 

Il Naviglio nasce dal Ticino poco a sud dell’aeroporto della Malpensa e percorre circa 30 km parallelo al fiume, prima di curvare ad Abbiategrasso e dirigersi verso la Darsena milanese di Porta Ticinese. 

Il cammino ne segue fedelmente l’alzaia, oggi convertita a pista ciclabile, da Castelletto di Cuggiono fino ad Abbiategrasso

Percorrendo la tappa si attraversa Bernate Ticino, dove è possibile ammirare la Canonica di San Giorgio e, proseguendo, si arriva a Boffalora Sopra Ticino, uno dei gioielli di questo percorso.

Da qui in poi almeno due sono le soste consigliate. La prima dinanzi alla Villa Gandini a Robecco sul Naviglio, edificio della seconda metà del ‘400, già della famiglia ducale, poi dei Borromeo. Sporge sul naviglio e ha nel cortile interno portici affrescati con motivi allegorici e scene di vita cortese. Vicino, si trova anche il grandioso e incompiuto Palazzo Archinto

La seconda sosta è qualche chilometro oltre, a Cassinetta di Lugagnano, uno dei più antichi borghi della Pianura Padana, ricco di residenze settecentesche della nobiltà milanese.

L’arrivo ad Abbiategrasso, maggiore centro industriale e agricolo di questa parte della Bassa Milanese, non può che avvenire sotto il portico della chiesa di Santa Maria Nuova, di chiara ispirazione bramantesca. 

La tappa presenta una difficoltà media ed è indicata per coloro che apprezzano il connubio tra natura e impronta umana nel paesaggio. 

7. Da Abbiategrasso a Bereguardo

Ad Abbiategrasso si abbandona il Naviglio Grande e si intercetta il Naviglio di Bereguardo, aperto per scopi irrigui nel 1420 e reso navigabile da Francesco Sforza nel 1470. Serviva per il trasporto del sale dalla Laguna Veneta a Milano. 

Una deviazione d’obbligo, dopo pochi chilometri di cammino, è all’abbazia di Morimondo. Morimondo è un piccolo paese di 1200 abitanti, fondato dai monaci nel 1134, ricco di cascine suddivise in tre frazioni. Ai piedi dell’imponente abbazia, luogo di culto e spiritualità, si sviluppa l’incantevole vallata del Parco del Ticino, ricca di sentieri, campagne coltivate e boschi. 

A 5 km da Morimondo, raggiungiamo la frazione di Fallavecchia, un altro borgo racchiuso da mura. Era una caratteristica cascina della Bassa Milanese, organizzata attorno a varie corti di pertinenza delle classi sociali che vi abitavano. 

Oggi ci sono una trattoria, una piazzetta alberata, case coloniche, stalle, fienili, scuole, una chiesuola, il mulino e il forno.

Arriviamo alla meta, Bereguardo, penultima tappa della Via Francisca del Lucomagno, dove è interessante una visita al Castello Visconteo.

Il percorso presenta una difficoltà bassa e lungo i tratti immersi nelle campagne è possibile ammirare aironi e fagiani che, intimoriti dai passi dei viandanti, si alzano in volo.

8. Da Bereguardo a Pavia

Il cammino volge al termine. Gli ultimi chilometri sono un avvicinamento a Pavia attraverso la campagna, tappezzata dalle risaie, bordata dai filari dei pioppi, punteggiata dai cascinali e dai villaggi. 

Dopo pochi chilometri arriviamo a Casottole che, insieme a Massaua, fa parte del Comune di Torre d’Isola, vicino al fiume Ticino. Superati gli ultimi paesini, eccoci alla meta finale della via Francisca del Lucomagno: Pavia

Il suo centro storico mantiene l’impianto della città romana. Il cardo e il decumano, cioè gli assi ortogonali che la organizzavano, sono ancora oggi le vie principali e più affollate. Attorno si è organizzato il tessuto edilizio medievale. 

Pavia è un grande snodo per i cammini e i pellegrini. È la tappa finale o iniziale di diversi cammini, come quello di Sant’Agostino e della Via Francisca

Rappresenta però anche il punto di inizio della Via degli Abati ed è una tappa importante della Via Francigena, che da qui arriva fino a Roma. 

Pavia è ricca di storia e di punti di interesse da esplorare. Prendiamoci del tempo per visitarla al meglio, magari cogliendo l’occasione per dormire negli ostelli della Via Francigena. 

Da visitare: la tomba di Sant’Agostino nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, il Duomo di Pavia e S. Michele.

Il percorso presenta una difficoltà bassa: il consiglio è di partire al sorgere del sole, così da impiegare il resto della giornata per visitare Pavia e i suoi insigni monumenti.

Pavia è una località di interscambio tra la Via Francigena, la Via Francisca del Lucomagno, il Cammino di Sant’Agostino e la Via degli Abati.