- Arte e Cultura
Gianrico Carofiglio al Festival Oltreconfine
Rosa Luxemburg diceva che chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario. In un’epoca come la nostra, quando la guerra minaccia il mondo, la democrazia vacilla e la sfera pubblica deve contenere i canali labirintici dei social, l’uso delle parole può produrre trasformazioni drastiche della realtà.
Attraverso il linguaggio si esercita il potere della manipolazione e della mistificazione: perciò le parole devono tornare a aderire alle cose. Manomissione significa danneggiamento. Ma nel diritto romano indicava la liberazione degli schiavi.
Questo libro si misura con tale ambivalenza: del nostro linguaggio indica le deformazioni, ma anche la possibilità delle parole di ritrovare il loro significato autentico. È la condizione necessaria per un discorso pubblico che sia aperto e inclusivo. Sono sei i pilastri del lessico civile che questa guida anarchica e coraggiosa riscopre: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta, popolo. A partire da queste parole chiave, Gianrico Carofiglio costruisce un itinerario profondo e rivelatore attraverso i meandri della lingua e del suo uso pubblico. In un viaggio libero e rigoroso nella letteratura, nell’etica e nella politica, da Aristotele a Bob Marley, scopriamo gli strumenti per restituire alle parole il loro significato e la loro potenza originaria. Salvare le parole dalla loro manomissione, oggi, significa essere cittadini liberi.
Le parole, nel loro uso pubblico e privato, sono spesso sfigurate, a volte in modo doloso, altre volte per inconsapevolezza.
Gianrico Carofiglio firma una lezione dal forte connotato politico, che segnala le ferite del nostro linguaggio ma indica anche le strade possibili della sua liberazione.
Orari
Ore 21:00