Musiche di Maria Gabriella Zen
Un papà che viaggia molto per lavoro telefona ogni sera alla figlioletta e le racconta le favole per farla addormentare. La voce giunge alla bambina arricchita di strani suoni, da echi misteriosi, da vaghe onde sonore che provengono dal percorso nell'etere infinito. E quali sono gli strumenti più magici che abbiamo per evocare il mistero nel nostro universo? Le percussioni, naturalmente! Possono fare tutto, dai suoni più eterei e leggiadri alle vibrazioni più profonde e assordanti; le loro cangianti fasce sonore con frequenze in costante mutamentoinvitano a cedere ad un ascolto quasi ipnotico.

Favole el telefono è un'opera data alle stampe nel 1962: a più di 50 anni di distanza le favole mantengono una freschezza nel contempo tenera e irriverente; sono come "capriole in cielo, piene di allegria, movimento e limpidezza". Lo strumento, che si compone esclusivamente di una moltitudine di percussioni, viene presentato all'inizio dello spettacolo: un'introduzione al racconto e al viaggio tra i timbri, alla scoperta di strumenti noti e meno conosciuti come Glockenspiel, Vibrafono, Xilofono, Marimba, Campane tubolari, Timpani, Triangolo, Wind chimes, Bamboo chimes, Piatti a due, Piatti cinesi, Piatti sospesi, Gong, Tam-tam, Lastra, Temple blocks, Triccaballacca, Guiro, Castagnette, Scuotimenti, Tamburello basco, Grancassa, Frusta, Cow bells, Campanello di bicicletta, Clacson, Fischietto da vigile, Slide whistle, Sleigh bells, Conchiglia, Water gong.

Le favole prescelte, tratte dal testo di Gianni Rodari, sono musicate come Variazioni sul tema Ah Vous dirai-je mamory, canto popolare francese su cui Mozart scrisse le celebri 12 Variazioni per pianoforte K265

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