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Sulla Filaressa un'oasi di fiori

Grande ricchezza floristica per questo itinerario nel bergamasco

Partenza/Arrivo
Da: Alzano Lombardo (BG)
A: Alzano Lombardo (BG)
Tipologia/Periodo
Trekking
Primavera/Estate/Autunno/Inverno
Durata/Lunghezza
1,40 ore
3km
Dislivello
Salita: 308m
Difficoltà
FACILE

La Cima del Monte Filaressa in provincia di Bergamo, da lontano pare modestissima, perché tutte le montagne vicine la superano in altezza, ma per la varietà, la bellezza e la rarità dei fiori che ospita è una vetta che non ha eguali.

Passando per l’ampio pianoro degli Spiazzi e puntando alla cima, lungo il sentiero sempre più coincidente con la linea di cresta, l’ampiezza del panorama, l’indiscutibile bellezza del paesaggio e la ricchezza delle fioriture sono tali da affascinare anche il semplice escursionista.

Sul versante meridionale, la netta ripresa del bosco erode spazio alle praterie, portando alla rarefazione delle specie degli ambienti aperti, mentre godono di maggior stabilità le piante delle creste o delle più fredde pareti rivolte a nord.

Forse per le sue forme tormentate, ben visibili sul versante settentrionale strapiombante sulla selvaggia Val Belbier, oppure per la natura dolomitica della roccia, la varietà di suoli e di ambienti, nonché per le vicende del popolamento vegetale e gli usi pregressi del territorio, la Filaressa rappresenta un singolare punto di incontro e di sopravvivenza per moltissime specie, molte delle quali non si ritrovano sui monti circostanti.

Tra le specie più significative, per rarità, isolamento o marginalità rispetto all’areale principale, si segnalano lo spillone lanceolato, la dafne alpina, la dafne odorosa, la primula orecchia d’orso, la primula glaucescente, il cirsio della Carniola, la pinguicola alpina, l’eufrasia tricuspidata e il raponzolo chiomato; inoltre, a ulteriore conferma della ricchezza floristica dell’area, in un vallone poco accessibile è stata recentemente scoperta la prima stazione bergamasca di emerocallide gialla.

Si prende la stradina cementata che risale l’ultimo tratto della Val Porla fino alla Forcella di Nese (870 m), soprastante una chiesetta. Da qui si sale verso destra, su una stradina che dopo un primo tratto un po’ ripido diviene un sentiero quasi pianeggiante e, attraverso ampie praterie, arriva a una seconda forcella (953 m), con bella vista sulla sottostante Val Belbier.

Si prosegue in salita in prossimità del crinale, nel bosco rado, fino ad un marcato intaglio (1063 m) dove si abbandona il sentiero 531 per risalire il pendio a destra su di un sentiero che conduce rapidamente alla cima. Per il ritorno seguire a ritroso l’itinerario dell’andata.

In alternativa, con un percorso leggermente più lungo e impegnativo, si rimane sul sentiero 531 e, oltrepassato l’intaglio q. 1063, si continua in leggera discesa e in ambiente fresco ed ombroso fino al valico tra la Filaressa ed il Monte Costone, dove inizia il sentiero “direttissimo” per la cima (non pericoloso in condizioni normali, ma da evitare assolutamente con neve, gelo o dopo la pioggia), panoramico, ricco di fiori ma piuttosto ripido e, nel tratto finale, attrezzato con una breve corda metallica.

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